Qui quasi cursores vitae lampada tradunt - PRIMA PARTE

Qui quasi cursores vitae lampada tradunt - PRIMA PARTE

Queste pagine proveranno a raccontare una storia, un viaggio da Imola a Roma avvenuto nel corso di ventitré anni.  Non è la narrazione del viaggio completo che inizia prima della data scelta come inizio e termina dopo il novembre 1925, come la maggior parte delle scelte è una scelta arbitraria. Scelta necessaria per non parlare di un avvenimento senza fornire gli strumenti minimi per inquadrarlo da un punto di vista storico e comprenderlo da uno culturale. Nei limiti del possibile non vi saranno giudizi, lo scopo non è giudicare, ma far prendere coscienza e far conoscere una parte della storia d’Italia, che è anche nostra. Studiare solo i simboli, la filosofia o la storia della Massoneria senza includere quella della antimassoneria e delle sue motivazioni od evoluzioni storiche ci rende zoppi, ciechi e indifesi.

È mio profondo convincimento che un testo debba essere sempre e comunque presentato a beneficio dei lettori: QUI QUASI CURSORES VITAE LAMPADA TRADUNT. Di luce ne servirà molta per non tanto per rischiarare i momenti bui del passato, quanto, soprattutto, per illuminare le coscienze, gli intelletti ed i cuori degli esseri umani che verranno.

 

 

Prima di giudicare la mia vita

o il mio carattere mettiti le mie scarpe,

percorri il cammino che ho percorso io.

Vivi il mio dolore, i miei dubbi,

le mie risate.

Vivi gli anni che ho vissuto io

e cadi là dove sono caduto io

e rialzati come ho fatto io.

(Luigi Pirandello)

Iniziamo il nostro viaggio con l’iter che ha portato all’incompatibilità tra tessera del Partito Socialista Italiano (P.S.I.) e Massoneria:

  • 1902, Congresso di Imola: Intenso dibattito sulla compatibilità tra socialismo e massoneria, ma senza una decisione vincolante a livello nazionale;
  • 1904, Congresso di Bologna: Ulteriore discussione sulla massoneria, con una crescente diffidenza, ma ancora senza una formale incompatibilità nazionale;
  • 1906, Congresso di Milano: Forte dibattito sull'incompatibilità, che prepara il terreno per decisioni successive;
  • 1908, Congresso di Firenze: Approvazione di una mozione che sancisce l'incompatibilità tra l'appartenenza al PSI e alla massoneria, con implicazioni a livello nazionale;
  • 1914, Congresso di Ancona: Sancisce in modo definitivo e vincolante a livello nazionale l'incompatibilità tra l'appartenenza al PSI e alla massoneria, con obbligo di scelta per i militanti. Il convegno di svolse il 26, 27 e 28 aprile 1914. Un mese e mezzo prima dell’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria a Sarajevo il 28 giugno 1914, evento che divenne il pretesto per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Questo convegno dove avvenne la battaglia tra massimalisti e riformisti, battaglia vinta dai primi, segnò la vittoria delle parti più estremiste ed intransigenti del partito. Bisognare definitivamente «eliminare» il potere della borghesia. Chi ebbe modo di farsi notare per la virulenza delle sue parole, l’intransigenza ideologica ecc.? Il neodirettore dell’Avanti: Benito Mussolini. Ah, è da ricordare il confronto, si potrebbe dire scontro, tra questo e Giacomo Matteotti.

All’avversità per la massoneria dei socialisti, intorno al 1910 si aggiunge quella del Movimento Nazionalista:
Dal 1910 circa: Ascesa del nazionalismo italiano, che sviluppa una forte ostilità verso la Massoneria, percepita come internazionalista e antinazionale. Figure come Enrico Corradini sono tra i principali critici. Corradini è stato uno dei maggiori esponenti del Nazionalismo, nel 1919 provò a convincere D’Annunzio a marciare su Roma. Fascista della prima ora, favorevole in una fase iniziale allo smantellamento dello Stato liberale, ebbe in seguito dei ripensamenti. Questi ripensamenti, espressi anche per iscritto, lo portarono già da 1928 ad essere politicamente emarginato.
Referendum 1913: Il quotidiano nazionalista "La Voce Nazionale" promuove una campagna per un referendum popolare con l'obiettivo di ottenere una legge di incompatibilità tra massoneria e cariche pubbliche. Più avanti leggeremo alcune risposte a questo referendum.

