“Io ho fatto il mondo con misura, numero e peso” (Genesi)
Così si esprime l’Eterno nella Genesi, e questo sta a significare che la creazione è stata realizzata in base ad una legge fisica generale, addirittura “divina”, che governa l’insieme dell’universo. Ma la scienza umana, basata sull’osservazione, non possiede che le briciole di questa legge universale che comunque rimane il sogno di tutti i ricercatori e di tutti i sapienti.
Sarebbe assurdo immaginare che l’uomo, con la sua debole mente, possa pervenire alla conoscenza totale di questa legge, resta comunque il fatto che le chiavi della stessa siano state in qualche modo trasmesse, infatti senza almeno una parte seppur piccola di queste conoscenze, l’uomo comune non avrebbe mai potuto progredire, né socialmente né spiritualmente.
Esiste una storia leggendaria, legata più a fatti reali che alla pura e semplice immaginazione, una storia che in una forma o nell’altra ricompare in ogni era e che attesta la continuità con cui la tradizione di una civiltà viene trasmessa a quella successiva, ma noi ben sappiamo che il termine Tradizione, significa dal punto di vista etimologico semplicemente Trasmissione.
Diviene, a questo punto, implicita la spiegazione di quanto appena detto, cioè che la Tradizione, intesa come la più elevata manifestazione spirituale ma anche materiale di una civiltà, non significa altro che Trasmissione dell’idea dell’Essere nella sua perfezione massima, quindi di quanto più sacro ed elevato esista a quella che viene dopo. Trasmissione che di conseguenza viene a creare una gerarchia tra gli esseri relativamente alla distanza da quella stessa idea, quindi creare quei famosi tre gradi di comprensione della stessa, vale a dire essoterica, dei piccoli misteri, dei grandi misteri ovvero esoterica.
Ovviamente riferimenti diretti non se ne possono fare in quanto non esiste una documentazione attendibile che possa far capire in modo sicuro il passaggio da una civiltà ad un’altra e quindi risalire ed in qualche modo ricostruire la storia leggendaria sopra citata. Inesorabilmente dunque dobbiamo fare riferimento ai documenti che abbiamo a disposizione o meglio agli scritti che sono giunti fino a noi dai vari periodi di trasformazione delle civilizzazioni.
Questo purtroppo senza sapere chi li ha scritti, da quante persone ed in quale periodo esattamente questo sia successo, quanto possa essere stato aggiunto prima o dopo, come ciò che è stato aggiunto possa essere in qualche modo considerato credibile o frutto di fantasia; dobbiamo in altre parole fare riferimento alla Mitologia ed ai vari Miti che sono stati creati e tramandati per mezzo della Tradizione, ovvero Trasmissione nel corso dei millenni.
Dobbiamo quindi riferirci a qualche cosa di estremamente astratto ed insicuro, ma con la certezza che nulla nasce dal nulla e che quindi anche i vari Miti nascondono qualche cosa di definito. Possiamo immaginare che con un po’ di oculatezza e attenzione questi Miti ci possono dare una traccia, seppur soltanto relativamente alla realtà dei tempi passati.
Basti pensare al fatto che in tutte le religioni si parla di un diluvio, che ha stravolto il globo per farlo ritornare praticamente allo stato primordiale oppure, menzionando cose concrete e più recenti, si possono citare le costruzioni fatte praticamente in tutto il mondo a forma di piramide. Di queste costruzioni immense e misteriose ancora oggi resiste il dubbio su come siano state costruite.
Quindi, relativamente a quanto detto, le nostre eventuali chiavi di lettura per decodificare la storia leggendaria di cui sopra, sono inesorabilmente legate alla Mitologia, ma occorre dire ancora che, poiché è pericoloso dotare un essere non abbastanza evoluto di poteri eccezionali, esse sono sempre rimaste segrete e inaccessibili a chiunque non avesse raggiunto la preparazione necessaria per comprenderle ( vale a dire il 3° grado di conoscenza appena citato) e quindi si potrebbe spiegare così il linguaggio criptato o se volete esoterico per mezzo del quale sono state espresse.
Queste cosiddette chiavi di lettura, nel linguaggio popolare delle varie Mitologie, sono normalmente rappresentate dall’Oro. Abbiamo infatti il “numero d’oro”, che permette il passaggio geometrico dalla retta alla curva, vale a dire dalle leggi terrestri a quelle celesti; “l’Angolo d’oro”, da cui deriva la leggenda di Pitagora ed altre molto più conosciute come il Vello d’Oro di Giasone che fu causa di aspre contese tra il popolo greco e quello Caucasico; “le Mele d’Oro delle Esperidi”, oggetto dell’undicesima fatica di Ercole con tutti i combattimenti relativi. Ma ve ne sono altre, molte altre, e guarda caso ogni volta il possesso e la trasmissione di questi segreti segnati simbolicamente dall’Oro è stato sempre oggetto di aspre contese, guerre e furti rocamboleschi nonché prove di coraggio a livello estremo, ma ogni volta che tali simbolici oggetti passavano da un popolo all’altro, in quest’ultimo veniva a diffondersi una civiltà nuova e migliore.
