L'arte

L'arte

L’arte non pone né tenta di risolvere problemi di realtà, di logica o di conoscenza, ma crea e ricrea la bellezza nel mondo.
Pitagora pone la maggioranza degli artisti nel secondo dei quattro gradi in cui divide gli uomini, in relazione alla evoluzione spirituale raggiunta.


Questo secondo grado include gli animici o passionali; in essi la volontà – e quindi la conoscenza – ha sede nell’anima, ossia nella sensibilità, attraverso cui opera l’intelligenza che costituisce l’intendimento. Secondo tale concezione, gli artisti pertanto vivono nei limiti dell’orizzonte entro cui si estrinseca la loro stessa arte, senza riuscire a innalzarsi all’idea pura, agli universali. Ma gli artisti di primissimo ordine sono posti, sempre da Pitagora, nella terza classe degli uomini, tra coloro che hanno saputo liberare l’intelligenza dalla tirannia delle passioni e dai limiti della materia: negli uomini giunti a questo grado di evoluzione, le passioni non sono spente, ma sono divenute schiave dell’intelletto, mentre nel grado precedente accadeva ancora l’opposto, con l’intelligenza al servizio delle passioni. 

file immagine arteNonostante Pitagora non metta gli artisti, per eccelsi che siano, nel quarto e più elevato grado, quello degli iniziati padroni assoluti del proprio essere, tiene in estrema considerazione l’arte e i culti a essa strettamente correlati. L’artista in quanto tale non potrebbe mai essere annoverato tra i membri del quarto grado, in quanto per ciò stesso smetterebbe di essere artista, perché non potrebbe più creare assecondando i suoi più intimi sentimenti, preservando la propria indispensabile spontaneità, nel caso in cui agisse con il pieno dominio razionale sul proprio intelletto.
L’arte dunque non è – e non può essere per sua natura – il più elevato frutto della versatilità umana, ma rappresenta comunque un aspetto di grande importanza e estremo interesse, specialmente per dare la possibilità a tutti gli uomini di ricercare il senso della propria esistenza, attraverso un esercizio mimetico di creatività e bellezza.
Niente più della genuina creazione artistica riesce a far avvicinare creatore e osservatore all’intima essenza dell’anima umana, all’anelito di conoscenza con il quale combattere la paura e far luce nei misteri.
Ma tale espressione artistica, per esser vera, deve restare incompiuta, per meglio infondere nell’anima di chi se ne serve un sentimento di ricerca che lo conduca attraverso il cammino della conoscenza.
Uno dei più grandi artisti di tutti i tempi è certamente Raffaello Sanzio; ciò non soltanto per il suo indiscutibile talento espressivo, ma anche perché nessuno tra i più preparati critici moderni è riuscito a razionalizzare, a spiegarsi e a spiegare l’ineffabile mistero donde si origina la sua arte sublime. Il celebre affresco della Scuola di Atene parla direttamente alla nostra anima senza che noi sentiamo il bisogno di razionalizzare questa bellezza. Ciò accade perché questo impareggiabile artista sa infondere nelle sue delicate forme e nei suoi ineffabili colori quanto scaturisce dalla sua anima, conservando questa spontaneità nell’immediatezza e delicatezza del suo gesto pittorico.
L’arte nella sua più alta manifestazione non è altro che anelito di vita, inappagato desiderio di espressione.
Quando, invece, l’arte è ostinata ricerca di raffinatezza, adattamento al gusto del tempo, non può raggiungere le medesime, altissime vette, pur contribuendo al benessere dei sentimenti e aiutando l’uomo a trovare un sostegno nel proprio cammino.
Ecco perché l’arte è nata con l’uomo; nel medesimo istante in cui egli ha avuto contezza del proprio libero arbitrio.
L’arte, come la religione, non ricerca il progresso ma si limita alla rivelazione del suo primo apparire.
Questa scintilla, nella sua purezza, è anche il culmine dell’esperienza, nonché unico strumento a disposizione dell’uomo per andare oltre i limiti che la sua condizione gli impone.

Delta on-line

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