Le Costituzioni di Anderson - SECONDA PARTE

Le Costituzioni di Anderson - SECONDA PARTE

Le costituzioni del 1723

Dopo questa frammentaria premessa è arrivato il momento di dare uno sguardo all’oggetto di questo lavoro. Di alcuni protagonisti di questi avvenimenti: Anderson, John Theophilus Desaguliers, George Payne, Christopher Wren, Philip Wharton unitamente all’Invisible College e alla Royal Society parlerò in un apposito lavoro. Come nei prossimi mesi, con l’autorizzazione del nostro venerabile maestro studieremo la lotta tra gli Antichi ed i Moderni e come questa frattura della Massoneria inglese si sia ricucita solo nel 1813 con la nascita della United Grand Lodge of England - UGLE. Se Anderson è stato la mano che ha compilato le Costituzioni, poco più di uno scribacchino, probabilmente la mente pensante dietro di esse è stata quella di Desaguliers. Quando pensiamo alle Costituzioni, quasi come riflesso incondizionato, il nostro pensiero va ai Doveri del Libero Muratore e al fatto che questo non deve essere né ateo né libertino. Ma cosa significa Costituzione? «Generalmente, per costituzione si intende un documento scritto solenne, contenente la disciplina dell’organizzazione dei supremi organi statali e la proclamazione di una serie di diritti e di doveri dei consociati: tale posizione risente indubbiamente dell’influenza esercitata dall’art. 16 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789, secondo cui «ogni società dove non sia assicurata la garanzia dei diritti, né stabilita la separazione dei poteri, non ha una costituzione». (Treccani).

 

Le Costituzioni del 1723 sono così composte:

  1. La dedica al Duca di Montagu, da parte di John Theophilus Désaguliers, Deputy

del Gran Maestro;

  1. La Costituzione vera e propria, qui l’autore racconta la storia della Libera Muratoria a partire da Adamo. Questa storia, un po’ arbitrariamente fantasiosa, un po’ presa da antichi scritti, un po’ creata ad hoc è comunque una parte legata al mito per noi indispensabile;
  2. Doveri di un Libero Muratore;
  3. Regolamenti Generali;
  1. L’Approvazione con le firme del Duca di Wharton, di Désaguliers, dei Gran Sorveglianti e dei rappresentanti di 20 Logge;
  2. Quattro canzoni: Il Canto del Maestro, il Canto del Sorvegliante, l’Inno del compagno d’Arte, l’Inno d’entrata dell’Apprendista.

Sia la Costituzione sia i Doveri hanno un incipit simile. 1) LA COSTITUZIONE: Storia, Leggi, Doveri, Ordini, Norme ed Usi della Venerabilissima Fratellanza degli Accettati Liberi Muratori raccolte dalle loro Memorie generali e su fedeli Tradizioni di molte Età. Per essere lette nella Ammissione di un Nuovo Fratello, quando il Maestro o il Sorvegliante comincerà, od ordinerà a qualche altro Fratello, di leggere quanto segue. 2) I DOVERI di un Libero Muratore estratti da gli antichi documenti di Logge di oltremare, e di quelle di Inghilterra, Scozia e Irlanda, per l’Uso delle Logge di Londra: da leggere quando si fanno nuovi Fratelli o quando il Maestro lo ordini.

La Costituzione andrebbe letta integralmente, anche per apprezzare il lavoro di ricostruzione reale o presunta della storia della Libera Muratoria. I Doveri sono divisi in TITOLI GENERALI e sono:

  1. Di Dio e della Religione;
  2. Del Magistrato civile supremo e subordinato;

III.  Delle Logge;

  1. Dei Maestri, Sorveglianti, Compagni e Apprendisti;
  2. Della condotta dell’Arte nel lavoro;
  3. Del comportamento, ossia:
  4. Nella Loggia allorché costituita;
  5. Dopo che la Loggia è chiusa e i Fratelli non sono usciti;
  6. Quando i Fratelli si incontrano senza estranei, ma non in una Loggia;
  7. In presenza di estranei non Massoni;
  8. In casa e nelle vicinanze;
  9. Verso un Fratello

Non è difficile trovare delle somiglianze con i nostri statuti. Vediamo con più attenzione il primo dovere:

«A Mason is obligíd by his Tenure, to obey the moral law; and if he rightly understands the Art, he will never be a stupid Atheist nor an irreligious Libertine. But though in ancient Times Masons were chargíd in every Country to be of the Religion of that Country or Nation, whatever it was, yet ëtis now thought more expedient only to oblige them to that Religion in which all Men agree, leaving their

particular Opinions to themselves; that is, to be good Men and true, or Men of Honour and Honesty, by whatever Denominations or Persuasions they may be distinguishíd; whereby Masonry becomes theCenter of Union, and the Means of conciliating true Friendship among Persons that must have remain'd at a perpetual Distance».

