Eureka

Eureka

“La Libera Massoneria ha il suo fondamento esistenziale nella fede in una potenza suprema che onora sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo.
I suoi principi si compendiano in queste due massime:
Conosci te stesso e ama il prossimo tuo come te stesso”.

 

Definire la conoscenza è compito difficile.

Quando si cerca, o ci si sforza, di “imparare” è molto facile cadere – invece –  nel “ripetere”: conoscere significa “dire ciò che non si sa”, perché quando si dice ciò che già si sa, in realtà, si sta solo ripetendo qualcosa.
Non esiste alcuna “scoperta”, ma semplicemente un’altra vittoria dell’anima nella continua battaglia contro l’ignoranza, l’approssimazione e l’apparenza. Cristoforo Colombo, per esempio, non ha “scoperto” l’America… l’ha solo trovata. Einstein non ha “scoperto” la relatività, ha solo detto ciò che prima nessuno sapeva.
La difficoltà non sta nella conoscenza in sè, ma piuttosto nel percorso per raggiungerla e ancor di più forse, per esprimerla.

 

Il percorso massonico è spesso fondato su regole che si stagliano in direzione contraria rispetto a quelle che – oggi – governano la vita profana: apparenze, convenzioni, comportamenti e maniere, tutti elementi forse necessari e sicuramente utili al buon governo della società o alla gestione della quotidianità, ma che non rappresentano altro che aspetti esteriori, accidentali e temporanei della vita: forse elementi che caratterizzano più una “esistenza” che non una vera e propria “vita”; sicuramente elementi che hanno perso di vista cosa si intenda davvero per “conoscenza di sé”.
Molti uomini e donne trascorrono il tempo a loro concesso attraverso questa sopravvivenza, dilungandosi ed arrovellandosi in problemi di grande rilevanza pubblica, politica, sociale… sicuramente fondamentali! ma tutti problemi accidentali.
Questioni che riguardano la gestione della società, senza l’Uomo; questioni che riguardano l’ecologia, senza la Natura; questioni che riguardano il relax, senza la pace dell’anima e così via.
Anzi, ci sarebbe da chiedersi en passant se coloro che dedicano il loro tempo a tali questioni abbiano poi davvero la volontà di agire su di esse oppure se non sia proprio l’esistenza di queste a dare un senso alla vita di coloro che passano il loro tempo a “cercare di risolverle".
Anzitutto quindi: ordine.
La massima in testa a questo scritto costituisce le prime righe degli Statuti Generali della Libera Muratoria ed essa dice bene che in primis, prima di occuparsi del prossimo e del mondo con le loro questioni, l’uomo deve “conoscere se stesso”, deve “apprendere quell’essere misterioso che è l’Uomo. Ma tale opera è penosa, e richiede molti sacrifici…”.
La Massoneria non fornisce risposte né tanto meno scorciatoie; essa è come una anziana levatrice: una donna vedova che non può più avere figli, ma che permette, a chi si lascia aiutare, di partorirne da sé stesso.
In questo senso possiamo dire che la Massoneria ha un oggetto “esoterico”. Questa Massoneria non è nemmeno detentrice del “grande libro delle risposte” ed in questo senso si definisce a-dogmatica: non afferma una verità già raggiunta da imparare, ma lascia libertà nella ricerca della stessa. Essa fornisce ai suoi adepti, come guida, dei mezzi neutrali, antichi e silenziosi che si pongono come intermediari di sapere nei confronti di chi li sa osservare: la guida dei massoni sono i simboli.

 

