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Una nota sulla ricerca della sapienza
Il filosofo lungi dall’aver raggiunto il suo scopo: «possedere la sapienza o giungere ad essa», non può avvalersi della sola ragione, questo formidabile strumento è solo uno degli strumenti a nostra disposizione. Forse per raggiungere la sapienza è necessario fare un salto in una dimensione altra e oltre ad aprirsi al nous è necessaria una apertura, uno slancio verso Apollo e la mania, la sacra follia. Interessanti sono le parole di Giorgio Colli: «È dunque posto in evidenza sin dal principio il collegamento tra “mania” e Apollo. Una nota sulla ricerca della sapienza -
Simbologia emotiva del cammino iniziatico
(…)“In principio era buio, e buio fia. Hai tu veduto” [Luigi Pulci, 1475] (…) “e fin quando non avrai la saggezza, muori per divenire, sarai soltanto un triste ospite su questa terra oscura” [Johann Gottfried Herder] (...) “Scava nella tua interiorità; dentro di te sta la fonte del bene, che potrà zampillare sempre più in su, qualora tu proceda in questo lavoro di scavo” [Marco Aurelio, Colloqui con sé stesso, 121 – 180 d.C.] (…) “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” [La Sacra Bibbia, Giovanni 3, 3-10] …non potrà vedere la Luce. Simbologia emotiva del cammino iniziatico -
Del dire profano e del dire iniziatico
Caro Lettore, con queste poche righe non posso esaurire un argomento vasto come quello del linguaggio iniziatico, o meglio degli iniziati; anzi, anche avessi più spazio, più righe, forse non vorrei nemmeno provare a esaurirlo, perché è un tema fluido al quale ritorno di tanto in tanto, rettificando pensieri e parole. Ecco allora che questo lavoro è semplicemente una riflessione incompiuta, per la quale chiedo il tuo aiuto e la tua comprensione. Del dire profano e del dire iniziatico -
Una istituzione laica nell'Italia clericale: i Convitti Nazionali o Reali Collegi
Ho frequentato il Convitto nella seconda metà degli anni 70.Negli anni successivi, mi è capitato di tornarci, ma sempre più raramente. Forse fra quelle mura più che altrove ho imparato il valore della libertà e della laicità e del rispetto.Ed è questa consapevolezza che mi spinge oggi a interrogarmi su questa istituzione, sul suo significato storico e sociale e sulle idee che l'hanno concepita, voluta, promossa e sostenuta, idee che attraversano come un fiume carsico due secoli di storia del nostro Paese e che sono spesso contigue (per non dire figlie dirette) a quelle della Massoneria. È questa idea di essere stato figlio inconsapevole della Massoneria molto prima di diventare massone che mi ha spinto a scrivere queste poche righe, in cui cerco, con i limiti del dilettante, di tracciare qualche linea guida storica sui Convitti e sugli uomini che li hanno creati.I Reali Collegi nascono, spesso su istituzioni e strutture preesistenti, negli anni immediatamente successivi all'Unità d'Italia. Una istituzione laica nell'Italia clericale: i Convitti Nazionali o Reali Collegi -
Il sufismo e i dervisci
Queste pagine nascono dalla fascinazione per un Paese misterioso e mistico (la Turchia) e per una specifica forma di spiritualità e misticismo, il Sufismo, che nella sua espressione più nota, i Dervisci, tanto ha dato alla cultura, alla musica e all'arte in genere.Il sufismo non è una specificità turca, semmai è uno dei pilastri fondanti dell'Islam nel suo insieme, ma in Turchia ha prodotto frutti abbastanza atipici e, contemporaneamente, si trova a fare da contraltare a una endogena propensione laica del Paese.Da un punto di vista etnografico i turchi non sono assimilabili alle popolazioni mediorientali, pro- venendo invece dalle steppe siberiane e/o mongole. Dal punto di vista culturale la lunga coabitazione con gli arabi ha reso la Turchia un Paese a forte predominanza islamica. Il sufismo e i dervisci -
[VIDEOCONFERENZA] Le definizioni di Magia in Giordano Bruno
In questa puntata scopriremo le definizioni di Magia in Giordano Bruno e lo faremo attraverso le sue parole. Scopriremo chi è il mago per Bruno e cosa è la magia e come viene suddivisa: - Magia Naturale - Magia Prestigiatoria - Magia Matematica o Filosofia Occulta - Teurgia - Necromanzia - Geomanti e Indovini. Testo consigliato: Giordano Bruno, Opere Magiche, Adelphi. Il video integrale è disponibile al link sottostante. https://www.youtube.com/watch?v=htrpFqktkdM [VIDEOCONFERENZA] Le definizioni di Magia in Giordano Bruno -
Ermetica Phantasía
«Ordina alla tua anima di viaggiare fino all’India ed essa sarà là, più veloce del tuo comando. Ordinale di trasferirsi sull’Oceano e di nuovo essa sarà là, non come se avesse viaggiato, ma come se fosse già sul posto [...], comandale di volare in cielo: nulla le farà da ostacolo, né il sole, né il fuoco, né l’etere […] tagliando tutti gli spazi, essa volerà fino all’ultimo dei corpi celesti, e se tu volessi sfondare la volta dell’universo stesso e contemplare quello che c’è al di là, potresti farlo […]. Espandi te stesso fino a una misura incommensurabile, balza lontano da ogni corpo, va al di là di ogni tempo, divieni Eternità e concepisci Dio». Ermetica Phantasía -
I catari di Monforte - SECONDA PARTE
Per tornare alle genealogie, però, Arduino di Ivrea era un Anscarico, mentre Olderico Manfredi era un Aleramico, discendente di Aleramo. Aleramo, primo Marchese del Monferrato, era nato a Sezzadio nel 904 e morto a Grazzano Badoglio nel 991. Tanto per rendere ancor più confuse le acque, entra adesso in scena un altro Arduino: Arduino di Torino. Conosciuto come Arduino il Glabro, questi era figlio di Ruggiero di Auriate - una contea fra Cuneo e Saluzzo – il quale ottenne, nel 941, da Ugo di Provenza - Marchese di Provenza - la Marca di Torino come premio per aver liberato il territorio della Val di Susa dai Saraceni. Nel 977 il titolo passò a suo figlio Olderico I e, nel 1000, a Olderico Manfredi. Olderico Manfredi aveva un fratello, Alrico, che fu vescovo di Asti fra il 1008 e il 1034. I catari di Monforte - SECONDA PARTE -
I catari di Monforte - PRIMA PARTE
A Milano, fra le centralissime Piazza del Tricolore e Piazza San Babila, si trova corso Monforte.Non è chiaro, ai più, da cosa questo nome derivi.È storicamente provato che in epoca medievale venne edificata, in quella che è oggi la Piazza del Tricolore, presso le mura cittadine, una pusterla che venne battezzata Monforte. Non è dato sapere se fu la pusterla a prendere il nome dalla strada, che era quindi già esistente, o se fu la pusterla a dar nome alla strada costruita successivamente. In ottemperanza al Piano Beruto, nel 1889, la pusterla divenne una Porta, l'ultima delle porte costruite lungo la cinta daziaria di Milano.Si trattava di una bella porta dotata di lampioni a gas, che ebbe vita brevissima. Nel 1919, infatti, con l'abolizione della cinta daziaria venne smantellata. Ne rimangono oggi solo i resti in Piazza del Tricolore. Il motivo per cui esistessero colà una zona, una via e un ingresso dedicati a Monforte rimane, tuttavia, oscuro ai più. Zona, pusterla e strada acquisiscono il proprio nome in epoca medievale, un periodo in cui le classificazioni toponomastiche prendevano il nome da persone o avvenimenti legati al luogo nominato.Sono in pochi, però, oggi, a sapere quale parte della propria storia legasse le due località di Monforte e Milano in quel periodo. I catari di Monforte - PRIMA PARTE -
Il fuoco del solstizio d'estate
Tanto tempo fa, all’alba dei tempi, molto prima che il tempo fosse il tempo, la terra era giovane, anzi giovanissima, soltanto qualche milione di anni.Su questa terra, che stava prendendo forma, su questa terra dove non esisteva ancora nessun essere umano, nessun animale, nessuna pianta, neanche un piccolo filo d’erba, su questa terra all’alba del mondo, nella sfavillante arroganza di un universo che stava nascendo, il fuoco regnava sovrano.Era il fuoco della luce, magnifico e reale nella sua pienezza e nello splendore della sua giovinezza, il fuoco delle origini, superbo, profondo, di un rosso insopportabile che infuocava l’universo per rivaleggiare con suo padre il sole; un fuoco assolutamente diverso da quello che noi conosciamo ai nostri giorni, domestico, umanizzato, ma che ci permette comunque di vedere forse meglio la purezza della sua fiamma. Il fuoco del solstizio d'estate -
Libero arbitrio
Per comprendere il concetto di libero arbitrio occorre riuscire a definirne, prima, altri due: il concetto di arbitrio e quello di tempo.Cominciamo dal concetto di arbitrio.Spesso si confonde il concetto di Libero Arbitrio con quello di libertà di scelta.Ma non è così.Per definire il concetto di libero arbitrio non si può prescindere dalla mitologia cristiana, in quanto da essa promana tanto il concetto quanto tutta la speculazione e i contrasti successivi.Per la mitologia cristiana e, comunque, ebraica Dio concesse all'uomo il libero arbitrio.Ma non ci viene detto quando. Ci viene solo ripetuto, più volte, che Dio ha concesso all'uomo la libertà di scegliere come comportarsi.Sul quando, però, nulla viene detto, e questo dà adito ai primi problemi: quando Adamo ed Eva erano nell'Eden erano già dotati di libero arbitrio ? Se non lo erano, perché sono stati puniti non potendo scegliere cosa fare? E se lo erano, cosa ha comportato di negativo per loro l'aver potuto discernere il bene dal male, evitando, in tal modo, di compiere casualmente le proprie scelte? Libero arbitrio -