Sorvolerò su altri partiti come, ad esempio, Partito Popolare Italiano (PPI) fondato nel 1919 e di ispirazione Cattolica e il Partito Liberale Italiano, di certo più vicino alla Massoneria per motivazioni storiche, ma che ebbe diversi dibattiti interni nel momento in cui culminava l’antimassoneria.

Non parlerò della nascita del Movimento Fascista (Fasci di Combattimento), fondato nel 1919, solo perché è fatto noto.
È importante notare che in questo periodo iniziano a crearsi le premesse per la crescita e diffusione di teorie del complotto come quella "pluto-giudaico-massoniche" in ambienti nazionalisti, conservatori, ultracattolici e di estrema destra, influenzando il dibattito pubblico sull'influenza della massoneria. A questo proposito è da segnalare la pubblicazione dei Protocolli degli Anziani di Sion, per le edizioni La vita Italica nel 1921 a Roma. Quasi superfluo ricordare che sono un falso!
È facile evincere da questa velocissima carrellata che gli eventi del 1925 non sono stati un fulmine a ciel sereno, ma figli di, almeno, un quarto di secolo di gestazione.  Porto alla vostra attenzione un articolo pubblicato sulla rivista Utopia (Anno I, n° 2) il 10 dicembre del 1913: Una campagna contro la massoneria. Utopia è la Rivista quindicinale del Socialismo Rivoluzionario Italiano, ed ha come direttore Benito Mussolini. Nello stesso numero vi è un articolo di Nino Levi, nel ’25 sarà avvocato difensore di Gaetano Salvemini e subirà una violenta aggressione da parte dei fascisti, nel ’38 sarà destituito dall’insegnamento a causa delle leggi razziali.
Non potendo riportare tutte le risposte del Referendum organizzato da La Voce, mi limiterò a darvi notizia di alcune di quelle più significative. È utile citare questo referendum perché è citato da Gioacchino Volpe durante i lavori della tornata della Camera del 16 maggio 1925.
Giovedì 31 luglio 1913 con un titolone in prima pagina: la nostra inchiesta su la Massoneria, È proposto al lettore il questionario in tre domande e vi sono le prime risposte, risposte che verranno ospitate in diversi numeri. Il “referendum” era stato annunciato nel numero del 24 luglio. In appendice altri articoli contro la massoneria pubblicati sulla testata giornalistica.

Il questionario:

1° Crede ella che la sopravvivenza di una associazione segreta, qual è la Massoneria, sia compatibile con le condizioni della vita pubblica moderna?

2° Crede ella che il razionalismo materialistico e l’ideologia umanitaria e internazionalistica, a cui la massoneria nelle sue manifestazioni si inspira, corrispondano alle più vive tendenze del pensiero contemporaneo?

3° Crede ella che l’azione palese e occulta della Massoneria nella vita italiana, e particolarmente negli istituti militari, nella magistratura, nella scuola, nelle pubbliche amministrazioni, si risolva in beneficio o in danno per il Paese?

Ten. Gen. L. Cadorna. Rispondo brevemente alle tre domande rivoltemi:

1° Ritengo che la sopravvivenza della Massoneria e di qualunque associazione segreta sia incompatibile con le condizioni della libera vita pubblica moderna. Libertà e luce sono termini indissolubili. Combattere l’oscurantismo, come pretende la Massoneria, e rifugiarsi nelle tenebre, sono invece cose contradittorie.

2° L'umanitarismo internazionalistico è dannoso quando, trapassando la giusta misura, tende a offuscare e comprimere il sentimento nazionale, che è la grande molla motrice dei popoli; ed è biasimevolissimo quando mira, per fini occulti, ad asservire gli interessi del proprio Paese a quello di un altro.

3° Non può essere che molto dannosa l’azione della Massoneria nella vita pubblica, particolarmente negli istituti militari, nei quali l’ordine gerarchico viene spesso sovvertito con danno gravissimo della disciplina, e la lealtà e la franchezza, che in essi devono imperar sovrane, sono in perfetta antitesi con il mistero che avvolge l’azione della setta.

Generale L. Cadorna, Comandante d’Armata.

