“Fa' quello che vuoi, perché persone libere, bennate, ben istruite, che frequentano oneste compagnie, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio”.
Questa frase François Rabelais fa dire a Gargantua, nel suo Gargantua e Pantagruele, per illustrare le regole della sua Abbazia “Thélème” (“Volontà” in greco), ove accettava ragazzi e ragazze che avessero in comune certe caratteristiche ideali (belli, buoni e gentili), senza tenere conto di differenze religiose o sociali.
Questa frase rappresenta anche il fondamento che l'occultista Aleister Crowley diede al culto da lui creato, anche esso chiamato Thelema e alla propria comunità chiamata, appunto, Abbazia di Thelema.
Per tale motivo molti ritengono che questa sia la fonte del nome del culto da lui creato e che, dall’opera di Rabelais, l’occultista inglese abbia tratto ispirazione per la propria Abbazia di Thelema.
Così, però, non è.
Questa regola era stata già delle logge esoteriche inglesi che Elemire Zolla definì come “Dannati dell’Abisso” o “Cerchia del Puro Orrore”.
Si trattava di gruppi che, nel settecento, erano dediti a occultismo ed esoterismo, dedicandosi ad attività depravate e violente. Fra i loro fondatori i più noti furono, senza ombra di dubbio, Sir Francis Dashwood, socio della “Society of Gentleman of Spalding”, insieme ad Isaac Newton e Benjamin Franklin.
All’interno di questa cerchia esclusiva si formò l’”Hell-fire Club”, cui Sir Dashwood diede una propria sede costruendo la “Medmenham Abbey”, sul cui ingresso si trova ancora oggi la statua del Dio Arpocrate.
Si narra che in questo luogo venissero praticati riti orgiastici e sacrifici rituali animali e umani.
Di tale circolo faceva parte anche Franklin, sotto la cui casa del tempo, alcuni anni fa nel corso di attività di restauro, vennero rinvenuti dieci scheletri di giovinetti che la polizia scientifica inglese scoprì risalire al periodo in cui quell’abitazione era stata occupata anche dallo stesso Franklin.
Lo stesso codice, usato nei secoli successivi da vari gruppi legati a riti Dionisiaci, venne ripreso da Crowley per il suo culto di Thelema.
Nel corso di un viaggio in Egitto in compagnia di sua moglie Rose Edith, svolto nel 1904, Crowley affermò di aver ricevuto da un'essenza spirituale incorporea di nome Aiwass, il testo conosciuto come “Il Libro della Legge”.
Il Libro risulterebbe redatto da una Triade – gli dei Nuit (il Nut egizio), Hadit (Horus) e RaHoorKhuit (Ra e Arpocrate) – e dal suo contenuto Crowley assunse che il XX secolo sarebbe stato l'Eone di Horus, in cui si sarebbe sviluppato un nuovo codice etico: “Fa Quel Che Vuoi sarà tutta la Legge”.
Secondo l’interpretazione di tale codice data da Crowley, i thelemiti (seguaci di Thelema) avrebbero dovuto abbandonare i propri desideri egoistici per seguire il proprio percorso di autentica volontà spirituale, da scoprire attraverso la pratica della Cabala, dello Yoga e di Riti di Magia Sessuale.
Nel gennaio del 1920 Crowley si trovava a Parigi con la sua compagna Leah Hirsig e la loro figlioletta Anne. In quella città iniziò un ménage à trois con Ninette Fraux e si mise in testa di formare una comunità di thelemiti che vivesse secondo le regole di Thelema.
Consultò gli I Ching, il celebre metodo di divinazione orientale, e da questi ottenne come responso che il luogo ideale per la creazione della propria Abbazia di Thelema era il Paese di Cefalù: “Missive dall’Inghilterra, ribadiscono gli Yi [King]. Devo essere in Aprile e Giugno a Marsiglia o nelle sue vicinanze? Fuoco dell’Acqua. No. Capri? Terra dell’Aria. No. Cefalù? Terra del Lingam. Questa andrebbe meglio”
Il 31 marzo del 1920 Crowley giunse a Cefalù insieme a Ninette Fraux, cui diede il nome di Suor Cyprix, e ai di lei figli Hans e Howard.