Su può pensare quindi che anche in questo caso ci sia una chiave di lettura fondamentale, rappresentata da un oggetto in Oro e naturalmente causa di aspri combattimenti e contese. Essa è “l’Arca dell’Alleanza”, che come oggetto in sé aveva sicuramente importanza relativa, ma rivestì il massimo interesse in quanto contenitore delle Tavole della Legge. Infatti come dice la Genesi “Le Tavole sono di pietra, ma sono contenute in un cofano ricoperto d’oro: l’Arca”.
Non si sa con certezza da dove provenisse la sapienza e la conseguente grande civiltà degli Egizi; anche se sono state fatte le ipotesi più stravaganti, essa appare nata improvvisamente e quasi dal nulla. Infatti si è parlato di una civiltà derivata dai Sumeri (di cui si sa relativamente poco) o, addirittura, da quanto era rimasto a seguito della catastrofe di Atlantide. Ma anche se non sappiamo quale fu l’origine dei testi sacri egizi, si può realisticamente ipotizzare che le Tavole della Legge siano state ricavate (o, addirittura, che fossero le medesime tavole) sottratte e portate via da Mosè al momento dell’Esodo, il che potrebbe anche coerentemente spiegare perché il Faraone inseguisse con tanta determinazione gli Ebrei per impedire loro di lasciare il paese.
Sicuramente, gli Ebrei non furono in grado di utilizzare subito la sapienza degli Egizi così ottenuta, probabilmente perché non avevano raggiunto ancora la preparazione o la comprensione esoterica o, in certo senso, la purezza necessaria per comprenderle, fino al momento in cui non ebbero come re il saggio Salomone. Egli era figlio di David e la sua nascita era stata segnata dall’eccezionalità, poiché avvenne nel momento in cui la Terra aveva ritrovato la sua purezza originale, ossia trentatré generazioni dopo la creazione di Adamo. Sappiamo infatti che fu questo re, ispirato da Dio, forse proprio perché accompagnato dalla purezza originale, che riuscì a comprendere e utilizzare per primo le Tavole della Legge e quindi iniziare la costruzione del famoso Tempio di Gerusalemme.
Le tavole della Legge
I Cattolici sono abituati a pensare alle Tavole della Legge facendo riferimento esclusivamente ai Dieci Comandamenti; questo molto probabilmente per il fatto che l’istruzione religiosa si limita alla lettura e spiegazione del Santo Vangelo, ma poco o nulla viene letto ed anche spiegato della Sacra Bibbia. In effetti ciò non corrisponde affatto alla realtà in quanto in Esodo troviamo ben altro oltre il Decalogo; un lungo e dettagliato elenco di leggi che l’Eterno trasferì a Mosè e che costituivano la base fondamentale degli ordinamenti che avrebbero dovuto, da quel momento in poi, regolare i rapporti tra l’Eterno e il popolo di Israele.
Ed è sicuramente normale come in esse vi fossero descritti nei particolari tutti i regolamenti di carattere certamente religioso ma anche morale, sociale, sacerdotale e tutto ciò descritto fin nei minimi particolari in modo da non lasciare nulla all’immaginazione. Ma la cosa più sorprendente e nello stesso tempo curiosa è stata la descrizione fatta in modo assolutamente dettagliata di quelli che sarebbero stati gli ambienti e gli arredi, nonché gli utensili necessari che avrebbero costituito la base per l’osservanza religiosa, descrizione che forse in qualche modo potrebbe essere definita una sorta di schizzo peraltro molto particolareggiato di un futuro eventuale Tempio.
Tutto ciò riveste un’importanza basilare quindi è bene riportare alcuni brevi passaggi.
1° (Esodo, 25) Dio dà a Mosè gli ordini per l’erezione del Tabernacolo.
Qui dopo la descrizione delle offerte che gli verranno portate con particolari su numeri, colori, disegni etc. dice: “E mi facciano un Santuario perch’io abiti in mezzo a loro”, poi “Me lo farete in tutto e per tutto secondo il modello del tabernacolo e secondo il modello di tutti i suoi arredi, che io sto per mostrarti”.
