Quando mi venne comunicata la notizia della ripresa della pubblicazione di “Delta”, interrotta per una serie di motivazioni organizzative, provai una grande gioia e mi sembrò di riprendere quasi quell’energia e quell’ottimismo che mi avevano spesso accompagnato nel corso della mia vita e della mia frequenza massonica ormai più che cinquantennale.
Così avvenne quando potei realizzare un programma ambizioso che da tempo mi frullava in testa: la pubblicazione, da parte della Loggia Ausonia all’Oriente di Torino, di un periodico dedicato a tutti gli Orienti piemontesi, nella speranza che potesse costituire un vero e proprio collante di tutte le loro Logge che, se pure statutariamente autonome, avrebbero potuto più profondamente conoscersi, confrontarsi e collaborare intimamente e spiritualmente unite, in quella impresa che, specie per i giovani apprendisti è particolarmente difficile: mantenere quella promessa fatta al loro ingresso e cioè di cercare di migliorare sé stessi e, se possibile, anche tentare di far qualcosa di buono per l’umanità. Nel contempo si sarebbero potuti evitare episodi di esagerato, talora anche rischioso isolamento.
Ciò avveniva in un’epoca in cui, ad una certa distanza dalla fine della guerra e della dittatura, il nostro Paese, come la mitica fenice, stava risorgendo con ritmi sorprendenti e persino imprevedibili. Si assistette alla riscoperta di tutta una serie di valori e a una corale volontà di recuperare il tempo perduto per realizzare una eccezionale rinascita non solo economica ma anche culturale, etica, urbanistica e soprattutto umanistica.
Sembra infatti riduttivo, oggi, definire semplicemente quell’epoca come il periodo del cosiddetto “boom”, in quanto in quegli anni avveniva una vera e propria mutazione di tutta la collettività mai verificatasi in precedenza fin dall’unità del nostro Paese.
È proprio in quel momento e in questo spirito che, nel gennaio del 1971, venne pubblicato il primo numero del Bollettino Massonico della Regione Piemonte, allora distribuito a tutti i gruppi regionali ma anche ad alcune Logge di altre regioni.
Tale pubblicazione si presentava piuttosto timida ed un po’ impaurita, unicamente nobilitata da un articolo di Mario Bogliolo, allora Gran Maestro Vicario, per il suo contributo culturale e comunque ambiziosa e desiderosa di rendere meno difficile la via della ricerca e nella speranza di non annoiare i lettori, nella speranza che fossero tutti dotati di quella virtù, la tolleranza, che è parte integrante del nostro bagaglio culturale.
Preso atto dell’interesse suscitato e testimoniato da una serie di lettere ricevute da tante regioni italiane, dopo il secondo numero il Bollettino cambiò il suo titolo che divenne Rassegna Massonica, ottenendo il conseguimento di una maggiore distribuzione dapprima in Italia e successivamente all’estero, specie in Francia e in Spagna.
A distanza di pochi anni, dopo un vero e proprio referendum tra i lettori per conoscere le loro preferenze, i loro suggerimenti e anche le eventuali critiche, la Rassegna cambiò nuovamente il titolo per assumere quello simbolico e speriamo definitivo di Delta, ritenuta degna di presentarsi a tutti i Presìdi Istituzionali Nazionali, nonché all’estero, valida messaggera della nostra serietà operativa e anche prezioso baluardo per contestare quel residuo e ingiustificato delirio antimassonico, erede di governi assolutistici se non dittatoriali. Si trattava e tuttora si tratta di acrimonia, spesso anche di comodo, per indicare pregiudizialmente colpevole o almeno collusa, la Libera Muratoria, in ogni caso di malversazioni o di affari criminosi, ignorando che tutti i suoi affiliati debbono giurare fedeltà alle leggi del proprio Stato, presentando all’ingresso, una fedina penale totalmente pulita.
