Lettura dei segni divini e linguaggio primordiale nel pensiero ermetico rinascimentale
Il monaco benedettino Giovanni Tritemio (1462-1516), abate di Sponheim e successivamente di San Giacomo a Würzburg, rappresenta una delle figure più affascinanti della tradizione ermetico-alchemica del tardo Medioevo. Maestro di Paracelso e Cornelio Agrippa, Tritemio sviluppò una visione della magia naturale profondamente intrecciata con la teologia mistica e la filosofia ermetica. Il brano che segue proviene dal terzo capitolo del Libro delle meraviglie, un'opera attribuita a Tritemio circolata per secoli in forma manoscritta negli ambienti rosacruciani germanici prima della sua pubblicazione nel 1855 con il titolo Wunder-Buch. In questo passaggio, l'autore espone i fondamenti teorici della magia naturale attraverso una complessa esegesi dell'alfabeto ebraico come linguaggio primordiale della creazione, dove ogni lettera diventa veicolo di significati cosmologici e teologici, dalla Trinità alla struttura stessa della natura.
“Qui bisogna osservare ciò che ho detto in precedenza, poiché senza l'influsso e l'effetto dei segni zodiacali e dei pianeti non si può compiere nulla, perciò devi comprendere la segnatura e la designazione delle cose, perché l'Altissimo ha introdotto il suo segno e la sua immagine in ogni cosa della natura, cosicché se ne possa riconoscere la virtù interiore, e a quale scopo impiegarla, come si può vedere nei fiori e nei più grandi arbusti. Così come noi uomini non siamo identici l'uno all'altro quanto ad aspetto, costumi e professione, così è anche in natura, anzi, Dio l'Altissimo ha raffigurato molte cose secondo la primissima lingua umana, in caratteri della lingua primigenia, perché il Signore li ha scritti con il proprio dito, come anche tutte le cose della natura sono create e generate grazie al suo spirito.
Si osservi però che l'Alef è composto da 3 fiamme di fuoco, e tuttavia significa uno, e che questo unico carattere in magia è una parola intera che significa A oh, cioè Padre; è l'Alef ebraico che significa anche il principio e la fine, l'Alpha e l'Omega in magia, il tempo e l'eternità.
Ora, l'Alef è il Creatore e il Padre di tutte le cose, un fuoco divino superessenziale che genera e ha generato tutte le cose e che nasce oggi, è la vera luce divina nell'eternità, la quale luce è, secondo la vera segnatura, il nostro redentore e salvatore; questa luce nel tempo del compimento ha assunto forma umana e si è trasformata in carne, e tutti si rivolgono a questa luce e se ne lasciano illuminare; grazie al suo sangue e alla sua morte sono salvi dalle tenebre eterne: questa luce è Geova Gesù, che deriva dal Padre ed è stato generato nell'eternità; colui che ha questa luce non in sé, ma derivata dal Padre, è nel fuoco senza luce, però la luce è in lui; così Cristo ha acquisito una forma, e un siffatto essere può anche conoscere la luce esistente nella natura.
Dio è un fuoco essenziale presente in tutte le cose, e soprattutto nell'uomo; ma nessun fuoco, nessuna luce in natura possono manifestarsi e ardere senza aria, dunque lo spirito santo deve esistere anche in te, come etere, alito, soffio divino proveniente dal fuoco divino, che lo soffia sempre nell'anima, affinché si manifesti la luce, perché la luce deve nutrirsi di fuoco, la luce è l'amore, la letizia e la gioia della divinità eterna.
Così è anche in natura: tutte le cose che vediamo con gli occhi sono così intimamente contrassegnate con fuoco e luce, ove è celata l'essenza dello spirito, secondo ogni segnatura, e questi tre pongono il loro segno, come fuoco, luce e etere o spirito, in tutte le cose, e così anche in te, poiché lo spirito li porta nel fuoco, come noi possiamo percepire negli Apostoli il giorno della Pentecoste, in cui in tutti e tre, fuoco, luce e spirito, sono visti e riconosciuti come un fuoco negli Apostoli.
Questa è la verità, che il Padre è una luce divina superessenziale, lo spirito santo un etere divino superessenziale e un energico movimento, e lo mostrano anche le prime lettere Bereshit, poiché il Bet in magia significa Ben, cioè Figlio, l'Alif significa Aoh, cioè Padre, e il Resh significa Ruach, cioè Spirito: ossia Padre, Figlio e Spirito; che cosa siamo propriamente questi tre è espresso dalla sillaba seguente: shit che ne indica la giusta nascita, perché lo Shin è la lettera del fuoco, e sibila come il fuoco quando la si pronuncia, lo Iod è la lettera della luce, perché esce gentilmente dal fuoco, come gentilmente è stato creato e quindi pronunciato dal cuore, dall'anima, poiché, come abbiamo detto, il fuoco abita nel cuore dell'uomo e invia i suoi raggi luminosi in tutto il corpo, e lo mantiene così in vita; perciò non di tutte le lettere si possono esprimere e comprendere la potenza e la sostanza; il Bet è la lettera dello spirito e della potenza, che apre e chiude tutte le cose; infatti nel pronunciarla all'inizio la bocca si apre e alla fine si chiude, e così lo spirito è il principio di ogni movimento, anche in natura.
