Cosa possiamo imparare dal dubbio metodologico di Cartesio?
Formatosi dai Gesuiti del collegio di La Flèche, Cartesio o meglio René Descartes, ha dato contributi fondamentali in campo filosofico e matematico fino a diventare noto per il cosiddetto “dubbio metodologico” e la famosa citazione “Cogito ergo sum” ovvero “Penso dunque sono”.
Lui come Wittgenstein fu molto strumentalizzato dalle correnti filosofiche positiviste britanniche che lo affiancarono alla corrente degli scettici ovvero di coloro che dubitano per dubitare.
Ma è davvero così? Continua a leggere…
Cosa significa dubitare? Che differenza c’è tra dubbio e scetticismo?
La parola dubbio ha una radice etimologica complessa e antica, possiamo ricondurla all’antico sanscrito da dva o dvi che significano due, essa esprime senza dubbio (scusate il gioco di parole) incertezza di giudizio su due diverse e contrarie interpretazioni della realtà.
Mentre la parola scettico significa osservatore e lo scetticismo è una corrente filosofica nata da Pirrone d’Elea, che professava di non conoscere nulla per certo dubitando di tutto, che è finita per dubitare anche della fede stessa.
In realtà come dimostrato da un teologo francese specialista del pensiero di Cartesio, il suo dubbio metodologico differisce completamente dallo scetticismo e dal dubitare per dubitare di tutto, poiché il dubbio cartesiano è un dubbio provvisorio che ha come fine la ricerca della Verità.
Molti infatti erroneamente, secondo il famoso storico e teologo francese, inquadrano Cartesio come il padre della moderna razionalità, quando in realtà il filosofo parla più di un percorso di ricerca verso la ragione “logos” di cui il dubbio è una parte fondamentale.
Il dubbio metodologico diventa quindi un mezzo per il possibile raggiungimento della verità.
Cartesio dubitava anche dell’esistenza di Dio?
Assolutamente no, anzi da Cattolico praticante il filosofo francese esprime più volte la certezza dell’esistenza di Dio e ancora una volta dimostra che l’elogio del dubitare fine a sé stesso atrofizza l’uomo e lo porta all’assenza di fede.
Ti ricorda qualcosa? Non è quello che sta accadendo ai giorni nostri?
Ci sono sempre più persone che non hanno più fede, che dubitano di tutto, che non credono in Dio o in un’entità superiore universale.
L’atto del dubbio cartesiano invece acquisisce valore solo se produce una ricerca, un’azione che ammette la possibilità di trovare la risposta alle proprie domande.
Lo scetticismo e i dogmi sono due grandi nemici della filosofia e del pensiero di Cartesio perché paralizzano l’uomo nella sua ricerca poiché sono due eccessi, due lati della stessa medaglia, uno che porta a credere a qualsiasi verità calata dall’esterno, l’altra che porta a dubitare di qualsiasi cosa perché non bisogna credere a niente.
Il dubbio metodologico possiamo considerarlo come l’equilibrio tra i due estremi e su questo tema si sono spesi i più grandi iniziati della storia.
Vuoi scoprire cosa pensavano? Continua a seguirmi…
Il dubbio visto con l’occhio delle scuole iniziatiche
Strumento d’introspezione per eccellenza, il dubbio rappresenta l’elemento cardine per ogni iniziato. La sua continua oscillazione tra “dubbio metodico” e “dubbio scettico” ha come conseguenza virtuosa la Tolleranza.
Secondo le scuole iniziatiche rappresenta uno stato dell’essere che crea inquietudine e insoddisfazione, una condizione mentale per la quale non si riesce a credere ad una certezza mettendo in discussione una verità.
Prima di tutti Socrate che “sapeva di non sapere” metteva in dubbio le false certezze di coloro che si ritenevano sapienti e riteneva falsa ogni forma di sapere che non derivava dall’esperienza e dalla propria consapevolezza.
Poi Sant’Agostino che parlò del dubbio e delle sue contraddizioni ma ritenendolo come un passaggio fondamentale per giungere alla verità, affermando quindi che se esiste il dubbio esiste anche l’altra faccia della medaglia ovvero la verità appunto.
Infine, proprio René Descartes ovvero Cartesio, che con il suo “Cogito ergo sum” che si può tradurre anche come “Dubito dunque sono” oltre al più conosciuto “Penso dunque sono” affermando addirittura che è la verità stessa ad emergere dal dubbio.
È importante dubitare quindi?
Io non ho risposte qui per te oggi, sicuramente penso che dubitare apra la mente al pensiero libero e alla tolleranza di più punti di vista sospendendo il giudizio verso certezze, convinzioni e dogmi aprendo la nostra mente alla comprensione e all’ascolto.
E’ la condizione costante dell’apprendista che sa di non sapere, che ci permette di non smettere mai di imparare per ricercare la verità e in questo portale noi condividiamo le nostre ricerche con altri cercatori della verità.
Per questo motivo ti voglio lasciare con un aforisma di Cartesio.
“Se vuoi essere un vero cercatore della verità, è necessario che almeno una volta nella tua vita tu dubiti, per quanto possibile, di tutte le cose”.
Dubita anche di questo articolo, buona ricerca.
Alla tua Verità.