Astrologia medievale
Nel Medioevo si distinguono due tipi di astrologia: l’astrologia giudiziaria o previsionale e l’astrologia naturale.La prima credeva che gli astri potessero determinare eventi e azioni che sulla terra e, quindi, mediante apposite osservazioni e attraverso determinati calcoli, si sarebbe potuto prevedere il futuro. La seconda si limitava, invece, a studiare le influenze dei corpi celesti sui fenomeni meteorologici e sul corpo umano, particolarmente in ambito medico.L’astrologia giudiziaria, soprattutto in epoca medievale, venne vietata e, in seguito, tacciata di eresia perché la possibilità di prevedere avvenimenti futuri si scontrava con il libero arbitrio di cui Dio aveva dotato l’uomo.Questa si componeva di quattro tipi di attività:le Electiones che cercavano di identificare il momento più opportuno per intraprendere un’attività;le Interrogationes che erano risposte a domande poste agli astrologi su attività pratiche dell’uomo;le Genetliache o Oroscopi che erano le arti di predire la vita futura di una persona partendo dai dati ricavabili in relazione alla data della sua nascita;le Rivoluzioni che presumevano di poter effettuare previsioni su eventi di grande portata per l’umanità. Astrologia medievale -
La sapienza che permette di conoscere ciò che nessuno conosce
“Amor ch’a nullo amato amar perdona”. Questa frase di Dante, presente nel canto V dell’Inferno, detta da Francesca, ha un significato nascosto che viene palesato quando la si analizza sulla scorta di un diverso modo di intendere il poeta fiorentino. Se si accetta la sua adesione alle idee anticattoliche, se non addirittura Catare, l’analisi del testo ci porta dentro un mondo del tutto nuovo. La sapienza che permette di conoscere ciò che nessuno conosce -
L'esoterismo nelle favole
C’era una volta, nel cuore dell’inverno, mentre i fiocchi di neve cadevano dal cielo come piume, una regina che cuciva seduta accanto a una finestra dalla cornice di ebano e così, cucendo e alzando gli occhi per guardar la neve, si punse un dito dal quale caddero tre gocce di sangue di colore rosso vivo, così bello con quel candore intorno che ella pensò: “Se avessi una bambina mi piacerebbe che avesse la pelle bianca come la neve, le labbra rosse come il sangue e i capelli neri come il legno di questa finestra”. Così inizia una delle favole più famose al mondo: Biancaneve e i sette nani.È opinione comune che le favole siano pensate per i bambini per intrattenerli e perché contengono una morale, un insegnamento che rispecchia l’atteggiamento culturale e/o il sistema sociale dell’epoca di riferimento; per certi aspetti è vero, soprattutto se distinguiamo la favola dalla fiaba che nel lessico comune vengono considerati sinonimi, anche se non è proprio così, (la favola generalmente è scritta, contiene una morale con la quale si vuol dare un insegnamento, mentre la fiaba viene tramandata oralmente, generalmente è breve e non contiene una morale) ma se prestiamo attenzione alla struttura stessa della fiaba possiamo facilmente renderci conto che (non per caso) almeno in quelle classiche sono sempre presenti, nonostante diverse origini, elementi comuni:i personaggi, il tempo, i luoghi, sono indeterminati (c’era una volta, in un tempo che fu, in un paese lontano…);i fatti sono inverosimili o almeno lontani dalla realtà (animali che parlano, figure antropomorfe, etc.) ma coerenti con la logicità del racconto;è sempre presente una certa dicotomia nei personaggi e nei luoghi (bene/male, odio/amore, luce/tenebre, etc.). L'esoterismo nelle favole -
L'uovo, simbolo universale
Sin dai tempi antichi l’uovo è sempre stato identificato come simbolo di fertilità e rinascita, quindi nulla di più normale che la cultura cristiana occidentale se ne sia impadronita come simbolo della Pasqua di Resurrezione.Ma le sue origini simboliche sono molto più antiche e ben diverse.Dobbiamo tornare indietro fino alla “Madre della Montagna”, la Matar Kubeleya dei Frigi, per trovare le basi del significato simbolico dell’uovo nella cultura occidentale.I Frigi erano una popolazione preellenica che si stabilì in Turchia, nell’Anatolia centro-occidentale, attorno al 1200 a. C. Provenivano dal territorio formato dall’Albania centrale, dall’Epiro settentrionale. dalla Macedonia e dalla Migdonia, una zona della Tessalonica.Con ogni probabilità il nome Brigi deriva dalla radice indoeuropea Berg, che sta per montagna o altura. L'uovo, simbolo universale -
Nota sull’Equinozio di Primavera
Oggi ci troviamo in uno dei quattro momenti cardine dell’anno, l’equinozio di primavera. Questo punto astronomico è uno dei momenti topici della ciclicità della natura e del tempo ciclico dei massoni, almeno della maggior parte di questi. L’essere massoni, essere degli iniziati, impone una costante ricerca sul senso e sul significato di quanto circonda e di quanto accade all’Uomo e alla Natura. Non è un caso se queste ricorrenze vengono officiate con particolari cerimonie. Una delle motivazioni è il permettere all’intera comunità degli iniziati di partecipare ai Lavori ed arricchirsi con la paga che ne consegue. Questo giorno è un memento che la Natura ci pone innanzi allo sguardo, e questo mai deve essere superficiale per un iniziato. Nota sull’Equinozio di Primavera -
Gregorio Allegri. Quando il Committente era il Papa. Storia di una composizione
Siamo nella Roma dei primi decenni del Seicento.Si respira intensa l’eco della Controriforma e si gode degli esiti che ne ha prodotto.Una grande energia si sprigiona dagli artisti che sono al servizio di Committenti e Mecenati i quali, a partire da Papa Urbano VIII (1568-1644), hanno aperto una stagione in cui si vuole diffondere il volto lussuoso, glorioso e spettacolare della capitale del cristianesimo.Se per un attimo potessimo camminare per le vie della Roma di quel tempo, potremmo imbatterci in personaggi come Borromini, Bernini, Pietro da Cortona, Giacomo Carissimi, Gregorio Allegri, Caravaggio, Orazio e Artemisia Gentileschi. Gregorio Allegri. Quando il Committente era il Papa. Storia di una composizione -
La trasformazione alchemica delle emozioni - SECONDA PARTE
"un'opera d'arte è in grado di smuovere i sentimenti dell'osservatore solo se i personaggi in essa raffigurati mostrano i propri moti dell'animo e se questi ultimi sono riconoscibili dal movimento dei corpi" Leon Battista Alberti Gli studi sulla percezione visiva hanno permesso di comprendere come gli artisti catturino l’attenzione dell’osservatore, non solo sollecitando la risposta emozionale inconscia al soggetto ritratto, ma rendendolo anche consapevole dei loro metodi artistici per farlo: attraverso l’uso del colore e di simboli. Ma in che modo un’opera d’arte cattura l’attenzione dello spettatore? Lo psicofisico russo Yarbus prima e Nodine e Locher dopo, hanno scoperto che ci sono delle fasi nella percezione visiva e che queste sono evidenti nei movimenti di scansione oculare usati per esaminare un’opera d’arte. La prima fase, la scansione percettiva, comporta una scansione globale dell’opera. La seconda, di riflessione e immaginazione, comporta l’individuazione di persone, luoghi e oggetti sulla tela: l’osservatore afferra, capisce ed empatizza con la natura espressiva dell’opera. La terza fase, quella estetica, riflette i sentimenti dello spettatore e la profondità della sua risposta estetica all’opera. La trasformazione alchemica delle emozioni - SECONDA PARTE -
La trasformazione alchemica delle emozioni - PRIMA PARTE
"vedere è già un'operazione creativa che richiede uno sforzo" H. Matisse Francis Crick, co-scopritore della struttura del DNA, nell’illustrare come dovremmo spiegare la visione, ha sostenuto che, per quanto ci sembri di avere nel cervello un’immagine del mondo visivo, in realtà ne abbiamo una rappresentazione simbolica, un’ipotesi. Egli afferma: “qui abbiamo un esempio di simbolo. L’informazione contenuta in un computer non è l’immagine, ma simboleggia l’immagine. Un simbolo è qualcosa che sta per qualcos’altro, proprio come fa una parola…… Un simbolo non deve essere una parola……. Chiaramente, quello che ci aspettiamo di trovare nel cervello è una rappresentazione della scena visiva in qualche forma simbolica.” La trasformazione alchemica delle emozioni - PRIMA PARTE -
L'uomo nuovo o di domani, ovvero l'Uomo Ermetico
Nel coacervo degli studi iniziatici ed ermetici, si è spesso spinti a guardare al passato, alla storia. Che si sia operativi o meno si tende a volgere lo sguardo all’oggi, a trincerarsi in una confort zone dalla quale è sempre più difficile uscire. Il domani, il futuro, sono quasi del tutto assenti eppure l’iniziato, colui che si occupa di ermetismo, dovrebbe essere proiettato al futuro, un futuro progettuale e non casuale; il passato e il presente sono le cause del suo essere e del suo duplice lavoro: 1) individuale; 2) collettivo, o meglio diretto alla collettività. Nelle prossime righe proverò a darne una spiegazione e là dove le mie forze me lo consentiranno una dimostrazione. L'uomo nuovo o di domani, ovvero l'Uomo Ermetico -