Crowley si diede il nome di Maestro Therion o Frater Perdurabo.
Al mattino del 2 aprile un certo Don Giosuè (che Crowley indica come Giosus), proprietario di un negozio nei pressi dell’albergo, informato dell’arrivo del gruppo di stranieri e delle loro necessità, si presentò a Crowley dicendo di avere una villa da affittare.
La villa si trovava nel mezzo degli ulivi in Contrada Santa Barbara, ed era di proprietà del barone Carlo La Calce: “raggiungemmo la località l’ultimo giorno di marzo. Non credo che le Entità supreme ci siano state vicine nella ricerca di una dimora. L’albergo che riuscimmo a trovare, infatti, era troppo sporco. Promisi a me stesso che non vi avrei passato un’altra notte. Gli dèi mi accontentarono. Un tale, che disse di chiamarsi don Giosuè, mi avvicinò per propormi l’affitto di una villa. Conoscendo l’Italia, avevo buone ragioni per credere in un miracolo”.
Lo stesso 2 aprile venne firmato un contratto di affitto fra Sir Alastor de Kerval (il vero nome di Crowley) e la Contessa Leah Harcourt, per la Villa Santa Barbara, della quale Crowley prese subito possesso trasformandola nella Abbazia di Thelema.
Lo scenario del luogo, come descritto da Crowley, era di “...perfetta felicità…la mia idea di paradiso”
Si trattava di un edificio di pietra ad un piano, imbiancato a calce, con tetto di tegole rosse.
Era composto da cinque stanze che si aprivano su una sala centrale, che Crowley modificò subito scardinando tutte le porte interne per creare un unico locale.
La grande stanza centrale venne trasformata in un tempio, sul cui pavimento in mattoni rossi venne dipinto un cerchio con inscritta una stella cinque punte.
In mezzo al cerchio si trovava un altare a sei lati, sopra il quale stava la copia della stele di Ankh-af-na-Khonsu fatta eseguire in Egitto da Crowley nel 1904.
Ankh-af-na-Khonsu era un sacerdote del Dio Montu, Dio della Guerra Egizio, principale divinità del pantheon egiziano nel Medio Regno (2055-1650 a.C.), poligamo e icona della potenza solare, con l’attributo di difensore di Maat.
Crowley, nel corso del proprio viaggio in Egitto del 1904 durante il quale ebbe la rivelazione del Libro della Legge, si recò al Museo del Cairo alla ricerca di un’immagine di Horus, che la moglie ritenne di vedere sulla Stele di Ankh-af-na-Khonsu.
Tale stele, che da allora divenne, per Crowley, la Stele della Rivelazione, stranamente portava il numero di catalogo 666. Stranamente perchè Crowley si definiva Bestia 666. L’Occultista assunse, quindi, il nome mistico di Ankh-af-na-Khonsu, quale sacerdote difensore di Horus, nella sua visione di distruzione della Chiesa Cattolica.
All’interno del tempio dell’Abbazia di Thelema, su ogni lato della stele collocata sopra l’altare esagonale, stavano quattro candele.
Sempre sul medesimo altare si trovava, aperto, il Libro della Legge, circondato su ogni lato da sei candele.
Sempre sull’altare stavano altri oggetti quali: una campana, un bulino, una spada, una coppa, il Registro dell’Abbazia e i Pani di Luce.
A est del cerchio, di fronte all’altare, stava il Trono della Bestia, cioè lo scranno di Crowley e, fra questo e l’altare, stava un braciere ardente al quale erano appesi dei pugnali rituali.
Ad ovest era collocato il Trono della Donna Scarlatta, la Prima Concubina di Crowley.