Il metodo simbolico è il più adatto per un cammino iniziatico svolto in un contesto esoterico ed adogmatico nel senso a cui facevo riferimento sopra ed il grado nel quale maggiormente si deve lavorare in modo simbolico è quello di apprendista.
Il simbolo è il più antico strumento di comunicazione della conoscenza iniziatica: una comunicazione oscura, faticosa, ma disponibile a chiunque la voglia cercare. “Simbolo”, nella nostra accezione, deriva da un termine greco “sumbolon”, (σύμβολον) che letteralmente significa “getto insieme, unisco”; il simbolo è l’archetipo del linguaggio passivo: non si esprime autonomamente ma è in grado di suscitare la sapienza (senza svenderla né regalarla) a colui che con il tempo ed il lavoro si sforza di ricercarla.
Pensiamo alle differenze tra una raffigurazione, ad esempio un geroglifico, ed un simbolo: il primo rappresenta in modo stilizzato la cosa che si vuole richiamare, ad esempio un uccello per indicare un uccello oppure un pesce per indicare un pesce; il simbolo invece “contiene” in forma grafica (e non solo) una sapienza più profonda, velata, che può essere ricavata solo con un’opera di ricerca e in base al livello di crescita di cui l’iniziato è dotato.
Entrambi sono mezzi di comunicazione ma il primo ha lo scopo di “ripetere”, il secondo, invece, di “conoscere”.
La Massoneria opera in modo simbolico, non grafico: in questo si condensa il carattere “iniziatico” del percorso da lei proposto. L’iniziazione ti indica il sentiero verso la montagna: nessuno ti porterà in braccio fino alla cima ma stai pur certo però che non farai il viaggio da solo.
Il sentiero inizia nel Tempio fisico, con i suoi arredi, le posizioni in cui i Fratelli sono installati, le luci ed i movimenti.
La regola aurea è: “non è quello che sembra”. Anzi, lo è sicuramente, ma “non è solo quello”. Mi permetto di formularne una dimostrazione.
Dato l’enunciato: “L’apprendista ha il compito di sgrossare la pietra grezza”, un’interpretazione grafica di tale affermazione potrebbe suonare come: “lima i tuoi difetti e le tue asperità”. Questo concetto è assolutamente meritorio ma appare quasi come una “verità rivelata”: cioè: “fai così, sgrossa i tuoi difetti e farai bene”. Punto. Se la finalità è apparentemente chiara, l’iniziato rimane però abbandonato a se stesso quanto al metodo con cui raggiungere il risultato: si indica la méta ma non il sentiero. Un’interpretazione simbolica, invece, potrebbe suonare così: “Distruggi il tempio di pietra che è intorno a te passo dopo passo e, silenziosamente, costruirai te stesso: sei tu la pietra che costituisce il tempio”. Caro Fratello Apprendista, Compagno e Maestro che lavori in grado di apprendista, sii un abile certosino nel tuo operare: lasciati guidare dai dettagli, inizia con il lavoro su ciò che hai a portata di Uomo, ricerca la sapienza insita nella melagrana, nel compasso o nell’Ara, “distruggi” le corazze esterne di questi oggetti – pietre fisiche del tempio, abbandona la superficialità e l’apparenza!
Quando avrai decostruito il simbolo ti accorgerai che nel mentre è il Muratore ad essere cambiato.

Lavorando sull’oggetto, hai lavorato sul soggetto. L’agente e l’oggetto si sono confusi e così il lavoro sulla materia fisica ha accresciuto la capacità di lavorare del muratore, ne ha affinato la percezione, ne ha allenato l’arguzia e la sottigliezza: la vera materia fisica su cui hai lavorato era il lavoratore: ecco il significato simbolico: “siamo noi la pietra viva da lavorare”.
Come si può vedere, il metodo simbolico non solo enuncia l’obbiettivo, ma illustra anche il percorso.
Il metodo è lo scopo del lavoro in grado di apprendista.

Lavoriamo su ciò che è finito perché se è molto difficile prendere gli attrezzi del lavoro simbolico ed applicarli direttamente al complesso concetto di “rettitudine”, oppure a quello di “unità” o ancora di “equilibrio”.
I Massoni hanno il grande privilegio di trovarsi all’interno di un tempio massonico che racchiude in “micro” ed a misura d’Uomo, ciò che in “macro” per l’Universo si squaderna, un micro-cosmo che, condensando in sé un universo infinito, si rende mediatore comprensibile all’Uomo della grande sapienza dispersa nell’Universo che ci circonda.
Bisogna lavorare sul finito, e l’infinito arriverà…


L’America era già tutta lì quando Colombo ci è arrivato…


“Eureka!”, esclameremmo, ma “Eureka” non significa “ho scoperto”, Eureka significa solo “ho trovato” e si può trovare solo ciò che esiste già.

M.M.

 

Delta on-line

Delta on-line, erede della storica pubblicazione, ha lo scopo di comunicare più agevolmente e ad un maggior numero di lettori articoli di cultura massonica.

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