La chanson d'Aspremont
Aspromonte, Calabria. Secondo la tradizione il romanzo cavalleresco - la cosiddetta Chanson de Geste - nasce in Francia e vi si sviluppa fra il XII e XIII secolo, a seguito della scrittura della Chanson de Roland, risalente alla seconda metà del XI sec. Nella Chanson de Roland si racconta la morte di Orlando che, alla Battaglia di Roncisvalle, del 778, sacrifica la propria vita per fermare l'ingresso dei Saraceni in Europa. Alla prima metà del XI sec., però, risale la canzone che narra di come Orlando divenne cavaliere e di come ricevette spada, corno e cavallo. Si tratta della Chanson d'Aspremont, o Canzone d'Aspromonte, un'opera che ebbe un successo enorme nel medioevo e che servì da spunto per i poemi dell'Ariosto e del Tasso, Orlando Furioso, Orlando Innamorato e Gerusalemme Liberata. Quest'opera narra le vicende della liberazione delle terre calabre dai saraceni ad opera di Carlo Magno.La storia delle invasioni Saracene in Calabria è, nella realtà, risalente e confusa, fra date, nomi e leggende che ne creano miti e ne nascondono fatti. Per comprendere la difficoltà delle fonti facciamo l'esempio della cattura degli Agareni come raccontata nella biografia di San Fantino il Vecchio. San Fantino il Vecchio, detto anche Taumaturgo o Cavallaro, nacque a Taureana, frazione di Palmi (RC), nel 293, anno di nascita della prima Tetrarchia, con la nomina, da parte di Diocleziano di Galerio a suo Princeps, mentre in Occidente governava Massimiano con Princeps Costanzo Cloro. San Fantino era un guardiano di cavalli al servizio del patrizio romano Balsamio, che si convertì al cristianesimo dopo aver visto Fantino fermare, con un frustino, le acque del fiume Metauro. La chanson d'Aspremont -
Il solstizio di inverno. Tradizione e simbologia
Ogni sei mesi la Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato festeggia la ricorrenza astronomica dei solstizi, quello estivo e quello invernale. Quando il Sole raggiunge la sua massima declinazione positiva o negativa i Massoni si radunano nelle loro Officine per celebrare l’inizio dell’estate e dell’inverno, secondo una tradizione che si perde nella notte dei tempi. Il solstizio di inverno. Tradizione e simbologia -
Il golem tra letteratura ed esoterismo
“Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente”. Genesi 2, 7 La potenza magica ed evocativa del golem è tale da invadere più campi del sapere; non soltanto esoterismo e religione ma anche letteratura. E questo perché ogni forma di letteratura, anche la più realistica, inevitabilmente nasce grazie a una scintilla che riverbera dalle profondità della coscienza di chi scrive. Tutte le storie legate al misterioso gigante d’argilla presentano affinità con moltissime altre entità letterarie: l’enorme insetto kafkiano, gli specchi di Borges, il fiore azzurro di Novalis. Persone, animali, luoghi, sentimenti accomunati da una potenza che vuole essere trascendentale. Il golem tra letteratura ed esoterismo -
Epicuro e l'idea di felicità
Cos'è la felicità e come facciamo ad ottenerla?Epicuro aveva un'idea chiara e sicuramente condivisibile. Innanzitutto Epicuro identifica il bene autentico con il piacere. Ma il piacere epicureo non è puro godimento dei sensi. È la sensazione di benessere del corpo e dell'anima che si ottiene allontanando tutto ciò che ci fa male, sia fisicamente che nell'animo, che può turbare il nostro equilibrio. Il piacere epicureo quindi è assenza di dolore, e i piaceri e i dolori che riguardano l'anima sono enormemente superiori a quelli del corpo. Il piacere supremo è l'assenza di dolore dell'anima. Epicuro e l'idea di felicità -
Coscienza e Conoscenza. La Percezione di R. Steiner.
Tratto da M. A. Padoa Schioppa, “Studio sui 12 sensi”, 2004. Conoscere il mondo per conoscere sé stessi, entrare in relazione animica con sé e con l'altro da sé. Percepire per conoscere e conoscere per approfondire. Percepirsi, creare il proprio pensiero ed il proprio Io.Qual è l'obiettivo finale? Dove porta questo percorso? A creare il proprio Io, a poter agire attivamente, liberamente e coscientemente su sé stessi e sul mondo che ci circonda. Coscienza e Conoscenza. La Percezione di R. Steiner. -
Il canto degli italiani: un inno massonico
Quello che viene comunemente chiamato con il suo incipit, Fratelli d'Italia, ha come titolo originale Il Canto degli Italiani. Un'esegesi non superficiale del testo rivela chiaramente la sua natura massonica e repubblicana. Nell’inno prima di tutto e sopra tutto è auspicata l’unità d’Italia, puntigliosamente illustrata rievocando significativi momenti storici delle sue diverse aree, “dall’Alpi a Sicilia”. L’orizzonte nel quale si sviluppa il testo suggerisce che il “fondersi insieme” non deve tradursi in un appiattimento che dimentichi o sopprima il grande patrimonio delle diverse realtà locali. Tutt’altro. Si tratta di un’unione armonica di storie, collegate da un denominatore comune, che vanno ricordate e tramandate. Il canto degli italiani: un inno massonico -
Ricordi, auguri e speranze. L’ultima lettera di Arnaldo agli amici di Delta
Quando mi venne comunicata la notizia della ripresa della pubblicazione di “Delta”, interrotta per una serie di motivazioni organizzative, provai una grande gioia e mi sembrò di riprendere quasi quell’energia e quell’ottimismo che mi avevano spesso accompagnato nel corso della mia vita e della mia frequenza massonica ormai più che cinquantennale. Così avvenne quando potei realizzare un programma ambizioso che da tempo mi frullava in testa: la pubblicazione, da parte della Loggia Ausonia all’Oriente di Torino, di un periodico dedicato a tutti gli Orienti piemontesi, nella speranza che potesse costituire un vero e proprio collante di tutte le loro Logge che, se pure statutariamente autonome, avrebbero potuto più profondamente conoscersi, confrontarsi e collaborare intimamente e spiritualmente unite, in quella impresa che, specie per i giovani apprendisti è particolarmente difficile: mantenere quella promessa fatta al loro ingresso e cioè di cercare di migliorare sé stessi e, se possibile, anche tentare di far qualcosa di buono per l’umanità. Nel contempo si sarebbero potuti evitare episodi di esagerato, talora anche rischioso isolamento. Ricordi, auguri e speranze. L’ultima lettera di Arnaldo agli amici di Delta -
L'entropia
Il termine entropia fu coniato da Rudolf Clausius nel 1865, nel corso dei suoi studi sulle leggi della termodinamica, facendolo derivare dalla parola greca che significa “trasformazione”. Clausius concluse i suoi studi dimostrando che in natura, nei sistemi chiusi ed ordinati, si riscontra una tendenza spontanea, della quale non vi sono spiegazioni, verso la degradazione dell'energia, ossia verso la trasformazione del lavoro in energia inutile per il sistema di riferimento. L'entropia -
Musica tra le stelle
Sì, avete letto bene, e no, non mi sono sbagliato nello scegliere il titolo dell’articolo. La musica, stavolta, non è “sotto le stelle”, come alle feste di paese nelle domeniche di agosto, bensì “in mezzo alle stelle”, quelle nel cielo, proprio quelle! Vengo e mi spiego. Perdonatemi, però, se la prendo un po’ alla lontana. La nostra storia ha inizio a Cape Canaveral nel 1977 quando, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, vennero lanciate nello spazio le sonde Voyager 1 e Voyager 2. Nel loro nome era già inscritto il loro destino. Di strada, da allora, ne hanno macinata, tanto da diventare gli unici manufatti ancora funzionanti, realizzati dal genere umano, ad aver superato i confini del sistema solare. Già… perché dopo aver visitato Giove, Saturno e i più schivi Urano e Nettuno, i due gemelli spaziali si sono diretti su rotte paraboliche che li hanno portati, dopo quasi mezzo secolo, nello spazio interstellare. Musica tra le stelle -
Cultura: libertà e prigione
Siamo abituati a considerare il famoso detto: “La Cultura Rende Liberi”, come una verità assoluta. Purtroppo non è così. E non lo è per due motivi, uno dovuto ad un errore intrinseco al detto stesso, ed uno dettato dall’incedere dei tempi. Cominciamo dal primo errore, che è fondamentale: “La cultura rende liberi.” è una massima attribuita a Seneca, dalle Lettere a Lucilio. Bene, potrete leggere tutte le lettere a noi pervenute, ma non troverete questa massima da nessuna parte. Si tratta di un concetto di terzi estrapolato dal contenuto dell’opera. Ma chi lo ha fatto, o era in cattiva fede, o ha dato dimostrazione di grande ignoranza. Quanto espresso, infatti, è quasi all’opposto delle affermazioni di Seneca. Cultura: libertà e prigione -
La fenice e il dragone