In questa particolare occasione, non posso non ricordare ai fratelli e sorelle di più recente iniziazione, i nomi di coloro che allora contribuirono alla pubblicazione del periodico: il nostro primo prezioso editore, Beppe Toso, il giovane storico E. S., A. V. che sarebbe diventato maestro di computer della intera redazione, E. T., colto medico destinato a divenire uno dei più prolifici autori della rivista, purtroppo tutti già scomparsi, e ancora F. C., artista, membro dell’Accademia di Torino, di fatto responsabile della componente estetica della rivista. Essi sono stati parimenti un valido aiuto nell’ulteriore realizzazione di in altro piccolo sogno, un volumetto familiarmente chiamato libretto azzurro dal colore della sua copertina, prima ricognizione della storia della nostra Comunione, sollecitata e gradita dall’allora Gran Maestro Giovanni Ghinazzi.
Egli ne propose la lettura nella fase inaugurale della celebrazione del settantesimo compleanno del Rito della nostra Comunione, avvenuta in Roma nel 2008 di fronte a più di 50 rappresentanze del Rito Scozzese in Europa, in Asia minore, Africa e Americhe, certamente con nostra grande gioia ed un pizzico di orgoglio.
Con il pensiero rivolto a quei meravigliosi anni ‘70 del secolo scorso, anche se non posso, in questa sede, nominare tutti coloro che hanno collaborato con Delta per oltre quarant’anni, pubblicando di volta in volta articoli su temi esoterici, storici, filosofici e di attualità. Mi limito a ricordare la partecipazione di tutti, nessuno escluso, dei Gran Maestri che si sono succeduti nel tempo, dal già citato Giovanni Ghinazzi all’attuale Antonio Binni nonché dei vari Delegati magistrali della nostra Regione giustamente nominati direttori responsabili a testimonianza della collegialità dell’iniziativa e dell’approvazione da parte della massima dirigenza della Comunione. Ricordo, fra gli altri, i nomi di Mario Bogliolo, Giuseppe Riservato, Dario Pavesio, P. L., E. B., Paolo Musto e G. G.
In questo lungo periodo di particolare importanza sono state parecchie sorelle, all’inizio V. D. infaticabile segretaria redazionale e successivamente Adele Menzio, B. M. e S. C., veri scrigni di cultura e di inesauribile disponibilità, alle volte quotidiana, nella fase pre-editoriale del periodico.
Non posso indicare il nome di tutti gli autori che ci fecero pervenire i loro saggi in redazione, alcuni dei quali personaggi particolarmente acculturati e noti a livello nazionale se non internazionale, altri meno noti ma altrettanto generosi, produttori di testi interessanti e degni di pubblicazione, di lettura e di meditazione: tutti quanti firmati in calce con nome e cognome. Tutti ci hanno insegnato qualcosa e ad essi va la gratitudine dei componenti della redazione di Delta e dei lettori.
In proposito, menziono almeno un paio di autori italiani, due francesi e uno spagnolo: si tratta, per l’Italia, di ricordare Aldo Alessandro Mola che, dall’esterno, ci ha garantito quasi una consulenza storica da par suo, in qualità di illustre esperto di Massoneria nonché un sacerdote, Rosario Esposito che si prodigò nella ricerca di ogni assonanze tra la Libera Muratoria e la Chiesa e che, poco prima della sua morte, venne nominato Mastro Onorario della nostra Obbedienza.
Per quanto riguarda la Francia. ritengo sufficiente ma non esaustivo, ricordare uno dei massimi dirigenti del GOF (Grande Oriente Francese) quale è stato A. K., membro onorario del nostro Supremo Consiglio, nonché un altro sacerdote, padre Pistre che, dal suo lontano rifugio, in un villaggio vicino a Tolosa, per anni e pressoché mensilmente inviò un bollettino riportante la storia massonica delle varie regioni francesi. Per quanto concerne la Spagna, ricordo Monsignor Benimeli sempre presente, produttivo e partecipante a tutte le tornate nazionali e internazionali della nostra Obbedienza.
