Per comprendere il concetto di libero arbitrio occorre riuscire a definirne, prima, altri due: il concetto di arbitrio e quello di tempo.
Cominciamo dal concetto di arbitrio.
Spesso si confonde il concetto di Libero Arbitrio con quello di libertà di scelta.
Ma non è così.
Per definire il concetto di libero arbitrio non si può prescindere dalla mitologia cristiana, in quanto da essa promana tanto il concetto quanto tutta la speculazione e i contrasti successivi.
Per la mitologia cristiana e, comunque, ebraica Dio concesse all'uomo il libero arbitrio.
Ma non ci viene detto quando. Ci viene solo ripetuto, più volte, che Dio ha concesso all'uomo la libertà di scegliere come comportarsi.
Sul quando, però, nulla viene detto, e questo dà adito ai primi problemi: quando Adamo ed Eva erano nell'Eden erano già dotati di libero arbitrio ? Se non lo erano, perché sono stati puniti non potendo scegliere cosa fare? E se lo erano, cosa ha comportato di negativo per loro l'aver potuto discernere il bene dal male, evitando, in tal modo, di compiere casualmente le proprie scelte?
Iniziamo da qui: secondo la definizione filosofica si identifica il libero arbitrio con la libertà di scegliere in maniera cosciente.
L'arbitrio non è, però, una mera scelta dettata da piacere o volontà gratuita, ma una scelta mirata e ragionata.
La libertà di scegliere consiste nel poter decidere se agire per il bene o agire per il male.
Dio avrebbe potuto costringere l'uomo ad agire per il bene, ma questo avrebbe voluto dire negargli la libertà, la cui strada sarebbe stata interamente tracciata.
Questa affermazione, semplicistica ma fondamentale, ci porta a due assunzioni: la prima è che il libero arbitrio nasce nel momento in cui l'uomo può discernere fra bene e male; la seconda è che l'uomo è stato punito senza colpa.
Questa seconda affermazione, che a noi sembra ovvia, nasconde una quantità di insidie.
Innanzi tutto il concetto di punizione per una colpa, da cui scaturisce il concetto di peccato e di punizione ultraterrena, che sta alla base di tutte le religioni occidentali.
Poi la necessità di accorgersi del male che si sta facendo per poter essere considerati in colpa ed essere puniti.
Esiste, però, un concetto più sottile e pernicioso che lega il concetto di colpa a quello di punizione: dove sta il libero arbitrio se l'azione malvagia non poteva essere evitata, ma era già scritta nella vita del peccatore?
Questo concetto, su cui si è costruita un'intera diatriba filosofica che dura da millenni, è tutt'altro che semplice.
L'esempio più noto è la dannazione di Giuda: se i Profeti sapevano già che Giuda avrebbe tradito Cristo, allora quale sarebbe la colpa di Giuda ?
Non è necessario arrivare a discutere sul fatto che la sua azione sia stata negativa o meno, in ragione del fatto che in assenza non si sarebbe compiuta la salvazione del genere umano, per comprendere la portata dirompente di questa domanda: basta chiedersi se sia accettabile che Giuda venga punito per aver compiuto un'azione che non aveva la possibilità di non compiere.
Ecco il fulcro: se il futuro è già scritto può esistere il libero arbitrio?
Il concetto Cristiano nega la possibilità di prevedere il futuro, in quanto la presenza di un futuro precreato sarebbe in contrasto con la possibilità di scegliere data all'uomo. Vi sarebbe, inoltre, anche un ulteriore dilemma: se il futuro è stato scritto, lo ha scritto Dio; ma se Dio ha già scritto tutto, ha scritto non solo le cose buone, ma anche quelle malvagie.
Questo contrasta con il concetto di Dio Buono. Come si risolve questo problema allora?
Semplice: non si risolve.
Il concetto è strettamente legato al concetto di tempo. Per noi occidentali moderni il tempo è lineare, monodimensionale. Ogni momento che sovviene distrugge il momento precedente, mentre quello successivo non esiste ancora. Questa linearità è funzionale ad un concetto di vita di tipo biblico, con una creazione ed una fine. Si tratta, però, anche del concetto più vicino al modo illuministico di vedere la vita: si nasce e si muore.