«Fermati, scellerato! Se continui a rodere le radici dell’albero, lo farai vacillare e, infine, crollare; ed io perirò con esso, insieme a tutto il creato!»Non essendo chi scrive esperto di mitologia scandinava, né, tanto meno, conoscitore di lingue nordiche, posso solo immaginare quali potessero essere le concitate frasi che l’aquila appollaiata in cima all’albero cosmico, il frassino Yggdrasill, rivolgesse all’indirizzo del serpente Nidhhöggr, il quale, non solo incurante della salute del mitico arbusto, ma dell’intero universo, minandone perpetuamente la stabilità, da un lato si faceva beffe del pennuto, dall’altro poneva le basi per l’avvento del Ragnarök.Elementi simili al racconto norreno sono riscontrabili in svariate mitologie disseminate per il globo, appartenenti a popolazioni distanti fisicamente, cronologicamente e culturalmente, riconducibili alla presenza di un albero (spesso di grandi proporzioni), di un pennuto in cima ad esso (che sia un’aquila, una fenice o un gallo) e di un altro animale (più frequentemente serpente o drago) allocato nei suoi paraggi, che vi si attorciglia o che attenta alla sua vita. La fenice e il dragone -
Dal tempio di Salomone alla Cattedrale Gotica; lo Sviluppo dell’Architettura sacra in funzione della evoluzione tra l’Uomo ed il Divino - SECONDA PARTE
A questo punto quindi siamo giunti ad un livello fondamentale per poter arrivare a quanto ci siamo prefissi di descrivere: a) Si è ipotizzato che la Creazione è stata realizzata in base ad una legge fisica generale, addirittura divina, che governa l’insieme dell’universo; b) Si è visto che esiste una forma leggendaria o se volete mitologica che sistematicamente appare al declino di una civiltà ed alla nascita di un’altra nuova, attestandone così la continuità della Tradizione; c) Si è realizzato che questi passaggi sono legati sistematicamente al possesso di un oggetto in Oro e che l’acquisizione dello stesso è sempre stata simbolicamente, ma anche storicamente oggetto di guerre, di battaglie, di prove fisiche estreme o addirittura di furti pressoché impossibili e rocamboleschi; Dal tempio di Salomone alla Cattedrale Gotica; lo Sviluppo dell’Architettura sacra in funzione della evoluzione tra l’Uomo ed il Divino - SECONDA PARTE -
Dal tempio di Salomone alla Cattedrale Gotica; lo Sviluppo dell’Architettura sacra in funzione della evoluzione tra l’Uomo ed il Divino - PRIMA PARTE
“Io ho fatto il mondo con misura, numero e peso” (Genesi) Così si esprime l’Eterno nella Genesi, e questo sta a significare che la creazione è stata realizzata in base ad una legge fisica generale, addirittura “divina”, che governa l’insieme dell’universo. Ma la scienza umana, basata sull’osservazione, non possiede che le briciole di questa legge universale che comunque rimane il sogno di tutti i ricercatori e di tutti i sapienti. Sarebbe assurdo immaginare che l’uomo, con la sua debole mente, possa pervenire alla conoscenza totale di questa legge, resta comunque il fatto che le chiavi della stessa siano state in qualche modo trasmesse, infatti senza almeno una parte seppur piccola di queste conoscenze, l’uomo comune non avrebbe mai potuto progredire, né socialmente né spiritualmente. Dal tempio di Salomone alla Cattedrale Gotica; lo Sviluppo dell’Architettura sacra in funzione della evoluzione tra l’Uomo ed il Divino - PRIMA PARTE -
Le Costituzioni di Anderson - SECONDA PARTE
Le costituzioni del 1723 Dopo questa frammentaria premessa è arrivato il momento di dare uno sguardo all’oggetto di questo lavoro. Di alcuni protagonisti di questi avvenimenti: Anderson, John Theophilus Desaguliers, George Payne, Christopher Wren, Philip Wharton unitamente all’Invisible College e alla Royal Society parlerò in un apposito lavoro. Come nei prossimi mesi, con l’autorizzazione del nostro venerabile maestro studieremo la lotta tra gli Antichi ed i Moderni e come questa frattura della Massoneria inglese si sia ricucita solo nel 1813 con la nascita della United Grand Lodge of England - UGLE. Se Anderson è stato la mano che ha compilato le Costituzioni, poco più di uno scribacchino, probabilmente la mente pensante dietro di esse è stata quella di Desaguliers. Quando pensiamo alle Costituzioni, quasi come riflesso incondizionato, il nostro pensiero va ai Doveri del Libero Muratore e al fatto che questo non deve essere né ateo né libertino. Ma cosa significa Costituzione? «Generalmente, per costituzione si intende un documento scritto solenne, contenente la disciplina dell’organizzazione dei supremi organi statali e la proclamazione di una serie di diritti e di doveri dei consociati: tale posizione risente indubbiamente dell’influenza esercitata dall’art. 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, secondo cui «ogni società dove non sia assicurata la garanzia dei diritti, né stabilita la separazione dei poteri, non ha una costituzione». (Treccani). Le Costituzioni di Anderson - SECONDA PARTE -
Le Costituzioni di Anderson - PRIMA PARTE
Preparare un lavoro sulle Costituzioni della Massoneria inglese redatte nel 1722 e stampate nel 1723 non può essere esaurito nello spazio di un breve articolo. Tuttavia, è importante provarci comunque, non perdendo di vista la capacità di sintetizzare concetti molto ampi e profondi.Per fretta, ignoranza, superficialità e buona fede spesso tendiamo a dare per scontati concetti, idee, significati ed avvenimenti. Nella redazione di questo lavoro ho tentato di non dar nulla per scontato e rispondere tra le altre alle seguenti domande: 1) Cosa sono e come si compongono le Costituzioni del 1723? 2) Da dove arrivano? 3) Oggi ha ancora senso studiarle?L’elenco delle domande è molto più ampio ed è questo il primo insegnamento che ho tratto dallo studio per questo lavoro. Il primo dovere - non esplicitato - di un Libero Muratore è quello di interrogarsi, porre e porsi quesiti, cercare risposte. Le Costituzioni di Anderson - PRIMA PARTE -
Ugo Bassi e la causa per la libertà
Qualche tempo addietro, passeggiando per le vie di Bologna, la vista del più noto simbolo della Massoneria (squadra e compasso) richiamò la mia attenzione. Questo simbolo, bronzeo e di notevoli dimensioni, stava ai piedi della statua di Ugo Bassi, nella centralissima e omonima via, a indicare attinenza fra l’illustre frate barnabita e la Libera Muratoria. Ugo Bassi e la causa per la libertà -
Uno sguardo ermetico alchemico al viaggio di Ulisse
Per analizzare il viaggio di Odisseo, occorre prima di tutto capire il momento storico in cui è stato scritto, perché si deve partire da un altro punto di vista che non sia quello semplicemente letterario, ma più spirituale. È importante comprendere il periodo in cui Omero (o chi per lui) ha scritto l’Odissea; vale a dire il periodo della Tradizione, cioè Trasmissione, dall’Eden a Socrate, ovvero dall’essere perfettissimo all’uomo razionale. Uno sguardo ermetico alchemico al viaggio di Ulisse -
Sette colli per sette sorelle
“A ognuna il suo colle!” Questo è ciò a cui probabilmente dovettero pensare gli antichi costruttori di Roma. A cosa mi riferisco? Permettetemi di prenderla alla lontana e di creare un po’ di suspence, del resto qui ci occupiamo di misteri, nevvero? Dovete sapere che nell’antichità era assai diffusa la pratica di consacrare le città a una divinità (cosiddetta poliade) che assurgeva a protettrice della stessa. I sacerdoti degli antichi romani erano soliti invocare gli dèi tutelari delle città in procinto di essere cinte d’assedio, promettendo loro che, qualora non si fossero opposti, a Roma avrebbero goduto di pari onori e culto. Sette colli per sette sorelle -
Le città ipogee della Cappadocia
Con questo articolo, chi scrive vuole dare il via ad un cammino di “archeologia misterica” che toccherà varie tappe nel tempo e nello spazio, alla ricerca di quei legami, a volte evidenti, altre nascosti, fra i siti più emblematici dell’antichità ed un passato mitico, ma non per questo irreale, dell’umanità. Il punto di partenza di questo viaggio ascensionale verso la conoscenza e il riscatto dall’oblio si trova nel ventre della Terra, dove nessun’altra opera dell’ingegno umano nei millenni passati si era mai spinta: Derinkuyu. Le città ipogee della Cappadocia -
La simbologia della spada
“Qui acceperint gladium gladio peribunt” Coloro che mettono mano alla spada, di spada periranno (Matteo 26,52) Apparentemente la spada è solo uno strumento, un oggetto freddo e metallico, ma in realtà, come il fuoco, sembra avere per l’uomo un significato atavico, un valore ancestrale. Simbologia e spade mitiche La spada è espressione di forza e di coraggio e, come tale, è il simbolo più noto della condizione militare, tanto è vero che nella Bibbia viene spesso utilizzata per rappresentare un esercito, come ad esempio “le spade egizie”. La sua potenza è da un lato distruttiva ma dall’altro costruttiva, quando essa diventa simbolo di Giustizia se associata alla bilancia dell’equanimità o strumento atto a mantenere la pace e i valori morali più alti, come nella Cavalleria. Alla spada sono state spesso attribuite proprietà magiche, tanto da vedersi dare un nome proprio, sempre femminile, che poteva identificarla tra mille. Spade non comuni erano dunque capaci di fare di un semplice uomo un paladino o un eroe. La simbologia della spada -
Dal mondo esterno a quello interiore. Un esperimento letterario
“Il teatro è il luogo che svela come un guado segreto nel fiume, le tracce di un passaggio dall’altra riva alla nostra vita” T. Kantor Dal mondo esterno a quello interiore. Un esperimento letterario -