2° L’arca, lunga due cubiti e mezzo, larga un cubito e mezzo, alta un cubito e mezzo etc.
3° Il propiziatorio, lastra rettangolare d’oro incastonata sul coperchio dell’Arca, luogo dove l’Eterno potesse incontrare Mosè lunga due cubiti e mezzo e larga un cubito e mezzo.
4° La tavola, anch’essa con tutti i dettagli.
5° Il candelabro, stessa cosa.
Ma soprattutto di estremo interesse mi pare sia
6° Il tabernacolo, del quale, dopo i vari dettagli, l’Eterno dice: “Farai per il Tabernacolo delle assi di legno di acacia, messe per ritto. La lunghezza di un asse sarà di dieci cubiti e la larghezza dell’asse di un cubito e mezzo” per continuare con incastri. fiocchetti, nastri, teli e quant’altro nei dettagli più delicati.
7° L’Altare degli Olocausti
Inoltre molto importante
8° Il Cortile, di cento cubiti per parte e per ogni parte venti colonne con le basi di rame ed i chiodi e le aste d’argento etc. etc.
Questo tanto per far capire in quali minimi particolari le cose venissero descritte, ma una cosa colpisce particolarmente, ed è che il tutto viene descritto e misurato in cubiti, quindi è bene capire cosa si intende per cubito: (tratto dalla enciclopedia Treccani):
- Unità di misura di lunghezza in uso presso vari popoli del bacino del Mediterraneo, di vario valore: il C. attico ed il Romano corrispondevano a 444 mm;
- Antichissima unità di distanza angolare celeste usata dagli astronomi, i quali distinguevano il c. maggiore (distanza apparente tra le stelle Castore e Polluce della costellazione dei Gemelli) e il c. minore (distanza apparente tra Procione e la stella Beta della costellazione del Cane minore).
Ora certo non è logico presumere che dietro questa descrizione così dettagliata ed anche così ragionevolmente operativa si possa nascondere la descrizione di quello che l’Eterno avrebbe voluto fosse il suo Tempio, ma sicuramente sono cose che ci devono spingere a qualche riflessione. Perché si entra così nei particolari? Perché poi si usa un’unità di misura che può essere una comune ad altre genti, ma potrebbe anche essere una misura utilizzata da tempi antichissimi dagli Astronomi? Ci potrebbe essere qualche cosa di nascosto in queste descrizioni che possono riferirsi in qualche modo alla Creazione, come si potrebbe pensare dato l’utilizzo di misure di distanze Celesti?
Noi ben sappiamo che per comprendere i Testi cosiddetti Sacri occorre una quadruplice lettura, che partendo da quella Letterale anche definita essoterica, cioè aperta alla comprensione di tutti, arriva a quella Morale che ha un bacino di comprensione più limitato, per continuare con quella Allegorica, ancora più difficile da decodificare, e finisce con la lettura Anagogica, limitata alle menti più colte ed alle intelligenze più raffinate che può portare chi arriva a capirla fino alla comprensione più elevata dei Misteri, vale a dire può portare fino sulla via della comprensione di Dio, o se preferite di una Entità Superiore. Nel caso della Bibbia, è noto che per giungere alla comprensione totale e qualificata della stessa, i Rabbini così come facevano anticamente i Farisei (educatori religiosi) utilizzano i vari sistemi dettati dalla così detta QABBALAH EBRAICA, che sono:
1°) la Gematria: basata sul valore numerale ed aritmetico delle singole lettere che compongono una parola;
2°) il Notarikon: Ogni lettera ha un significato diverso che viene analizzato separatamente dalle altre e quindi anche dal significato ottenuto dalla Gematria;
3°) Thamurah: Ogni parola subisce delle trasposizioni di alcune lettere, ottenendo così ancora altri significati;
Questo tanto per dare una ridottissima spiegazione di quella che è appunto la Qabbalah, ma che pur espressa con estrema sintesi può comunque dare se pur vagamente un’idea della estrema complessità della materia per la conoscenza della quale servono anni e anni di studi approfonditi e talvolta sono ancora insufficienti.
Di conseguenza quanto detto fino ad ora naturalmente non può, né potrà mai avere dei fondamenti scientifici; né tanto meno si può affermare che quanto descritto in Esodo possa essere la descrizione fatta dall’Eterno relativamente al suo Tempio o addirittura alla Creazione, come ovviamente quanto detto in tutte le Mitologie ed i testi relativi. Occorre dire comunque che anche solo la semplice lettura essoterica e la successione di eventi storici che, seppur antichissimi, hanno dei sicuri fondamenti nella realtà, ci possono, anzi ci devono spingere a riflessioni importanti relativamente al soggetto trattato.
Pietro Agù