«Un Muratore è tenuto, per la sua condizione, ad obbedire alla legge morale; e se egli intende rettamente l’Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso. Ma sebbene nei tempi antichi i Muratori fossero obbligati in ogni Paese ad essere della Religione di tale Paese o Nazione, quale essa fosse, oggi peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni; ossia, essere uomini buoni e sinceri o uomini di onore e di onestà, quali che siano le denominazioni o le persuasioni che li possono distinguere; per cui la Muratoria diviene il Centro di Unione, e il mezzo per conciliare sincera amicizia fra persone che sarebbero rimaste perpetuamente distanti».

Solo alla luce delle premesse e delle definizioni riportate più sopra inizia ad essere più chiaro il senso di questo primo dovere.

«In questo Dovere è contenuta l’espressione “peraltro si reputa più conveniente obbligarli soltanto a quella Religione nella quale tutti gli uomini convengono, lasciando ad essi le loro particolari opinioni”, che rappresenta un principio fondamentale del deismo a cui Anderson si ispira.

Non deve, peraltro, sorprendere se alla Gran Loggia di Londra, che emana le Costituzioni, viene rivolta l’accusa di irreligiosità. Per evitare polemiche su questo punto e su alcuni altri, la Gran Loggia seguendo l’esempio della Società Reale, proibisce tutte le discussioni di religione di politica ed emana il sesto Dovere. Ma tale proibizione, non riesce ad evitare una profonda spaccatura nella Massoneria inglese, con la conseguenza che i Moderns si oppongono agli Antients e, accanto alla Gran Loggia di Londra, sorge la Gran Loggia d’Inghilterra. Alla radice di tale frattura tra i massoni inglesi vi è, dunque, il deismo, ossia un modo particolare di concepire la religione non condiviso da tutti. È vero che la Gran Loggia di Londra, nell’ispirarsi al deismo, si è schierata contro il dogmatismo delle chiese, affermando che la religione non poteva più servire a dividere gli uomini ed a porli gli uni contro gli altri come nemici irriconciliabili, e svolgendo, in tal modo, un ruolo importante e positivo che ha fatto della Massoneria moderna l’elemento propulsore degli intelletti più illuminati del diciottesimo secolo. D’altro canto le critiche degli Antients contenevano una profonda verità, consistente nel principio di trascendenza, verità che è prevalsa solo nel diciannovesimo secolo (a partire dall’Atto di Unione del 1813), dando al pensiero massonico un assetto che lo caratterizza ancora oggi». (Giuliano di Bernardo, Filosofia della Massoneria, Marsilio, Venezia 2002, p.51-52).

Dovrebbe iniziare ad essere più chiaro perché al principio di questo lavoro ho molto insistito sui termini e sulle idee che permeano il secolo in cui nasce la Gran Loggia di Londra.

Per essere esaustivo questo lavoro dovrebbe, almeno, analizzare tutti gli antichi doveri. Nella evidente impossibilità a farlo chiudo con il 3° Dovere: delle Logge.

Una loggia è un luogo dove i Muratori si raccolgono ed operano per cui tale assemblea, o debitamente organizzata società di Muratori, è chiamata una Loggia, ed ogni Fratello deve appartenere ad una ed essere soggetto alle sue norme ed ai regolamenti generali. Essa è particolare o generale e ciò si comprenderà meglio frequentandola e mediante i regolamenti inerenti della Loggia generale o Gran Loggia. Nei Tempi antichi, né Maestro né Compagno poteva esservi assente, specialmente quando convocato ad apparirvi, senza incorrere in severa censura, salvo che non risultasse al Maestro e ai Sorveglianti che forza maggiore lo aveva impedito.

Le persone ammesse come membri di una Loggia devono essere uomini buoni e sinceri, nati liberi e di età matura e discreta, non schiavi, non donne, non uomini immorali o scandalosi, ma di buona reputazione.

Come si può facilmente notare, molto di quanto è scritto è rimasto immutato. Oggi tutti noi lasciamo liberi, probabilmente la sfida è restare liberi, tanto in un senso allegorico o trascendentale quanto nel pieno senso della parola. La nostra epoca è connotata dalla rinuncia alla libertà…

Michele Leone

Delta on-line

Delta on-line, erede della storica pubblicazione, ha lo scopo di comunicare più agevolmente e ad un maggior numero di lettori articoli di cultura massonica.

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