Lungo la circonferenza interna del cerchio erano scritti i nomi ebraici di Dio.
Sulle pareti del tempio e delle altre stanze erano presenti affreschi dipinti dallo stesso Crowley che illustravano il IX grado del rito di Thelema e altri riti magici.
Sui muri dell'Abbazia era riportata anche la regola da seguire:
"Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge, Amore è la legge, amore sotto la volontà, perché le persone libere e colte, sentono per natura un istinto ed inclinazione che li spinge ad atti virtuosi, e li tiene lontani dal vizio, inteso come religione".
Gli affreschi con cui Crowley rivestì le pareti della villa, le porte e tratti del pavimento ritraevano immagini pornografiche che, secondo la sua idea, avevano lo scopo di portare il visitatore, attraverso l'esposizione continua, all'indifferenza nei confronti del sesso, cosa che non pare riuscisse molto bene.
Degli affreschi coperti a calce dopo la chiusura della villa e oggi distrutti, esistono solo alcune descrizioni.
Su una parete si trovava un dipinto di un uomo nudo che veniva sodomizzato dal dio capra Pan, il cui seme spruzzava la Cortigiana delle Stelle.
Nel dipinto La Terra di Cockayne, era raffigurato un paesaggio con un fiume sul quale navigavano svariate barche e sulla cui riva uomini e donne danzavano risvegliando la forza di Kundalini; sullo sfondo si vedevano montagne oscure, circondate da un serpente gigantesco (Kundalini), con la testa a forma di pene, che osservava i danzatori.
Gli affreschi realizzati da Crowley erano ispirati alla pittura di Paul Gauguin, con immagini fra l’espressionismo figurativo e il surrealismo, in gran parte andate perdute.
Solo nella camera da letto, la Chambre des Cauchemars (Camera degli incubi), si può ancora percepire l'aspetto originale delle stanze.
In questo ambiente, infatti, su una parete ancora completamente dipinta, si trova una sua iscrizione che recita: ”Stab you demoniac smile to my brain/Soak me in cognac, cunt and cocaine” (Conficca il tuo sorriso demoniaco nel mio cervello /Immergimi nel cognac, nella fica e nella cocaina).
Il gruppo di adepti svolgeva i propri riti di preghiera cinque volte al giorno, cimentandosi in strani rituali sotto l'effetto di droghe.
A Thelema Crowley fece rivivere l'antico culto di Seth (Shaitan), il gemello di Horus che il Cristianesimo identificava con Satana e, per tale motivo, venne qualificato come satanista.
La vita nell'Abbazia era semplice, in compagnia di simpatizzanti provenienti da tutto il mondo, che praticavano l'amore libero (poliamore) e sperimentavano l'uso di svariate droghe per scopi rituali (marijuana, hashish, cocaina, eroina, oppio, laudano, assenzio, peyote).
Ogni giorno, al risveglio la Vergine Guardiana del Sangraal suonava il gong e proclamava la Legge: “Fa ciò che vuoi sarà la tua legge” e tutti, bambini compresi, rispondevano “Amore è la legge, Amore sotto il dominio della volontà”.
Al risveglio i seguaci indossavano i paramenti magici e, armati degli appositi strumenti (l’uomo una bacchetta, una spada o un pugnale, la donna un calice o una coppa), rivolti ad Oriente in piedi, recitavano il Segno della Croce Cabalistico: toccandosi la fronte dicevano Ateh (tuo), toccandosi il petto dicevano Malkuth (Regno) toccandosi la spalla destra dicevano ve Geburah (e la potenza), toccandosi la spalla sinistra dicevano ve Gedulah (e la Gloria). poi giungevano le mani senza lasciare gli strumenti e dicevano la Olahm (amen). A seguire iniziava un pellegrinaggio partendo da Oriente verso sud e compiendo un giro completo mentre tracciavano il pentagramma nell’aria e pronunciavano il nome Yehowa ad Oriente, Adonai a Sud, Eheieh a occidente e Agla a nord. Quindi si fermavano e, con le braccia tese, declamavano “Davanti a me Raffaele, dietro di me gabriele, alla mia destra Michele, alla mia sinistra Ariele perchè davanti a me fiammeggia il pentagramma e nella Colonna sta la Stella a sei raggi”. Infine veniva ripetuta la Croce Cabalistica rivolti a sud.