Ma non è sempre stato così e, ancora oggi, non è così in molti luoghi. La teoria del tempo ciclico era alla base delle maggiori filosofie e religioni antiche: quella Greca, quella Mazdea, quella Induista. Il tempo è una serie infinita di cicli che si ripetono. In realtà è la ripetizione infinita di un ciclo.
In questo contesto è possibile conoscere gli eventi futuri agganciandosi al momento del ciclo che ci interessa, il quale è sempre esistente.
Ovviamente esistono problemi nella lettura e nell'interpretazione del tempo ciclico, come di quello lineare, che sono stati risolti proponendo modelli complessi, come il tempo a spirale (un tempo ciclico che procede comunque linearmente, scostandosi di poco dal fatto simile già avvenuto), la teoria del multiverso (una sola origine e infinite diramazioni in ogni attimo che danno, ciascuna, origine ad infinite linee del tempo), la teoria della linearità statica (tutto è già avvenuto, ma noi non siamo in grado di saperlo e le nostre azioni sono libere, ma non potranno essere che quelle: si tratta di un concetto molto astruso, ma che non prevede un obbligo, ma il semplice fatto che chi possa conoscere tutti gli esiti è in grado di prevedere i fatti che accadranno perché solo quelli potranno accadere) e via dicendo.
Possiamo quindi vedere come siano legate al concetto di libero arbitrio tre idee fondamentali per il mondo occidentale: quella di libertà, quella di tempo e quella di punizione.
Per il concetto insito nella nostra etica, non è accettabile punire qualcuno per qualcosa che è stato costretto a commettere. E non parliamo del "Eseguivo degli ordini." di Norimberghiana memoria, ma di una impossibilità più radicale, quella di poter non fare una cosa.
Per noi occidentali, in assenza di volontà, non c'è colpa.
Questo concetto non è, però, univoco: esistono luoghi e culture che legano la colpa al fatto, rendendola oggettiva, senza relazione alla volontà dell'individuo: le donne stuprate nelle teocrazie islamiche, ad esempio, sono accusate e condannate in totale assenza di volontà.
A livello generale, quindi, se faccio qualcosa, ma tutta la storia è già scritta, io non ho colpa: non avrei mai potuto fare nulla di diverso.
Ecco l'importanza sociale del libero arbitrio: non concedere la possibilità all'uomo di scegliere di danneggiare altri, dichiarando che non è dipeso dalla sua volontà ma non sarebbe potuto accadere altrimenti.
Come giustificare, allora, una lettura del futuro con l'esistenza del libero arbitrio ?
Il modo più immediato è la differenziazione dei sistemi: i fatti del singolo individuo sono lasciati alla sua libera scelta, ma il progetto tracciato va in una certa direzione. L'azione dei singoli individui può portare il progetto a compimento più o meno velocemente, ma non può impedirne il realizzarsi.
Nell'astrologia medievale si ravvisava la capacità di vedere il progetto generale attraverso l'analisi del movimento degli astri, che originava dal movimento del Motore Primo Aristotelico, identificato con Dio. Questo permetteva di prevedere la direzione che la storia avrebbe preso, ma nulla di più specifico.
Non era, quindi, possibile prevedere la vita dei singoli, ma era possibile prevedere la vita del mondo e inserirvi il singolo.
Possiamo bene vedere come questa lettura, per quanto forzata, sia l'unica che permette di superare il problema della linearità o circolarità del tempo, della libertà di azione del singolo individuo e, quindi, della preesistenza di un obbligo comportamentale.
Non esiste alcun comportamento preconfezionato, perché il singolo ha libertà di scelta. Le sue azioni non incidono sulla realizzazione del disegno, ma solo sulle modalità di quella realizzazione. Ovviamente nessuno sa se questo concetto sia più o meno vicino alla verità. Occorrerebbe prima conoscere la verità sul tempo e sulla creazione e il funzionamento dell'Universo.
Ma noi non siamo in grado di rispondere a queste domande.
A. R.