Della paura della libertà
Nel mondo profano sono frequenti giudizi poco lusinghieri sulla Massoneria. SI tratta di giudizi superficiali, che spaziano dal potere occulto al covo di affaristi, tutto in salsa anticlericale. Un buon Massone non deve ignorare questi sentimenti, ma cercare di esplorarne le cause, operando nel mondo dimostrando, attraverso il buon esempio, quanto tutto questo sia sbagliato. Della paura della libertà -
[VIDEOCONFERENZA] Massoneria e/o Massonerie
Dal pregiudizio alla Conoscenza. Michele Leone racconta la Massoneria e prova a individuare le cause degli equivoci, incomprensioni ed errori più o meno voluti nella narrazione che riguarda questa scuola iniziatica. [VIDEOCONFERENZA] Massoneria e/o Massonerie -
Considerazioni su Pitagora
Siamo all’inizio del VI secolo a.C. In Cina, Lao-Tze perfeziona e coordina l’esoterismo di Fo-Hi mentre in India l’ultimo Buddha, Sakyamuni, predica sulle rive del Gange principi simili. A Roma, dove i senatori si lasciano andare ad ambizioni sfrenate, il clero etrusco invia il re Numa, munito dei libri sibillini. Tutti questi grandi uomini, così come Pitagora, sono iniziati. La loro influenza è grandissima, lo scopo della loro missione è comune: contribuire a una rinnovata spiritualizzazione dell’umanità intera, creando una corrente di pensiero che sappia percorrere attraverso i paesi, migliorando la società. Anche il nostro scopo, oggi, dovrebbe essere il medesimo. È lungo questo filo ininterrotto da secoli che sopravvive la tradizione iniziatica, una tradizione che possiamo simbolicamente far cominciare da due grandi iniziati greci. Considerazioni su Pitagora -
Il silenzio
Il tema del silenzio ha interessato poeti, filosofi, pensatori, scrittori di ogni tempo: se la letteratura mistica ne aveva evidenziato la dimensione ascetico-religiosa, la cultura contemporanea ne ha posto in massimo rilievo la dimensione estetica. Il silenzio è divenuto il cuore stesso dell’arte contemporanea: la poesia moderna lo ha posto al centro del suo programma, arroccandosi così su posizioni di estremo rifiuto di un linguaggio reputato ormai spento e corrotto; il poeta si avvale del silenzio anche dal punto di vista stilistico, per compenetrare il suo verso poetico e creare quella singolare alternanza di vuoti e pieni che ritroviamo anche nella moderna scultura. Il silenzio -
Riflessioni sul solstizio d'inverno
Facilis descensus Averno: noctes atque dies patet atri ianua Ditis; sed revocare gradum superasque evadere ad auras, hoc opus, hic labor est. Lo scender ne l'Averno è cosa agevole ché notte e dì ne sta l'entrata aperta; ma tornar poscia a riveder le stelle, qui la fatica e qui l'opra consiste. Eneide, VI, 126-129 Riflessioni sul solstizio d'inverno -
[VIDEOCONFERENZA] Cyber - ritualità
È possibile una ritualità con l’ausilio della rete? È possibile fare un rito in video chat? Esiste una Cyber Spiritualità? Cosa è l’uomo e cosa è un rito? Queste sono alcune delle domande a cui Michele Leone prova a dare risposta in questa conferenza, disponbile integralmente al link sottostante. https://www.youtube.com/watch?v=KRRf0filSoI [VIDEOCONFERENZA] Cyber - ritualità -
Fratellanza. Un metodo
In un mondo che cambia risolutamente e senza attendere i ritardatari, in una società che, nella sua articolazione, crea confusione negli spiriti puri, in una realtà che con i suoi squilibri fa nascere impellente nell’uomo equo l’esigenza d’agire per il proprio e l’altrui miglioramento, esiste un rifugio prezioso: la fratellanza. La fratellanza vera, profonda, non sbandierata, ma cementata nell’idem sentire; vissuta nel gruppo ristretto per esprimersi poi anche all’esterno, nella società civile. È opportuno ricordarlo: la vera fratellanza non si impara grazie alla teoria, ma si acquisisce con la pratica, attraverso il buon esempio, vivendola e condividendola con chi ha le nostre medesime sensibilità. Fratellanza. Un metodo -
Il gioco dell'oca
Santiago di Compostela è molto più antico, come luogo sacro, di quanto si crede. È vero, la data di fondazione della basilica, eretta a ricordo dell’aiuto soprannaturale dato da San Giacomo nella battaglia di Clavijo che vide la vittoria dei cristiani sui mori è dell’anno 844. E già nell’anno 818 una stella, fissa in cielo, aveva indicato a Iria Flavia, in Galizia, il luogo della tomba del santo che, martirizzato a Gerusalemme, fu poi trasportato in Spagna. Il vescovo di Iria Flavia fece scavare nel luogo indicato dalla stella e lì fu trovato un sepolcro marmoreo contenente le spoglie del santo. Il gioco dell'oca -
Thelema
“Fa' quello che vuoi, perché persone libere, bennate, ben istruite, che frequentano oneste compagnie, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio”.Questa frase François Rabelais fa dire a Gargantua, nel suo Gargantua e Pantagruele, per illustrare le regole della sua Abbazia “Thélème” (“Volontà” in greco), ove accettava ragazzi e ragazze che avessero in comune certe caratteristiche ideali (belli, buoni e gentili), senza tenere conto di differenze religiose o sociali.Questa frase rappresenta anche il fondamento che l'occultista Aleister Crowley diede al culto da lui creato, anche esso chiamato Thelema e alla propria comunità chiamata, appunto, Abbazia di Thelema. Thelema -
L'intero universo vive di suoni e di armonici
Quello che percepiamo come suono singolo, per esempio una nota emessa da un violino o da un pianoforte, dalla nostra voce o da qualsiasi sorgente sonora, in realtà non è puro ma è una sovrapposizione di ipertoni, un amalgama di frequenze multiple a quella del suono originario.Questi armonici naturali sono i responsabili della modellazione e del timbro, così che ogni cosa risuona in un modo assolutamente unico. L'intero universo vive di suoni e di armonici -
Per l'equinozio di autunno
Il mondo moderno, preso com’è dalla sua frenesia competitiva e materialistica, da quei metalli che noi cerchiamo di tenere lontani dalle porte del Tempio, si è dimenticato dei cicli cosmici, ma nulla ci impedisce oggi di celebrare un rito collettivo, che è al tempo stesso una meditazione sull’equilibrio degli opposti che si verifica nel giorno dell’equinozio d’autunno. Per l'equinozio di autunno -
Il diavolo gnostico
Diavolo è un termine che deriva dal greco dia-ballo “colui che divide”.Per una parte della dottrina Cristiana e Cattolica la divisione che il Diavolo compie avviene attraverso la Tentazione, che porta l'uomo a scegliere fra bene e male.E qui troviamo già un contrasto molto forte fra la dottrina Cattolica classica ed il dualismo gnostico cristiano: nel Padre Nostro, vecchia formulazione, esisteva la formula “Non ci indurre in tentazione / Ma liberaci dal Male”. Il diavolo gnostico -
Massoneria e musica
A cavallo fra il XVII e XVIII secolo la Massoneria si trasformò gradualmente da operativa in speculativa: fu un processo che interessò un lasso di tempo misurabile in decenni e che modificherà in maniera radicale e non reversibile la Massoneria. In questo processo nelle Logge venivano "accettate" personalità che nulla avevano a che fare con la Muratoria operativa, ma che si distinguevano per altri interessi: intellettuali, letterati ed artisti entravano così a far parte di un sodalizio nuovo prima a loro precluso. E fra gli artisti non potevano certo mancare i musicisti, talvolta semplici appassionati o virtuosi dilettanti, talaltra musicisti di professione. Massoneria e musica -
Arte contemporanea e postmodernismo
Questo contributo non vuole offrire una panoramica dotta e approfondita dell’arte del Novecento, ma rappresenta esclusivamente il frutto di un rapido sguardo alle espressioni più significative della pittura contemporanea, dal secondo Dopoguerra a oggi. E lo scopo di questo testo è cercare una chiave per comprendere alcuni valori fondamentali dell’individuo, valori che poi muovono, attraverso fili invisibili, le dinamiche storiche collettive. Se appare utopico parlare di verità da raggiungere, pare però esatto evidenziare quanto già sostenevano i rosacruciani, ossia che la scienza è l’ombra proiettata dell’intuizione. In altre parole, solo con l’intuizione si può raggiungere la vera essenza delle cose. E chi meglio di un artista esercita in modo raffinato ed esclusivo questo strumento di conoscenza? Artura Schwartz afferma addirittura che l’opera d’arte rientra nella sfera alchemica poiché determina, sia nell’artista che nel suo prodotto, una trasformazione del visibile in qualcosa di sublime, che si avvicina alla realtà invisibile e creatrice. Attraverso l’intuizione il filosofo, il musicista, lo scultore, il pittore percepiscono, magari involontariamente o inconsciamente, quei dati inafferrabili dalla pura ragione o, comunque, da menti applicate nel mondo profano ad altre operazioni. A un critico che gli chiedeva quali fossero i suoi ideali ispiratori, Migneco rispose: “Esprimo quel che capisco del mondo (e cioè ciò che sento, vedo e immagino), nella maniera più semplice e immediata, con i mezzi di cui il mio mestiere dispone”. E l’idea di poter trovare una chiave di lettura del mio futuro nell’evoluzione dell’arte a me più vicina (quella pittorica) mi