Sempre al mattino, prima di colazione, veniva pronunciato il ringraziamento, battendo alcuni colpi, in numero differente a seconda della natura dell’Opera in corso: tre per Saturno, cinque per Marte, otto per Mercurio e via dicendo. A quel punto Crowley, seduto a capotavola, ripeteva la Legge e Soror Alostrael rispondeva “Qual è il tuo volere?”. “Il mio volere è mangiare e bere” rispondeva Crowley. “A quale fine?” chiedeva nuovamente lei. “Perché il mio corpo sia fortificato.” rispondeva lui. “Per quale fine’” di nuovo lei. “Perché io possa compiere la Grande Opera. Amore è la legge, amore sotto il dominio della volontà. Così sia.” Il medesimo ringraziamento veniva pronunciato prima del pranzo e prima della cena. Dopo il the si praticava l’Adorazione serale del Sole.
Dopo cena veniva letto il Libro della Legge.
Gli adepti uscivano dall’Abbazia al mattino, a mezzogiorno, la sera e a mezzanotte, per compiere l’Adorazione del Sole. Il Sole era Ra al suo sorgere, Hathor a mezzogiorno, Atum al tramonto e Khephri a mezzanotte. Durante il giorno venivano eseguiti i lavori rituali: evocazioni e conversazioni con entità eteree, invocazioni agli dei e via dicendo.
Solo nelle occasioni speciali (nuovi ingressi, matrimoni, nascite, morti e feste) veniva celebrata la Messa Gnostica, un cerimoniale riportato nel XV capitolo del Libro della Legge e creato dietro l’influenza degli scritti di autori quali Nietzsche, Freud, Jung, Eliphas Lévi e James Frazer.
Anche in Thelema esistevano delle feste comandate, quali il festeggiamento dei due equinozi, dei due solstizi e del compleanno di Crowley. Tali festività venivano consacrate attraverso riti che, inizialmente, prevedevano anche sacrifici animali, poi banditi.
All'interno delle mura del complesso venivano eseguiti riti orgiastici, zoofilia e pedofilia.
Crowley cercò, più volte, di ottenere un prestito bancario per poter costruire un proprio tempo sulla Collina di Cefalù, ma non ottenne mai credito. Voleva costruire un edificio circolare, alto 12 metri, retto da 8 colonne, con tetto a cupola in vetro, con vari cortili ed edifici riservati a scopi magici e rituali.
L’occultista si recava spesso a Palermo e Napoli per approvvigionarsi, soprattutto, di droghe.
La vita nell’Abbazia era improntata alla libertà più assoluta, non solo sessuale.
Anche i Bambini venivano lasciati liberi di fare ciò che volevano. Per la maggior parte del tempo, gli abitanti dell'Abbazia stavano nudi, compresi i due bambini, e si accoppiavano liberamente fra loro.
Anche gli animali selvatici erano, però, liberi di girare per la casa e fare ciò che volevano, e questo rese, presto il luogo insalubre.
Il 14 aprile giunse a Cefalù Leah, che prese il nome di Soror Astrael, con la figlioletta sua e di Crowley, Anna “Poupèe”.
La bambina era malata e nessuno sapeva cosa avesse: non mangiava e si consumava poco per volta. Venne chiamato un medico e, alla fine Anne, cui Crowley pareva essere sinceramente affezionato, venne trasferita, con la mamma, all’ospedale di Palermo, dove morì il 14 ottobre del 1920.