Benedetto Croce. Sulla massoneria poco di nuovo è da dire: qualcosa di più forse sarebbe opportuno dire circa la «mentalità massonica»; ma di questa ho già discorso altrove.
Mi restringo dunque a notare un semplice fatto. – Condizione perché un istituto operi efficacemente, è che esso si imponga al rispetto (parlo di quel rispetto che si prova nell’animo, o nel fondo dell’animo, ancorché non si esprima a parole), al rispetto degli avversari e perfino dei suoi più fieri nemici. L’odio, anche feroce, non fa male: ciò che fa male davvero è il ridicolo, e, peggio, il sospetto circa le intenzioni. Ora non mi par dubbio che la Massoneria, a cagione del suo cerimoniale e del suo segreto, incontri ad ogni istante il ridicolo ed il sospetto. Come può vivere in un ambiente siffatto, tra benevoli sorridenti e malevoli sospettanti? Non è da temere, e da presumere, che la disistima generale le faccia perdere la stima propria e la induca a operare in modo conforme alla reputazione che essa si è formata? Se io fossi massone (che non sono né sono stato mai) promuoverei con tutte le mie forze, per la salvezza di quell’istituto, l’abolizione del cerimoniale e del segreto.

Benedetto Croce (si riferisce quanto pubblicato da la voce n. 50 novembre 1910 intervista su massoneria e socialismo)
Avvicinandoci alla nostra tornata parlamentare è da ricordare la delibera del Gran Consiglio fascista del 1923 sull’incompatibilità tra fascismo e Massoneria. Nell’appendice 1 il testo completo.
Altri avvenimenti da ricordare sono 1) la Secessione dell'Aventino, 27 giugno 1924, protesta avvenuta a seguito dell’omicidio Matteotti. I deputati massoni che parteciparono a questa protesta furono una trentina su cento ventitré; 2) Il manifesto degli intellettuali del Fascismo di Giovanni Gentile e pubblicato su Il Popolo d’Italia il 21 aprile 1925; 3) Il testo apparso su «Il Mondo» e «Il Popolo» il 1° maggio 1925 con due titoli diversi: a) Una risposta di scrittori, professori e pubblicisti italiani al manifesto degl’intellettuali fascisti e La replica degli intellettuali non fascisti al manifesto di Giovanni Gentile.
Le premesse e la cronistoria sino a questo momento presentata non permettono di aver chiaro tutto il contesto storico-culturale, ad esempio mancano elementi di riflessione sulla “vittoria mutilata” o “vittoria senza pace” della prima guerra mondiale, le questioni sindacali dell’industrializzazione e del lavoro nelle campagne, insomma di un mondo che se nel tempo cronologico e distante da noi solo un centinaio d’anni, in quello delle coscienze, delle aspirazioni (individuali e collettive), della formazione e delle idee prima ancora delle ideologie è distante anni luce.
La Massoneria? La Massoneria non esiste, esistono le varie Obbedienze massoniche e soprattutto esistono i massoni che danno vita alla forma storica in questa dimensione dell’esistenza, all’idea della Massoneria. Se è così e non può essere diversamente allora lo studio dovrebbe essere sui singoli individui che sono anche massoni. Indipendentemente dalla loro importanza nella gerarchia dell’Istituzione essi rappresentano e rappresentavo se stessi, fatto salvo il ruolo istituzionale delle altissime cariche nazionali. Anche in questo caso, ammesso che sia vero, che un solo soggetto possa rappresentare una comunione massonica, rappresenta sempre e comunque l’indirizzo di quella comunione, la maggioranza degli aderenti e mai la Massoneria in termini assoluti. Questa precisazione è necessaria per smantellare molte delle teorie del complotto e antimassoniche che vedono della Massoneria una granitica organizzazione planetaria, per inquadrare correttamente i fenomeni storici e comprendere come anche all’interno della stessa obbedienza o delle stesse Logge vi siano frammassoni con idee diverse, spesso diametralmente opposte. Questo è da tener ben presente nella lettura dei momenti turbolenti e difficili; è da tener presente se si vuole creare una pedagogia massonica atta a dare al neofita o iniziato che sia, quegli strumenti di liberazione della coscienza che non sono mero indottrinamento, né inutile erudizione su simboli ed analoghi aspetti della vita muratoria. 