venne osservando i paesaggi urbani di Sironi: da quei quadri, dipinti in pieno Futurismo, si percepisce immediatamente una chiaroveggenza, forse non pensata dal pittore, e cioè che l’industrialismo e il connesso consumismo edonistico sarebbero stati i fattori più potenti di corrosione e di devitalizzazione dell’ambiente dell’uomo nei decenni a venire. Vediamo quindi quali sviluppi ha avuto la pittura a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Ebbene, possiamo subito rilevare che la produzione artistica si è sviluppata in molteplici e diverse direzioni: tuttavia dall’esame dei numerosi movimenti mi pare che si possa recuperare un unico quadro complessivo. Liberi ormai completamente da ogni esigenza raffigurativa grazie ai progressi dell’arte fotografica e desiderosi di esprimere il risentimento morale e costruttivo di una generazione uscita dalla guerra, molti artisti cercarono un linguaggio che permettesse un equilibrato rapporto fra la lettura naturalistica della realtà e possibili avventure formali. Tra i movimenti più rilevanti che cercarono tale tipo di linguaggio vi fu quello definito come post cubismo, ossia quel movimento che, riprendendo la tipica scomposizione delle immagini in una serie di piani allineati ma riferibili a diverse orientazioni, riproponeva stilizzazioni geometriche più semplici. Il post cubismo (che vide, tra gli artisti italiani, Guttuso, Afro, Pizzinato, Birolli, Turcato e Vedova) prese peraltro ben presto due differenti strade: alcuni artisti, infatti, incominciarono a dare alla lettura naturalistica colori e segni accentuati e violenti, sempre restando nell’ambito figurativo, con una chiave di fondo legata all’impegno sociale; altri, invece, incominciarono rapidamente a svincolarsi dal dato naturalistico proponendo stilizzazioni sempre più astratte. La prima tendenza si ritrova nel c.d. Realismo o Realismo sociale che si caratterizzò soprattutto per l’impegno, appunto sociale dei dipinti (Guttuso, Treccani, Pizzinato tra gli altri). Tuttavia, lo stesso Argan ammette che il tentativo di inserire l’arte nella lotta politica della classe operaia fallì clamorosamente. La seconda tendenza trovò invece una sua prima espressione in quei pittori (come Klee, Kandinsky, Max Bill, Arp, Turcato, Capogrossi) che vennero definiti astratti per l’assenza di riferimenti figurativi nella costruzione del dipinto: sebbene comunque in essi vi siano riferimenti geometrici o una chiara e ritmica organizzazione del dato visivo o percettivo. Non dobbiamo pensare all’astrattismo come solo a una mera avventura formale, ma si tratta di una vera e propria ricerca con la quale esprimere lo stato esistenziale dell’uomo moderno. Scrive Paul Klee in occasione di un incontro al Bauhaus: “La capacità dell’uomo di spaziare a piacimento con lo spirito nella dimensione terrena e in quella ultraterrena, in antitesi con la sua impotenza fisica, costituisce la tragedia originaria dell’uomo: la tragedia della spiritualità. La conseguenza di questo coesistere d’impotenza corporea e mobilità psichica è la dicotomia dell’essere umano. L’uomo è per metà prigioniero, per metà alato”. Ma la seconda tendenza trovò anche espressione in un altro importante movimento, quello denominato informale, in cui la pittura non rappresenta alcun fenomeno esterno ma si propone essa stessa come fenomeno, ed è testimonianza di un rapporto diretto, immediato, non pensato e progettato, tra il pittore e la realtà, dove la realtà è quella stessa dei mezzi espressivi manipolati dall’artista. L’arte, che la tradizione culturale aveva posto come forma, si viene a trovare in una società che svaluta la forma e non riconosce più nel linguaggio il modo essenziale della comunicazione tra gli uomini. Avviene in tal modo una rivoluzione nell’arte pittorica perché al protagonismo della forma si sostituisce quello della materia, non più imprigionata in schemi formali. Al protagonismo del disegno si sostituisce quello del segno, che esprime il gesto immediato dell’artista. Ricordo che tale rivoluzione avviene negli anni ’50, in pieno clima di esistenzialismo, e segna anche lo spostamento definitivo della capitale mondiale dell’arte: da Parigi, ormai in declino, a New York. Proprio in questa città, forte dell’arricchimento dato dal surrealismo di pittori immigrati come Breton, Ernst, Dalì, Chagall, l’informale si sviluppò dando maggior peso al gesto piuttosto che alla materia (c.d. Espressionismo astratto o action painting). Ricordiamo, oltre a de Kooning e Kline, anche Pollock, il quale inventò la tecnica del c.d. dripping, e cioè la pittura sgocciolata dall’alto su tela, con gesti quasi rituali. E proprio con tale gestualità la pittura non doveva esprimere concetti, ma solo sfogare l’ira dell’artista nei confronti della società del progetto, della pianificazione. In Europa prevalse invece l’informale di materia: pensiamo a Burri, famoso per i suoi sacchi di tela grezza nonché a Fontana, con le sue tele tagliate. Durante il boom economico degli anni ’60 l’informale entra in crisi e viene accusato di degenerare in un’accademia dell’angoscia. La reazione si esprime in un tentativo di ricondurre la creatività a un atto razionale (Colombo, arte programmata) o in un ritorno figurativo impregnato di esistenzialismo (Bacon, Romagnoni, Ferroni, Guerreschi, attraverso la c.d. nuova figurazione) o, ancora, con una vera e propria rivoluzione del linguaggio pittorico (new dada e, soprattutto, pop art). Il termine pop deriva da popular, dove popolare non fa riferimento a qualche espressione creativa del popolo bensì vuole esprimere la non-creatività della massa, il disagio del singolo individuo nei confronti dell’uniformità della società dei consumi. La novità di questo movimento consiste nell’approccio a un mondo sino ad allora escluso dagli orizzonti della pittura e, se vogliamo, nell’originale contaminazione dei mezzi espressivi. Se infatti la pittura può essere un insieme disordinato di macchie colorate e non deve comunicare un significato ma attende di riceverne uno da chi la guarda, non si vede – per l’artista pop – perché la pittura debba stare si un piano ed esser fatta di colori. Pertanto il famoso letto di Rauschenberg è un vero e proprio letto, sfatto, sudicio e imbrattato di colori. Dalla pop art esplodono movimenti volti alla ricerca quasi frenetica di nuove tendenze concettuali: Nuova astrazione, Op art, Iperrealismo, Minimalismo, Arte povera, Body art, Concettualismo, ecc. Tutte comunque nella scia dell’esperienza pop, e cioè nella condanna dello sfrenato e sempre più raffinato consumismo. Secondo la visione di tali artisti, l’industria scopre infatti che il consumo psicologico è infinitamente più rapido del consumo oggettivo: basta presentare un nuovo tipo di prodotto e subito il precedente diventa obsoleto. Ciò che conta è quindi la novità. Il sistema industriale perderebbe giri se non crescesse continuamente l’ansia del consumo, che quindi costituisce una nevrotica libido, un bisogno di distruggere per esistere. Per la citata arte povera (tecnologicamente povera in un mondo tecnologicamente ricco) abbiamo addirittura una radicalizzazione del problema perché, per tale movimento, non si dovrebbe neppure realizzare l’opera d’arte poiché questa è oggetto: e in una società consumistica l’oggetto è merce, la merce ricchezza e la ricchezza potere. Entriamo finalmente negli anni ’80, dove questa corsa frenetica si esaurisce e, come sostiene Flavio Caroli, si assiste a “una reazione generalizzata che porta gli artisti a riprendere in mano tele e pennelli”. Si assiste quindi alla ripresa di modi e tendenza precedenti, una sorta di meditazione sulla tradizione: su tale scia si pongono quei movimenti come la Pittura colta, l’Ipermanierismo e, finalmente, il Postmoderno. Questa attuale meditazione coincide con una generalizzata crisi di rigetto della filosofia scientifica, dell’estrema e cieca fiducia nel processo tecnologico. La fiducia nell’onnipotenza della ragione (fondata sulle necessarie dimostrazioni della matematica e nella testimonianza fattuale delle esperienze sensibili) aveva inizialmente anche illuso che l’uomo avrebbe potuto perdere la necessità di Dio. Parallelamente a questa illusione, l’uomo contemporaneo ha fatto o elaborato scoperte che non hanno precedenti nella storia e che hanno letteralmente sconvolto ogni schema acquisito nei secoli precedenti. Anzitutto l’invenzione e la messa a punto di veicoli sempre più raffinati che hanno permesso lo spostamento di uomini e beni in tempi sempre più ristretti e in luoghi sempre più distanti (addirittura fuori dal nostro pianeta). Poi, e non da ultimo, il collegamento video, che ha permesso la circolazione in tutto il mondo e in tempo reale di idee, progetti, opinioni. Ma, quasi paradossalmente, proprio il razionalismo vitalistico dell’uomo contemporaneo, il dinamismo dei rapporti sociali, l’efficientismo produttivo hanno fatto emergere con sempre maggior vigore l’inquietudine dell’uomo, la sua incapacità di adattarsi alle strutture artificiali del mondo moderno. Gli errori e i disastri provocati dal progresso tecnologico hanno poi dato l’ultimo scossone. Non