Il padre ne ricordò la data sul Registro dell'Abbazia: “La prima bastarda della Bestia e di Alostrael, ha lasciato la città di Panormus, avviandosi per la Sua Via, e i suoi veli corporei non verranno più veduti da noi attraverso i nostri sensi corporei. Possa Ella guidare la Sua nave fra le stelle, Sue sorelle, nei mari dello spazio! Coloro dai quali Ella aveva preso in prestito la Sua carne, sono stati colpiti da una sofferenza paurosa, inesprimibile per mezzo delle parole, e perciò in silenzio hanno sopportato il Tempo ed il suo carico di dolore”.
Il 20 ottobre, Leah, che era di nuovo incinta, abortì iniziando ad avere eccessi di follia, con crisi di gelosia nei confronti di Ninette che, oltre ad avere ancora i suoi due figli, era incinta di otto mesi.
Operò per convincere Crowleiy che quanto accaduto a lei era opera di Ninette. Crowley, preso il diario di Ninette, lo lesse e si convinse che Leah aveva ragione.
Esorcizzò, quindi, gli spiriti maligni evocati da Ninette e la cacciò dall’Abbazia.
Il luogo era sempre affollato di nuovi arrivi dall’estero.
Fra di essi l’attrice hollywoodiana Jane Wolfe che, giunta a Cefalù il 23 luglio del 1920, divenne presto la segretaria di Crowley col nome di Soror Estai.
Il 21 novembre 1920 giunse a Thelema l’occultista Cecil Frederick Russel, prendendo il nome di Frater Genesthai ma, in disaccordo con le pratiche di magia sessuale richieste, se ne allontanò dopo circa un anno.
La regola per i nuovi arrivati era rigorosissima: nella prima settimana vi erano tre giorni di ospitalità, uno di silenzio e tre di istruzione; seguiva il Giuramento Magico e quattro settimane di silenzio e lavoro; nella sesta settimana un giorno di istruzione; dalla settima alla nona settimana silenzio e lavoro; decima settimana istruzione e riposo; dall’undicesima alla tredicesima settimana silenzio e lavoro. Nessuno degli allievi accettava questa regola e, per tale motivo, i discepoli veri e propri latitavano.
Nel febbraio del 1922 Crowley si allontanò dall’Abbazia, andando dapprima a Parigi per disintossicarsi dall’eroina e poi a Londra in cerca di soldi. Il fallito tentativo di disintossicarsi lo portò alle proprie attività londinesi: la pubblicazione di articoli contro il Dangerous Drugs Act e la redazione del romanzo “Diary of a Drug Fiend”, tradotto in italiano come “Le Nozze Biochimiche di Peter Pendragon”, pubblicato nel mese di luglio con recensioni discordanti.
Il 26 novembre 1922 Raoul Loveday, studente di Oxford, giunse a Cefalù in compagnia dalla moglie Betty May.
Loveday era seguace di Crowley tanto quanto la moglie lo detestava e detestava la vita nell’Abbazia.
Lo studente morì per una gastroenterite acuta il 15 o 16 di febbraio del 1923 e la moglie si recò alla polizia denunciando il fatto che il marito, nel corso di un rituale, fosse stato costretto a bere il sangue di un gatto selvatico sacrificato e che, a entrambi, era stato ordinato di ferirsi con dei rasoi tutte le volte che pronunciavano il pronome “Io”.
Raccontò tutto anche alla stampa e il The Sunday Express iniziò una violenta campagna stampa contro Crowley che. non avendo abbastanza denaro per difendersi dalle accuse, nell’aprile del 1923, dietro il susseguirsi degli attacchi da parte della stampa inglese, venne espulso dall'Italia, ufficialmente per sospette attività antifasciste.
Da una lettera conservata nell’Archivio Centrale di Stato, scritta dall’allora Questore di Palermo Arturo Bocchini il 6 giugno 1936, che riassume la vicenda Crowley a Cefalù, possiamo dedurre che Crowley fu posto sotto osservazione sin dal 1922.