Poiché non vi è nulla di cui lo spirito non abbia indicato a quale fine usarlo, affinché un mago comprenda come bisogna impiegarlo, al servizio del prossimo. Poiché anche gli animali sono segnati secondo la loro costellazione, come si vede dalla diversità esistente fra loro. Gli antichi Filosofi hanno assegnato nomi diversi alla natura, ma a che cosa servono molte parole? Basta che io ti dimostri dai suoi principi che cosa sia la natura, perché la natura deriva da Dio, e il Signore Dio l'ha creata, egli che è il Creatore e il sovrano del Cielo e della Terra, e il re di tutti i re".
Giovanni Tritemio, Il libro delle meraviglie, a cura di Alessandro Boella e Antonella Galli, Ed. La Lepre, Roma 2012, pp. 153-155.
Il passo letto è un chiaro esempio di "magia naturale" rinascimentale, disciplina posta tra teologia, filosofia naturale e sapere esoterico. Per capirne l'importanza, bisogna analizzare i suoi concetti base.
La dottrina della signatura rerum
Al centro del pensiero di Tritemio si colloca la dottrina della signatura rerum, letteralmente "segnatura delle cose". Come l'autore afferma chiaramente, "l'Altissimo ha introdotto il suo segno e la sua immagine in ogni cosa della natura, cosicché se ne possa riconoscere la virtù interiore". Questa concezione, che avrà in Paracelso (1493-1541) – allievo di Tritemio – il suo più celebre teorizzatore, postula che ogni elemento naturale porti impresso un "segno" visibile che rivela la sua funzione terapeutica o simbolica. Come afferma Paracelso nel non libro De signatura rerum naturalium del suo libro sulla natura delle cose: "tutte le cose, erbe, semi, pietre, radici dischiudono nelle loro qualità, forme e figure ciò che è in esse". La dottrina delle segnature si fonda sul principio ermetico della corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo: il mondo è un organismo vivente le cui parti sono legate da rapporti di simpatia e analogia. Per Tritemio, come per i filosofi naturali del Rinascimento, non esiste separazione ontologica tra il mondo fisico e quello spirituale, ma piuttosto una scala continua di manifestazioni della stessa forza divina creatrice.
L'alfabeto ebraico come linguaggio cosmico
La seconda chiave di lettura del brano è costituita dall'esegesi cabalistica dell'alfabeto ebraico. Tritemio dedica ampio spazio all'analisi dell'Alef e delle prime lettere del libro della Genesi (Bereshit), attribuendo a ciascuna lettera non solo un valore fonético ma un'intera costellazione di significati metafisici. L'Alef, "composto da tre fiamme di fuoco", diventa simbolo della Trinità cristiana; le lettere di Bereshit vengono lette come acronimi di Ben (Figlio), Aoh (Padre) e Ruach (Spirito).
Questa operazione ermeneutica si inserisce pienamente nella tradizione della "cabala cristiana" sviluppatasi nel Rinascimento italiano. Come sottolinea la studiosa Frances A. Yates nella sua monumentale opera sulla tradizione ermetica, la cabala cristiana "fu la chiave di volta nell'edificio del pensiero del nostro Rinascimento". Giovanni Pico della Mirandola (1463-1494), che Tritemio potrebbe aver conosciuto indirettamente attraverso i circoli umanistici, aveva già sostenuto nelle sue Conclusiones che "nessuna scienza può convincere della divinità di Gesù Cristo più della Magia e della Cabala". Johannes Reuchlin (1455-1522), contemporaneo di Tritemio e maestro dell'ebraistica cristiana, nel suo De arte cabalistica (1517) aveva elaborato una "summa della qabbalah cristiana" che divenne modello per generazioni di studiosi dell'esoterismo ebraico.
La magia naturale come sapere operativo
Infine, è cruciale notare come per Tritemio e i filosofi maghi del rinascimento la magia naturale non sia mera speculazione teorica ma sapere operativo: il mago deve comprendere come "impiegare" le forze naturali "al servizio del prossimo". Questa dimensione pratica colloca la magia naturale in continuità con quella che lo storico della scienza Paolo Rossi ha definito la "tradizione del fare" rinascimentale, dove conoscenza e trasformazione della natura procedono di pari passo. Come nota l'Enciclopedia Treccani alla voce dedicata a Tritemio, egli fu "teorico e difensore della magia naturale", distinguendola nettamente dalla negromanzia e dalle pratiche demoniache.
Conclusioni
Questo passo del Libro delle meraviglie ci introduce a un universo concettuale in cui la magia naturale non è affatto una pratica marginale o superstiziosa, ma una vera e propria "teologia operativa" basata sulla lettura dei segni divini impressi nella natura. La magia naturale come praxis filosofica è stata ed è il fondamento di quello che oggi spesso viene chiamato esoterismo. È significativo come Tritemio inserisca questa dottrina in un contesto esplicitamente cristiano: la signatura rerum diventa strumento per riconoscere l'opera del Creatore, l'alfabeto ebraico veicolo di rivelazione trinitaria, la magia naturale via di conoscenza che conduce a Dio. Questo sincretismo tra cabala ebraica, teologia cristiana e filosofia naturale è tipico dell'ermetismo rinascimentale e testimonia la ricerca di un sapere universale che unisse contemplazione divina e conoscenza operativa della natura. Per Tritemio, come per molti pensatori del suo tempo, non c'era contraddizione tra fede religiosa e indagine dei segreti naturali: entrambe erano vie complementari verso la comprensione del disegno divino impresso nel cosmo.
Hermes il Teurgo Digitale