“ …Matrix è il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nascondere la verità. Quale verità? Che tu sei uno schiavo…nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Ma nessuno di noi può descrivere Matrix agli altri. Devi scoprire coi tuoi occhi che cos’è.”
Nel 1999 usciva il primo film della trilogia di Matrix, dando inizio al racconto di una parabola dei giorni nostri, densa di contenuti esoterici. I film della trilogia possono considerarsi, senza dubbio delle opere in codice a più livelli. Il dialogo qui sopra riportato avviene tra il protagonista Neo e Morpheus, colui che lo ha cercato e condotto fuori da Matrix.
Matrix è un mondo illusorio, generato dall’intelligenza artificiale, in cui gli uomini vivono senza la consapevolezza della loro reale esistenza. L’alienazione dell’individuo è alla base di Matrix, che lo porta a smarrirsi nella ricerca della materialità, inseguendo un mondo in decadenza, privo di valori. La matrice è una prigione della mente, che viene percepita attraverso i propri sensi e che la mente interpreta come reale anche se non lo é. Una situazione analoga a quella del mito della caverna di Platone.
Neo a differenza della maggior parte degli individui inizia a porsi degli interrogativi, avvertendo la mancanza di qualcosa in quel mondo, la necessità di cercare un senso più ampio alla sua esistenza, trascendendo i comuni obbiettivi, che il sistema gli impone.
In questa ricerca incontra Morpheus e Trinity, che gli indicano la strada per uscire dalla matrice. Un viaggio, quello di Neo, caratterizzato dalla volontà di cambiare qualcosa nella sua vita, qualcosa che scoprirà essere sé stesso.
“ So perché sei qui, Neo. So cosa stai facendo. So perché non dormi. So perché vivi da solo e perché, una notte dietro l’altra, lavori al tuo computer. Tu stai cercando lui. Lo so perché a suo tempo ho cercato la stessa cosa. E quando lui ha trovato me, mi ha detto che non cercavo qualcosa di preciso, ma che cercavo una risposta. È la domanda il nostro chiodo fisso, Neo. È la domanda che ti ha spinto fin qui. E tu la conosci, come la conoscevo io.
Che cos’è Matrix?
La risposta è intorno a te, Neo. E ti sta cercando. E presto ti troverà, se tu lo vorrai”.
Coloro che sono già andati oltre alla matrice, hanno cercato Neo, vedendo in lui loro stessi, alla ricerca della consapevolezza. Hanno visto in lui la potenzialità per andare oltre e sopportare la responsabilità della propria esistenza.
È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo.
La percezione della realtà è data dai 5 sensi e dall’interpretazione che si danno agli impulsi che il nostro cervello riceve. I sensi sono la nostra prigione limitati da ciò che la realtà umana interpreta di quanto ci circonda. Nel film Neo è convinto che ciò che vive sia reale e anche se sente di non essere completo nel suo cammino, non ne comprende la falsità.
Scegliendo la pillola rossa si affida a Morpheus e accetta di mettere in discussione tutte le sue convinzioni, aperto alla ricerca e desideroso di scoprire la verità a qualunque costo. Neo è l’iniziando affamato di risposte, desideroso di trovare il proprio posto nell’universo.
Non a caso l’anagramma di Neo è One, l’uno, il divino che risiede in noi e che ci rende parte del tutto. Tutti quanti possiamo essere iniziati in questo cammino di risveglio, Neo è l’esempio che mostra come ciò sia possibile, sacrificando il modo di pensare materiale e resuscitando l’Io spirituale. La trilogia può in un certo senso richiamare il viaggio di Dante, dalla “selva oscura” all’illuminazione.
Neo sacrifica quindi la sua esistenza virtuale, morendo in Matrix e rinascendo come Uomo.
Nella sua nuova esistenza gli viene detto di essere l’eletto. La sua necessità di comprendere la matrice lo ha portato ad essere diverso, ad osservare la realtà da un punto di vista nuovo. Al contempo, Neo non sa se è o meno l’eletto e l’oracolo gli rivela che solo lui può saperlo.
“Essere l’eletto è un po’ come essere innamorati. Solo tu sai di esserlo.
Nessuno può dirti se lo sei o no … è un qualcosa che ti scorre nelle vene!”
L’essere o meno l’eletto dipende esclusivamente da se stessi e dal cammino di crescita che si intende percorrere. Molti sono i punti del film in cui si evidenzia come la volontà dell’individuo sia determinante.
Dal punto di vista cinematografico il viaggio e l’evoluzione dell’individuo viene accompagnata dalla color-correction delle scene. La realtà illusoria di Matrix è caratterizzata dal colore verde che in psicologia indica la decadenza, la malattia, situazioni che richiedono un cambiamento.
Il mondo al di fuori della matrice, quello umano di Zion si contraddistingue per il colore blu, che richiama il benessere e la pace interiore, ricordando il cielo e il mare. I colori giallo e arancione, invece sono riservati al mondo delle macchine. In psicologia il colore giallo simboleggia la mente, la chiarezza e la paura. È l’unico colore visibile dall’eletto, dopo essere stato accecato, poiché è il colore visibile dalla mente. In alcune scene è infine predominante il colore bianco per sottolineare il suo significato psicologico di fede nelle proprie capacità e speranza in un mondo migliore.
L’arcobaleno corona il viaggio di Neo che a conclusione della trilogia sancisce il patto dell’eletto con le macchine, chiaro riferimento alla Genesi 9:13, in cui Dio sancisce la pace con gli uomini, al termine del diluvio universale.
Al di fuori della matrice Neo inizia la sua crescita personale, conoscendo sempre più la propria realtà e le caratteristiche del mondo illusorio in cui ha vissuto, apprendendone gli elementi costituenti e sviluppandone il controllo. Neo diventa quindi consapevole della propria esistenza ed è pertanto in grado di gestirla razionalmente, lontano dagli impulsi viscerali ed emotivi, tipici di coloro che vivono la matrice nella sua illusione.
A confronto con altri individui che ricercano la verità e a cui i “risvegliati” vorrebbero mostrare la via oltre la matrice, Neo si confronta su cosa sia la verità.
“Non cercare di piegare il cucchiaio. È impossibile. Cerca invece di fare l’unica cosa saggia: giungere alla verità.
Quale verità?
Che il cucchiaio non esiste.
Il cucchiaio non esiste?
Allora ti accorgerai che non è il cucchiaio a piegarsi, ma sei tu stesso!”
La possibilità di essere noi a piegarci e non il cucchiaio, ci consente di controllare le nostre azioni ed il nostro cammino. Cambiando il nostro modo di relazionarci alla realtà possiamo ottenere un cambiamento della realtà stessa.
Secondo un’antica leggenda cinese, “Il filo rosso del destino”, gli Dei hanno attaccato un filo rosso alla caviglia di ciascuno di noi, collegando tutte le persone le cui vite sono destinate a toccarsi, il filo può allungarsi, può aggrovigliarsi, ma non si rompe mai.
Questo legame tra gli individui consente loro di influenzarsi gli uni con gli altri ed un singolo cambiamento può generare una variazione nelle interazioni e nelle realtà altrui, fino a giungere ipoteticamente ad una rivoluzione totale del sistema.
“Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo.”
(Teoria del Caos – Effetto Farfalla)
Bibliografia
• “La simbologia e la teologia nella trilogia di Matrix” – Mario Conoscitore – A.A. 2012/13 SSML Gregorio VII
• MATRIX – SIMBOLISMO & ARCHETIPI di Michele Perrotta – Informarmy 02/10/2012