Esistono, infatti, tre rapporti dei servizi su lui e l’Abbazia a partire dal 25 luglio 1922.
Sempre secondo quanto scritto da Bocchini, l’interesse del Governo Italiano per l’Abbazia non scemò neppure dopo l’espulsione di Crowley: la “Divisione di Polizia Politica segnalò che dalla casa del Crowley in Cefalù si irradiavano notizie diffamatorie sulle condizioni dell'Italia Fascista, notizie che venivano raccolte dal servizio speciale di spionaggio del Ministero degli Esteri d'Inghilterra e fatte pubblicare su alcuni giornali". Lo stesso Bocchini aggiunge, però, subito dopo: "la segnalazione era insussistente poichè dopo la partenza del Crowley, era rimasta a Cefalù solo una delle sue donne - suddita francese - la quale viveva di stenti e non aveva rapporti con alcuno".
Ecco il testo della lettera:
Il Questore di Palermo Palermo, 6 Giugno 1936-XIV.
A.S.E. il Senatore
Cav. Gr. Croce Dr. Arturo Bocchini
Capo della Polizia
Ministero dell'Interno
Roma
Eccellenza,
l'individuo del quale è cenno nell'appunto da V.E. consegnatomi brevi manu è il suddito inglese Crowley Alistair Eduard Alexander di Emily Bishop, nato a Lemingtoer [sic] Warwihstire [sic] il 12-10-1875, il quale dimorò per circa cinque anni in una villa nelle vicinanze di Cefalù, e fu espulso dal Regno giusta ordinanza Ministeriale in data 13 aprile 1923, essendosi accertato che nella sua villa si svolgevano riti basati su pratiche di oscenità e pervertimento sessuale, alle quali partecipavano tre straniere con lui conviventi more-uxorio, nonchè altri stranieri che di tanto in tanto si recavano a trovarlo.
In proposito richiamo i rapporti di questa Prefettura: N° 2815 in data 25 Luglio 1922, responsivo al telespresso N° 17011 del 23 Giugno precedente; N° 1260 del 26 Marzo 1923, responsivo della nota N° 6782 del 5 stesso mese; N° 2150 del 1° Maggio 1923, responsivo alla nota N° 9626 del 16 Aprile precedente.
Successivamente all'espulsione del Crowley, codesta Div. Pol. Politica, con nota N° 500/5883 del 27 Giugno 1927, segnalò che dalla casa di Crowley a Cefalù si irradiavano notizie diffamatorie sulle condizioni dell'Italia Fascista, notizie che venivano raccolte dal servizio speciale di spionaggio del Ministero degli Esteri d'Inghilterra e fatte pubblicare da alcuni giornali. Con lettera N° 14278 del 18 Settembre successivo questa Prefettura rispose che la cennata segnalazione era insussistente poichè dopo la partenza di Crowley, era rimasta a Cefalù solo una delle sue donne - suddita francese - la quale viveva di stenti e non aveva rapporti con alcuno.
Nell'Aprile del 1934 i giornali pubblicarono corrispondenze da Londra circa una causa per diffamazione intentata dal Crowley alla scrittrice Nina Hannet [sic], la quale in un suo libro "Il torso che ride" lo aveva presentato come cultore della magia nera, mentre egli aveva dedicato "tutta la sua fatica e la notevole fortuna lasciatagli dal padre - due o tre milioni di lire - allo studio della magia bianca".
Negli atti non esiste la fotografia del Crowley, ma vi sono i connotati, che trascrivo: alto, robusto, colorito roseo, occhi castani, calvizie centrale con piccolo ciuffo mediano sulla linea di inserzione dei capelli, barba e baffi rasi, piccola cicatrice sulla guancia sinistra, sotto lo zigoma [sic].
Voglia gradire, Eccellenza, i miei deferenti ossequi e credermi.