Se per caso alcuno tra i lettori, ancora “massoni in fieri” per la loro recente iniziazione, ritenesse di avere qualche lacuna in merito alla storia della nostra Comunione, potrebbe frugare in qualche cassetto della piccola o grande biblioteca della sua Loggia, per scoprire magari l’esistenza di un libretto azzurro o di qualche solitaria copia di Delta ivi archiviata, non esclusi alcuni saggi elaborati da vari autori dei quali cito a caso solo pochi nomi: tra i tanti altri, G. G., G. C., Michele Leone, Paolo Aldo Rossi, F. D. Tra i tanti ci potrebbero essere anche due miei volumetti, da cui si potranno attingere numerose segnalazioni bibliografiche.
Per i più recenti capitanti della Loggia Ausonia di Torino, curiosi di approfondire la storia della Loggia che frequentano, rifondata nel 1960, sarebbe utile ma anche interessante procurarsi copia di un lungo resoconto in proposito di Claudio Monticone. Se però qualcuno avesse più profonda esigenza culturale, dovrebbe procurarsi testi di maggior spessore, quali, ad esempio, la Storia della Massoneria in Italia del già nominato Aldo Mola.
Ritengo che nell’attuale momento, quando il mondo intero sembra inabissarsi in un oscurantismo neanche ipotizzabile nelle previsioni più pessimistiche, uno speciale e personale ringraziamento debbo esprimerlo ai nuovi veri capitani coraggiosi che hanno assunto l’incarico di riprendere la pubblicazione di Delta con una rinnovata redazione.
Questo ringraziamento mi viene dal profondo del cuore e si accompagna con l’augurio che essi possano svolgere il mandato in quell’auspicabile armonia che ha sempre accompagnato i lavori dei loro predecessori. Il primo numero di questa nuova serie di Delta è forzatamente e unicamente affidato alla loro maestria ma anche finalizzato ad un invito alla collaborazione da parte di tutti i volenterosi associati dal Friuli alla Sicilia, sperando che lo accettino numerosi, come già è avvenuto in passato. Si potrà così continuare a promuovere un’instancabile opera moralizzatrice onde cancellare l’attuale atmosfera di corruttele e di immoralità che ci sta ammorbando e anche raggiungere una più ampia giustizia sociale, sia nazionale che internazionale sempre nel rigoroso rispetto delle norme giuridiche in atto nel nostro Paese e comunitarie, sempre formulate con buon senso. Ci sarà così consentito di partecipare dignitosamente alla realizzazione di quei risultati che, nel corso del mio cinquantennio, non sono ancora stati raggiunti.
Mi sembra comunque doveroso ricordare, almeno sinteticamente, alcuni sogni che si sono già realizzati dalla moderna Massoneria, dal giorno della sua nascita nella ormai famosa Loggia Madre di Londra, sul finire del settecento e cioè l’abolizione della schiavitù da parte di uno dei tanti presidenti massoni degli Stati Uniti e, addirittura, la denominazione Filadelfia data a una importante città di quel Paese. Cito anche la fondazione della Croce Rossa Internazionale, come dice la parola, adottata da tutti gli Stati civilizzati, dopo una lunga campagna diretta da un medico svizzero massone, preso dall’orrore e dalla pietà dopo aver visitato il terreno dello scontro, il giorno successivo alla battaglia di Solferino. Si trattava di una visita inizialmente effettuata solo per curare i feriti e dar sepoltura ai morti. Soprattutto voglio con voi ricordare quel meraviglioso giorno del 1948, quindi nel bel mezzo del ventesimo secolo, quando venne ufficialmente annunciata a tutto il mondo la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, con l’istituzione di una Corte di giustizia con sede in Olanda, persino dotata di tribunali cui possono accedere governi o anche associazioni riconosciute, che ne denuncino eventuali presunte violazioni. Nel contempo si concretizzava anche la fondazione della Società delle Nazioni, destinata a divenire successivamente l’ONU. Non mi sembrano risultati di poco conto, tutti realizzati con il contributo e comunque negli ideali della Massoneria.