mi è possibile indicare un elenco preciso degli artisti che si ispirano al Postmodernismo perché esso non può trovare una collocazione ben definita, nelle arti figurative così come nella letteratura. Il sentimento postmoderno emerge forse, quasi inavvertitamente, da tutte quelle opere, come quelle di Chiaberti e Portoghesi, che si pongono una riflessione sui valori della tradizione, accantonati negli anni del Dopoguerra fino all’esperienza Pop. In tale quadro il Postmodernismo vuole innanzitutto sottolineare che la vera modernità comporta la rinuncia a tutta una serie di illusioni: prima di tutto a quella dell’organicità e cioè all’illusione di poter cominciare a cambiare qualcosa e poi cambiare sistematicamente tutto. Come se il mondo potesse obbedire a una regola ben precisa e invariabile. Per il Postmodernismo il mondo lo si trasforma senza invitarlo a seguire modelli astratti e precostituiti, ma piuttosto insinuandosi dentro questi processi e avvicinandoli alle ispirazioni degli uomini. D’altra parte la modernità, con i suoi miti, i suoi gusti, è il mondo creato su impulso di tre o quattro generazioni passate. E tra gli scopi del Postmodernismo vi è quello quindi di opporsi al congelamento del moderno che, esaurita la sua spinta dinamica, ha finito per cristallizzarsi. Recuperando valori e tradizioni che l’orgia tecnologica aveva ridicolizzato, il Postmodernismo ripropone un rapporto tra passato e mondo contemporaneo basato non sulla mera imitazione ma su una riattualizzazione dei temi storici. Dopo le avventure astratte, informali e pop il Postmodernismo – citando Paolo Portoghesi – “torna indietro paradossalmente per progredire; recupera valori del passato con uno spirito diverso; recupera valori che nella fretta di addentrarci nel futuro abbiamo perduto: il calore di un camino, il sapore del cibo cotto al carbone”. Dopo le frenetiche ricerche avanguardistiche prima descritte, ritengo che il Postmoderno evidenzi un segnale (o meglio, un’intuizione) molto importante, un segnale che dona nuovamente gioiosa fiducia al nostro avvenire. L’uomo-massa si sta scuotendo per ritrovare il proprio valore come individuo e per scrollarsi di dosso la cappa opprimente di formica-operaia. Non bastano le nuove feste che accompagnano il progresso vertiginoso a zittire quelle insistenti domande che da sempre prorompono in ogni individuo: chi sono io? Perché sono nato? Perché devo rifiutare il mistero se sento che io sono il primo mistero non ancora risolto? Arte contemporanea e postmodernismo -
I compiti del dotto secondo Fichte
Il filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte può essere certamente considerato il fondatore dell’idealismo ed esemplare espressione del Romanticismo tedesco. Soprattutto, però, ci colpisce per la sua visione attivistica ed etica dell’esistenza, una visione che lo rende un rappresentante tipico della concezione moderna dell’uomo, che deve interpretare la vita come impegno, sforzo, missione, libertà e movimento. Tutti pilastri del pensiero occidentale. I compiti del dotto secondo Fichte -
Perché difendere lo studio dell'età classica
“Civiltà sepolte” e attualità della “Tradizione”. Un progetto allarmante e i motivi del suo rifiuto Non abbiamo bisogno di spendere parole sull’importanza dell’intitolazione di istituzioni pubbliche e associazioni private. Il “nome distintivo” ha sempre avuto ripercussioni decisive sul tenore della condotta di quanti l’hanno scelto o ereditato per propria insegna. Di fondamentale rilievo nella tradizione militare – che l’ha rivestita di una moltitudine di emblemi e colori, come vengono ripetendo gli eccellenti saggi di araldica militare e vessillografia pubblicati dal Gen. Oreste Bovio – sin dalla più remota antichità la dedica dei reparti armati ha trovato emulazione in quella di chiese, istituzioni religiose, corporazioni e, naturalmente, ha assunto forza e vigore nell’universo massonico, anche a tal riguardo ertosi a sintesi medianica delle diverse tradizioni durate nella storia umana. Perché difendere lo studio dell'età classica -
Unde malum? Dal "monstrum" al "mostruoso" nell'arte figurativa
L’area semantica del termine “mostro” ingloba significati tra loro, se non contradditori, quanto meno eterogenei. Nel linguaggio corrente il vocabolo individua una presenza o entità che suscita spavento, orrore. Estensivamente, viene indicato come “mostruoso” ogni comportamento estremamente negativo, criminale, mentre la sua radice etimologica rimanda al termine latino “monstrum” che indica essenzialmente un segno divino, un prodigio da monere: avvisare, ammonire. Monstrum è l’apparire, il manifestarsi, il mostrarsi improvviso di qualcosa di straordinario, di divino, che, se viola la natura, è però anche un avvertimento, cioè un insegnamento dato all’uomo che sa ascoltare e comprendere le potenze del Sacro. Da qui, nell’universo spirituale latino, deriva la natura di presagio del monstrum, che suscita un senso di meraviglia e di stupore e può essere o fasto o nefasto, generando perciò rassicurazione o angoscia. Unde malum? Dal "monstrum" al "mostruoso" nell'arte figurativa -
La "supremazia" della logica vulcaniana
Per meglio comprendere la realtà spesso è utile vagare, librarsi con la mente per liberarsi di alcuni vincoli materiali. Deve aver fatto così anche Gene Roddenberry, mente brillante e creatore dell’universo di Star Trek, che ha raggiunto un tempo futuro, in un universo immaginario, il pianeta Vulcano che il titolo di questo breve elaborato evocherà nei più appassionati. La "supremazia" della logica vulcaniana -
Julius Evola. Tra i segreti della Massoneria
In I guardiani del potere (il Mulino, 2014) il generale di corpo d'armata Fabio Mino, già capo di Stato Maggiore del Comando NATO nel Sud Europa, evidenzia le analogie tra i guardiani “del sangue” e quelli “di Dio”, i soldati del potere e quelli dello Stato: una suggestiva carrellata attraverso il tempo e lo spazio, con attenzione speciale per le Regole soggiacenti a Ordini garanti della stabilità. Julius Evola. Tra i segreti della Massoneria -
Bello e(s)t buono
Il problema del bello e la sua definizione non sono e non possono essere lo scopo di queste righe. Il senso di questo lavoro è un modesto approccio alla visione del mondo e dell’interiorità dell’essere umano come un unico armonico ed alla tensione di questo al bene. Nell’antichità, all’origine stessa di quella che si è soliti chiamare cultura occidentale, nel momento in cui le emozioni di vibrazione poetica si svilupparono nei due rami che col tempo sono diventati “le scuole iniziatiche” e la filosofia, il bello ed il bene non avevano ancora subito una divisione ed erano un’unica cosa, un’unica idea. Bello e(s)t buono -
Le Alpi tra squadra e compasso
L'Europa era più unita nel Settecento che adesso? Per molti aspetti, non lo era affatto. Il Potere era come le “bolle d'acqua”: una forza della natura. Come il “dito di Dio”, colpiva duro qui e là, in tempi e modi imprevedibili. Travolgeva e annientava o risparmiava. Molti morivano in fasce, i più avevano una speranza di vita di circa vent'anni. Taluni, fortunatamente ai margini della Storia, morivano decrepiti, con gli occhi infossati nei ricordi. Le Alpi tra squadra e compasso -
Patria e umanità oggi
Uno dei concetti che reputo più interessanti su cui ragionare all’inizio di un percorso massonico è quella parte del solenne giuramento che ne decreta l’ammissione, nella quale si esprime chiaramente l’intento di consacrare tutta la propria esistenza al bene e al progresso della patria e dell’umanità intera. Un giuramento quindi con un proposito importante che delinea un netto cambiamento di quelle che saranno le priorità dell’iniziato se non già precedentemente in linea lo stesso. Ad egli viene peraltro concessa piena libertà di ritirarsi, se non se la sentisse di compiere tale giuramento. Il concetto può apparire molto generale, da cui probabilmente è lasciato ad ognuno di arrivare a conclusioni interrogandosi sulla questione. Si può però senz’altro provare ad analizzarne sinteticamente qualche implicazione contemporanea. Patria e umanità oggi -
Gnosi e Massoneria. Una suggestione
“Per quanto tu cammini e percorri ogni strada non potrai mai raggiungere i confini dell’anima, tanto è profondo il suo Logos” Questo frammento di Eraclito ci aiuta a introdurre il difficile argomento delle Gnosi, intese non nel comune senso storico ma nel suo più profondo significato di ricerca della conoscenza. Gnosi e Massoneria. Una suggestione -
Il bianco e il nero
Nel Tempio massonico vi sono due colori di altissimo valore simbolico. Il bianco e il nero del pavimento a scacchi. Essi rappresentano l’indissolubile complementarietà dei due principi cosmici, yin e yang, il positivo e il negativo. Bianche e nere sono le pietre grezze; il lavoro su di esse, che mai avrà fine, le leviga sino a formare dei cubi perfetti, che possano essere giustapposti senza soluzione di continuità. Gli spigoli sono rettilinei e perpendicolari tra loro: non vi sono sporgenze, né rientranze, il bianco e il nero si armonizzano alla perfezione. Il bianco e il nero -
Dal Nilo a Torino. Verità o leggenda?