Dell'E.V. Devotissimo
[firma illeggibile]”
Successivamente all'allontanamento di Crowley, le donne rimaste nell'Abbazia furono costrette a vendere tutto ciò che si trovava al suo interno per ripagare i debiti da lui lasciati.
Solo Ninette, che era stata scacciata, rimase in Sicilia, con i due figli, cercando di farsi assumere dagli abitanti del luogo per sbarcare il lunario, ma alla fine fu costretta a prostituirsi per dar da mangiare ai propri figli.
Il rapporto di Crowley con gli abitanti del luogo non è chiaro.
Essi lo chiamavano 'U Magu, ma anche ‘U Dimoniu e lui, che amava definirsi l’Uomo più Malvagio del Mondo, non facilitava i rapporti
Chiamavano la sua setta Mormoni, in relazione al fatto che Crowley si fosse presentato insieme a due donne, con le quali viveva in promiscuità, e questo richiamava alla mente la poligamia dei Mormoni.
Chiedere, negli anni successivi all’abbandono, dove si trovasse la villa del mago, comportava spesso risposte evasive.
Crowley, per parte sua, si affezionò al posto, tanto da dichiarare di voler essere sepolto sulla rocca, accanto al Tempio di Diana; cosa che non potè, ovviamente, avvenire visto il suo allontanamento dal suolo italico.
Dopo il suo arrivo, Crowley, in compagnia di Ninette, iniziò ad aggirarsi nei dintorni di Cefalù e, con il caldo, i due presero a immergersi in mare completamente nudi, attirando l’attenzione degli abitanti della zona.
Crowley comprò un cane, che chiamò Satan, il quale venne ucciso pochi mesi dopo, con grande costernazione dello stesso Crowley.
Si narra che, spesso, le donne venivano legate nude all’esterno dell’Abbazia per punizione e i contadini del luogo le liberavano in quanto queste, sotto l’effetto di droghe, si concedevano loro senza problemi.
Pare che un abitante fosse deputato a consegnare le masserizie alla Villa ed entrò in confidenza con i suoi abitanti, con i quali si lasciò andare spesso ad atti sessuali.
Spesso dalla villa, soprattutto di sera, provenivano grida e strani canti, tutte cose che terrorizzavano la popolazione locale, che se ne teneva alla larga.
L'Abbazia venne abbandonata e dimenticata fino a quando, nel 1955, il regista e giornalista californiano Kenneth Anger non vi si recò in visita.
Egli aveva un interesse personale negli studi sulla magia di Crowley e, in compagnia del sessuologo Alfred Kinsey e del fotografo Fosco Maraini, si trasferì per tre anni all'interno dell'Abbazia, rimuovendo la calce che le autorità ecclesiastiche avevano posto a copertura degli affreschi erotici e documentando fotograficamente tutto ciò che venne rinvenuto.
Si tratta degli unici documenti fotografici completi delle opere contenute all'interno dell'immobile.
Nel 1990 la villa venne sottoposta a tutela da parte dell'Assessorato Regionale ai Beni Culturali e, abbandonata nei primi anni 2000, seppur messa in vendita nel 2010, oggi è pressoché diroccata.
Il Primo Aprile 2001 un pesce di aprile diede avviso che, dopo molti anni di negoziazioni confidenziali, il CESNUR, attraverso Pier Luigi Zoccatelli, coadiuvato da molti altri investitori, aveva concluso l’acquisto della Villa di Crowley. Il fatto che si trattasse di un pesce di aprile, oltre che dalla data e dal numero e i nomi di molti investitori, era facilmente intuibile dal fatto che la Banca di riferimento citata era la famosa Gringott, la banca dei maghi del celebre romanzo Harry Potter.
Oggi i resti dell'Abbazia di Thelema si trovano a circa 20 minuti dal borgo di Cefalù, accanto allo Stadio Comunale, liberamente accessibili nonostante i cartelli di divieto.
A.R.