Ciò premesso, mi permetto di confessare, e nella speranza di trasmetterle ai nuovi membri della redazione, quelle che sono le mie speranze, chiedendo a tutti di perdonarne la presunzione, che solitamente non è nel mio carattere. Si tratta unicamente di sogni ancora presenti nella mente di un vecchio massone. Auguro, innanzitutto che, in tal modo, si possa continuare la pubblicizzazione dei nostri valori, sia attraverso i nostri convegni, i nostri incontri nazionali e internazionali, che dovrebbero avvenire sempre con la presenza di un rappresentante per Loggia, ma soprattutto per mezzo del periodico di cui praticamente essi assumono la direzione. In proposito auspicherei addirittura una distribuzione capillare e/o digitale al domicilio di ciascun associato, naturalmente fatti i debiti calcoli del costo di tale servizio, ottenendo in questo modo maggior diffusione della lettura, ancora piuttosto modesta, specie nel nostro Paese.
Auspicherei parimenti una ispirata e immediata reazione, così come è recentemente avvenuto, da parte dei Gran Maestri della nostra Gran Loggia e del Grande Oriente d’Italia, nei confronti di chi riteneva giusto di vietare la candidatura parlamentare a chi fosse, o fosse stato, capitante di una loggia massonica.
Ogni qual volta vengano rivolte accuse, sia espresse per ignoranza profana e peggio ancora se suggerite al fine di nascondere all’opinione pubblica i veri colpevoli di qualche complotto o azione malavitosa la nostra reazione dovrà essere immediata. In questi casi, si dovrà reagire con forza di fronte a qualunque insulto genericamente espresso verso una “Signora Massoneria” di cui noi non conosciamo né la faccia né l’indirizzo ma di cui abbiamo decorose targhette sui portoni delle nostre Sedi. Sono insulti che coinvolgono tutti i veri massoni, che invece ritengono utile dedicare parte del loro tempo per costruire “profonde prigioni al vizio” e per salvaguardare la libertà.
In proposito, la Gran Loggia degli ALAM ha già compiuto passi importanti, fin da quando, all’unanimità ha deciso di assegnare a una sola persona il duplice mandato di Gran Maestro dell’Ordine di Sovrano Gran Commendatore del Rito, affinché non succedesse mai che una semplice divergenza di pensiero anche su un minimo argomento potesse suscitare perplessità, disordine o incomprensioni tra le Logge.
Un secondo passo di antesignana levatura è stato compiuto quando si è deciso di aprire le porte alle donne. Oggi tutti riconoscono la parità dei diritti di entrambi i sessi e avvengono vere battaglie che una volta venivano definite espressioni di femminismo, magari ritenute degne di una benevola tolleranza. La stessa Inghilterra, che pure ha una regina sul trono nonché attualmente una donna quale capo del governo, pur ammettendo la possibilità di apertura di logge esclusivamente femminili, non ammette ancora la cosiddetta mixité. Risulta persino difficile commentare una così strana testardaggine.
Un importante passo avanti della Gran Loggia d’Italia è avvenuto con l’adesione all’Unione Massonica del Mediterraneo, cui partecipano Portogallo, Spagna, Francia, Italia, Turchia e oggi anche Croazia.
Al fine, per sollevare lo spirito di eventuali lettori, massoni o profani che abbiano avuto la forza della lettura di questa prolissa missiva, mi piace concludere ripetendo una frase di Papa Francesco che, nel corso di un recente incontro con la gioventù, avvenuto in Roma, Egli disse di non aver mai visto un pessimista realizzare un suo sogno.
Amici di Delta, siate ottimisti. Vi sarà più facile realizzare i nostri sogni senza lasciarvi travolgere da una esagerata fantasia ma con tanta buona volontà. Riuscirete anche a evitare che, a una disordinata fase di globalizzazione possa seguire una altrettanto disordinata e precipitosa fase di robotizzazione, nella fallace convinzione che un’esagerata energia artificiale possa migliorare il mondo senza il controllo severo della mente umana
Vi posso garantire, a nome dei pochi massoni ormai vegliardi sopravvissuti, quali il sottoscritto che, fino a quando la mente ci assisterà, sarà come fossimo con voi per offrire un pur simbolico contributo, almeno affettivo, perché la nostra corrente di pensiero non rimanga un’illusione ma possa sempre rappresentare una grande barriera a difesa di ogni libertà e della salvaguardia dei diritti di tutti gli uomini e donne in ogni parte del mondo.
Con un fraterno abbraccio,
Arnaldo Francia