«Il 9 maggio 1920, dinnanzi all’Assemblea costituente dell’Ordine, Torrigiani rivendicò il carattere “rivoluzionario” della massoneria. Essa, egli disse, iniziava i “più eletti” e i “più ribelli”. Denunciò le “amicizie sospette e conciliazioni preoccupanti” del governo presieduto da Francesco Saverio Nitti con la Santa Sede, ribadì l’obiettivo della “giustizia sociale”, deplorò la collusione tra lo Stato e borghesia (quasi la massoneria fosse precipuamente “proletaria”) e invocò i diritti “dei popoli minori, dei popoli delusi, dei popoli ancora oppressi”. Schierò il Grande Oriente contro i trattati di Versailles e incoraggiò il “revisionismo”, che era l’altra faccia dell’”interventismo” deluso: la “vittoria mutilata”. […] All’avvento di Mussolini il Goi plaudì con riserva retorica: se ne attendeva l’affermazione della libertà. Ebbe comunque suoi affiliati al governo, come anche la Gran Loggia d’Italia ne aveva nella cerchia del “duce”, a cominciare da Giacomo Acerbo, Giuseppe Bottai e Michele Terzaghi, nominato sottosegretario di Stato a Poste e Telegrafi. […] Il 3 novembre 1922 Torrigiani augurò a Mussolini di “superare la prova nel modo più glorioso per la Patria”. Il nuovo presidente lo ignorò. Fece altrettanto Raul Palermi, sovrano gran commendatore e gran maestro della Gran Loggia d’Italia, che gli fece omaggio di grembiule, sciarpa e catechismo della Gran Loggia. Il “duce” soleva ricevere tutto con beneficio di inventario». (Aldo Mola, Storia della Massoneria in Italia, Bompiani, Milano 20182, pp. 472-475) Nel ’23 neanche quattro mesi dopo l’insediamento mi Mussolini al governo ci sarà l’incompatibilità tra fascismo e Massoneria (vedi appendice).

Appendice

Delibere del Gran Consiglio Fascista

La IV Riunione

Fascismo e Massoneria

Il giorno 15 febbraio 1923 - I, alle ore 16, ha ripreso la sua seduta il Gran Consiglio Nazionale Fascista sotto la presidenza del Duce.

Continuando la trattazione della politica interna, dopo una breve discussione, è stato deciso che gli incidenti causati da alcune espulsioni avvenute nel Fascio di Torino in seguito ai fatti del dicembre scorso, debbano essere deferiti alla Segreteria Politica del Partito, mentre di altri incidenti consimili avvenuti in Lombardia, e precisamente a Mortara e a Sartirana, è stato investito il Comando Generale della Milizia, il quale deve riferire entro 48 ore.

Come regola, il Gran Consiglio ha stabilito che non si dovrà occupare se non dei problemi che investono questioni di ordine generale nazionale.

Quindi si è passato all'esame del secondo comma dell'ordine del giorno: «Partito e Massoneria».

L'argomento è stato trattato ampiamente e vi hanno partecipato il Duce, l'On. Finzi, l'On. Giuriati, l'On. Acerbo, Italo Balbo, l'On. De Stefani, Torre, Bianchi, Calza-Bini, Rocca, Giunta, Farinacci, Ricci, Starace, Teruzzi, Sansanelli. Durante la discussione sono stati presentati vari ordini del giorno. Infine, dopo oltre tre ore di discussione, è stato approvato all'unanimità, meno quattro astenuti, il seguente ordine del giorno:

Il Gran Consiglio Nazionale del Fascismo, discutendo il tema «Fascismo e Massoneria» posto all'ordine del giorno della seduta del 12 corrente;

considerato che gli ultimi avvenimenti politici e certi atteggiamenti e voti della Massoneria dànno fondato motivo di ritenere che la Massoneria persegue programmi e adotta metodi che sono in contrasto con quelli che ispirano tutta l'attività del Fascismo: invita i fascisti che sono massoni a scegliere tra l'appartenere al Partito Nazionale Fascista o alla Massoneria, poiché non v'è per i fascisti che una sola disciplina, la disciplina del Fascismo; che una sola gerarchia, la gerarchia del Fascismo; che una sola obbedienza, l'obbedienza assoluta, devota e quotidiana al Capo e ai capi del Fascismo.

In Partito Nazionale Fascista, Il Gran Consiglio nei primi dieci anni dell’era fascista, Roma 1933.

Michele Leone

Delta on-line

Delta on-line, erede della storica pubblicazione, ha lo scopo di comunicare più agevolmente e ad un maggior numero di lettori articoli di cultura massonica.

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