Nel Tempio massonico vi sono due colori di altissimo valore simbolico. Il bianco e il nero del pavimento a scacchi. Essi rappresentano l’indissolubile complementarietà dei due principi cosmici, yin e yang, il positivo e il negativo. Bianche e nere sono le pietre grezze; il lavoro su di esse, che mai avrà fine, le leviga sino a formare dei cubi perfetti, che possano essere giustapposti senza soluzione di continuità. Gli spigoli sono rettilinei e perpendicolari tra loro: non vi sono sporgenze, né rientranze, il bianco e il nero si armonizzano alla perfezione.
L’iniziato deve sapersi affrancare da questo contrasto tra le forze positive e quelle negative, e deve imparare a sapersene servire per operare in modo costruttivo. Deve anche comprendere come questo contrasto sia indispensabile alla dialettica massonica, anzi suo presupposto essenziale. In Massoneria si edificano templi alla virtù e si scavano oscure e profonde prigioni al vizio, si cercano la luce e la verità. Ma dov’è il grigio della vita reale? Questa etica dall’apparenza manichea non sembra accettare tonalità diverse oltre al dualismo tra bianco e nero. Il compromesso esiste nell’esperienza, nella vita di tutti i giorni, dove bisogna mettere in atto gli insegnamenti e il lavoro che, in Tempio, si esegue sulla pietra grezza.
Nel cosmo tutti i contrari raggiungono un equilibrio che è ordine e armonia. Dal macro al micro, dalle galassie all’atomo, dal cielo all’uomo.
“Iddio non giuoca a dadi con l’universo” disse una volta Albert Einstein. Sappiamo che questo equilibrio è tutt’altro che statico: se ogni moto si fermasse, se il divenire venisse a cessare, ci troveremmo davanti al non-essere e quindi all’annullamento del progresso, della vita stessa.
Questo equilibrio è dinamico, soggetto a continue variazioni, volto al perenne conseguimento di sempre nuovi e diversi assetti. In questo divenire troviamo le infinite tonalità di grigio tra il bianco e il nero simbolici del Tempio.
Se facciamo ruotare lungo la sua diagonale un disco che abbia una faccia bianca e una nera, per effetto ottico noi vedremo un unico grigio, senza che però il bianco e il nero originali perdano le proprie caratteristiche peculiarità. Ecco allora che questo nuovo colore, questo grigio, si genera grazie alla dinamicità, alla forza dialettica che nasce dalla continua contrapposizione dei due colori.
Allo stesso modo dobbiamo considerare come un fatto dinamico e dialettico l’essere massone, che mai deve rifiutare il confronto. Il risultato di questo lavoro (sempre provvisorio, sempre perfettibile), dissimulato in una delle infinite tonalità di grigio, deve conservare sempre la netta separazione tra luce e tenebre, tra bene e male, tra vizio e virtù.
Ma così come nel moto degli astri la forza centrifuga e quella di gravità dialogano in equilibrio costante e variabile, così noi prendiamo atto e accettiamo la coesistenza dei contrari. La Massoneria fornisce strumenti e metodo necessari a lavorare su di essi: il compasso per misurarli, la squadra per elevarli a un piano etico superiore, che sarà individuato secondo i principi di fratellanza e tolleranza, con fiducia nella ragione umana e speranza nelle possibilità di miglioramento personale e di tutta l’umanità.