Le meraviglie di Torino da dove cominciano? Dalla bellezza architettonica dei suoi palazzi, chiese, monumenti … dalla grandiosità dei suoi viali, delle piazze, della collina o dei monti che le fanno da sfondo? O iniziamo il nostro discorso parlando della sua importanza storica che la vede prima capitale del Regno d’Italia? Perché non ci concentriamo, invece, sul suo aspetto magico-esoterico molto caro ai torinesi e che tanto incuriosisce chi di Torino non è? E ancora: perché questo nome “Torino” e come e quando il toro è divenuto l’emblema della città? Dal Nilo a Torino. Verità o leggenda? -
Il giudizio
Il meccanismo oscuro, indifferente ad angosce e sentimenti, che non ha pietà perché non umano, ma automatico e rigido, secondo schemi prefissati e regolamentati, cavillosamente puntigliosi in sfumature sottili e pericolose: il processo inquisitorio fu costruito su misura per una realtà distorta e incontrollata, un fenomeno patologico del diritto, scritto e non; aberrante dalla religione cattolica, fuorviante dalla legge, si era prestato a una oscura trama di potere, ordita da monarchia contro nobiltà, da papato contro monarchia, da gerarchie ecclesiastiche contro il papato. Servì ai falsi contro i nemici, agli spagnoli contro gli ebrei, contro i mori, contro altri spagnoli. Il giudizio -
Confucio e la morale cinese
Ho tra le mani una cronaca di oltre cento anni fa. Chi scrive è un certo signor De Brandt, che fu inviato nel Celeste Impero dall’allora impero germanico. Era un profondo conoscitore dell’animo cinese, definito un crogiuolo di debolezze, miserie, virtù, tutte provenienti dalla medesima sorgente. In Cina, più che altrove, i veleni sono dei rimedi, i rimedi dei veleni. Confucio e la morale cinese -
50 Sfumature di dubbio
Cosa possiamo imparare dal dubbio metodologico di Cartesio?Formatosi dai Gesuiti del collegio di La Flèche, Cartesio o meglio René Descartes, ha dato contributi fondamentali in campo filosofico e matematico fino a diventare noto per il cosiddetto “dubbio metodologico” e la famosa citazione “Cogito ergo sum” ovvero “Penso dunque sono”.Lui come Wittgenstein fu molto strumentalizzato dalle correnti filosofiche positiviste britanniche che lo affiancarono alla corrente degli scettici ovvero di coloro che dubitano per dubitare.Ma è davvero così? Continua a leggere… 50 Sfumature di dubbio -
Il solstizio d'inverno
Sappiamo che, fin da tempi antichissimi, tutti i popoli, seppur con diversità di riti e manifestazioni, hanno sempre elevato inni di gioia e di riconoscenza per celebrare la festa del sole, entità universalmente riconosciuta come rigeneratrice e fonte di vita. Gli egizi, ai quali la Massoneria è debitrice di buona parte dei propri misteri, celebravano la vittoria di Osiride come allegoria della vittoria della luce sul dio delle tenebre.È facile, quindi, dedurre che queste ricorrenze erano (e lo sono ancora oggi!) le feste dei figli della Vera Luce, per i loro contenuti allegorici e filosofici. Secondo un’antica tradizione i Massoni, al tempo delle Crociate, si unirono ai Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e si posero sotto la protezione del santo, dedicandogli le Logge. Da allora, le due ricorrenze solstiziali mantengono un’importanza cruciale per la vita di ogni Massone. Il solstizio d'inverno -
Oltre Matrix
“ …Matrix è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nascondere la verità. Quale verità? Che tu sei uno schiavo…nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Ma nessuno di noi può descrivere Matrix agli altri. Devi scoprire coi tuoi occhi che cos’è.”Nel 1999 usciva il primo film della trilogia di Matrix, dando inizio al racconto di una parabola dei giorni nostri, densa di contenuti esoterici. I film della trilogia possono considerarsi, senza dubbio delle opere in codice a più livelli. Il dialogo qui sopra riportato avviene tra il protagonista Neo e Morpheus, colui che lo ha cercato e condotto fuori da Matrix. Oltre Matrix -
Per un buon viaggio, non pensare alla meta
Riflessioni su Massoneria e contemporaneità La Massoneria è, anzitutto, una scuola iniziatica. E l’iniziazione, oltre ad avere tutta una serie di significati e valori prettamente simbolici ed esoterici, è la prima occasione in cui il bussante ha la possibilità di misurarsi con un mondo, quello massonico, del tutto particolare. L’etimologia del termine metodo, parola di origine greca, evoca il viaggio, ossia “la via che conduce oltre”. Ma oltre che cosa? E chi può legittimamente indicare la via o, almeno, dare qualche consiglio utile? Per un buon viaggio, non pensare alla meta -
Max Jacob, un esoterico
Nel 1876 Max nasce a Quimper, Francia, da una famiglia ebrea. Dopo le scuole primarie vince una borsa di studio e si iscrive alla scuola coloniale di Parigi che abbandona, però, nel 1897 per dedicarsi alla carriera artistica, pur patendo la fame.Sotto pseudonimo comincia a collaborare alla rubrica artistica del “Moniteur des arts”, e nel 1901 incontra Pablo Picasso, con cui lega fin da subito. Max Jacob, un esoterico -
Della Cupidigia
Due storie di qualche anno fa, ma di sapore antico, medioevale. Mamma Ebe, una moderna versione della Monaca di Monza, e lo psicanalista Armando Verdiglione. Le cronache ci presentano una donna che di giovanile ha soltanto una fluente capigliatura, altrimenti un viso arido, scavato, privo di ogni espressione di dolcezza, freddi occhi sotto grandi lenti, e un uomo dall'aspetto di ragazzo con le sue guance piene, occhi ora acuti, ora sorpresi e smarriti. Entrambi, almeno fino a ieri, ricchi o presunti ricchi: denaro, gioielli, pellicce, addirittura uno yacht la prima; un impero immobiliare, una casa editrice, una fondazione, ampia notorietà e consenso nel campo internazionale della cultura lo psicanalista. Un tratto li accomuna: l'uso e lo sfruttamento, a fini di lucro, di individui deboli, malati veri o immaginari, influenzabili, infelici, o semplicemente ingenui. E che hanno avuto il torto di credere in loro. Lasciamo a parte i commenti delle cronache. Della Cupidigia -
"Cugino" Pellico
L’autore de Le mie prigioni ha avuto la singolare sorte di essere considerato un liberale impenitente dal reazionario conte Monaldo Leopardi (padre del più celebre Giacomo) e di passare per bigotto reazionario agli occhi di quanti, senza leggerne le opere o comunque senza comprenderle, si fermarono alla superficie, ciò al suo quieto crepuscolo di Casa Barolo, a Torino. "Cugino" Pellico -
La Morte
Ispirato al lavoro di M.P. - Or. Bologna - R.L. Ugo Bassi La paura di morire accompagna gli Uomini durante tutta la vita. Ognuno ha le più svariate reazioni, chi ne è spaventato o prova repulsione, pochi altri invece pensano al momento della fine con indifferenza e probabilmente nessuno ne trae conforto. Sono infatti pochi quelli che pensano alla Morte come inizio di una nuova Vita, ad una Rinascita, all’inizio del Cammino verso la Via iniziatica.Perché si tende ad una visione così pessimistica della morte? Gli Uomini hanno paura di ciò che non conoscono e sicuramente la Morte è una di queste. O meglio essi non vogliono sapere, non si fermano a pensare come quel momento potrà essere e in cosa consisterà. Sarà facile o difficile, un bene o un male, l’inizio o la fine. La Morte -
Lavorare massonicamente?
Che cosa significa lavorare “massonicamente” in Loggia e nell’Ordine?Significa tutti insieme ritrovare la vera natura dell’uomo nell’alveo della tradizione esoterica. Lavorare massonicamente? -
Massoneria e cattolicesimo romano
La Massoneria universale, raggruppando sodalizi massonici e riti differenti, tende a instaurare una forma di religiosità ispirata alla ragione; sotto l’aspetto sociale e politico porta gli uomini a sentirsi liberi e i popoli fratelli; nell’uguaglianza, mira a realizzare un’organizzazione umanitaria. Massoneria e cattolicesimo romano -
Platone e i Social Network
Scopri perché i Social Network sono la nuova caverna di Platone e come uscirne da subito con 3 semplici accorgimenti. In questo articolo scoprirai 3 semplici accorgimenti per mettere piede fuori dalla caverna dei social, evitare di diventarne dipendente e vivere meglio. Come ben sai il mondo oggi gira intorno ai social e noi giriamo intorno a loro, e tutta la nostra vita ruota intorno a questi strumenti. Like, followers, cuoricini, hashtag, influencer, sono termini che senti quotidianamente e che hanno modificato il nostro attuale linguaggio. Platone e i Social Network -
I doveri del Maestro
La Libera Muratoria riconosce nella Massoneria Azzurra i tre gradi iniziatici di Apprendista, Compagno d’Arte e Maestro. Il grado di Maestro è considerato da molti riti come il massimo dei gradi.Iniziato come Apprendista e successivamente elevato al grado di Compagno d’Arte, il Libero Muratore diventa Maestro dopo un processo di formazione che dallo stato di pietra grezza lo conduce a quello di pietra cubica. L’iniziato farà proprie doti, capacità e virtù che i Venerabili Maestri che gli sono stati di guida, riconosceranno in lui. Giunto al grado di Maestro l’iniziato, con la responsabilità che questo grado comporta, avrà doveri che non potrà derogare, consapevole che eventuali mancanze non potranno più essere guardate con l’occhio benevolo ed indulgente che viene rivolto all’Apprendista od al Compagno. I doveri del Maestro -
Storia del violino
Nulla più che osservare strumenti musicali può suscitare una tacita ammirazione che dia libero sfogo alla fantasia. Oggetti inanimati rivivono improvvisamente e danno vita a dedicate e fragorose armonie; armonie che questi meravigliosi arnesi per fare musica hanno in sé e che solo sotto abili mani si concretizzano per dissolversi istantaneamente nel nulla, quasi per magia. Storia del violino -
Napoleone sotto l'acacia
Ma davvero Napoleone fu iniziato massone? L’interrogativo è vecchio di secoli. Circolava già quando egli sedeva sul trono, al culmine della gloria. Continuò poi a serpeggiare per le corti e nei circoli dei vecchi grognards mentre l’Aquila era Sant’Elena e tutti si attendevano che, prima o poi, qualche strana congrega ripetesse l’impresa dell’Elba e gettasse nuovamente l’”uom fatale” sui campi di battaglia di un’Europa esangue e disposta a barattare la tranquillità con il servaggio. Napoleone sotto l'acacia -
Luci e ombre dell’Hegelismo
Dal 1818 ad oggi, Hegel continua a riempire di se la storia filosofica, costituendo una delle componenti più discusse e discutibili del pensiero contemporaneo. La sua influenza ha riguardato correnti di destra come di sinistra, turbando e movimentando non solo la filosofia ma anche la politica, la critica letteraria ed artistica , come la storiografia ed addirittura l’esegesi neotestamentaria. Luci e ombre dell’Hegelismo -
Sulle origini di Piazza del Gesù
Molti, anche tra i non appartenenti ad alcuna Obbedienza, sanno dell’esistenza – in ordine cronologico – di una Massoneria di Palazzo Giustiniani e d’una di Piazza del Gesù. Perché però persistano due diverse denominazioni rimane invece oscuro ai più. Eppure, va osservato, la spaccatura dovette essere molto profonda se sopravvisse a due guerre mondiali e permane persino nelle etichette ereditate dalla storia, talché vengono comunemente usate ancora oggi benché né il Grande Oriente d’Italia né la Serenissima Gran Loggia abbiano più sede a Palazzo Giustiniani e a Piazza del Gesù. Sulle origini di Piazza del Gesù -
Baphomet e il Santo Graal
Baphomet mostro barbuto oppure simbolo del battesimo di Meti?Simbolo esoterico emblematico e confuso, rappresenta l’immagine sintetica nella quale gli Iniziati del Tempio avevano raccolto tutti gli elementi della scienza e della tradizione. Figura complessa, parlante nel suo silenzio, colma di messaggi e d’insegnamento nonostante la sua estetica grottesca, rozza e in un certo senso primitiva. Baphomet e il Santo Graal