Ogni sei mesi la Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato festeggia la ricorrenza astronomica dei solstizi, quello estivo e quello invernale. Quando il Sole raggiunge la sua massima declinazione positiva o negativa i Massoni si radunano nelle loro Officine per celebrare l’inizio dell’estate e dell’inverno, secondo una tradizione che si perde nella notte dei tempi.
Le civiltà antiche come quella degli Egizi, dei Babilonesi, dei Greci, dei Latini e, dall’altra parte del mondo, dei Maya e degli Incas hanno celebrato quel fenomeno astronomico nel quale il “sol-stat”, ossia pare fermarsi all’orizzonte. Tutte queste civiltà hanno visto nel Sole non solo una fonte di luce e di calore, ma anche una divinità capace di dare ordine al tempo. Nomi come Elio, Apollo, Aton, Surya, Mithra o Cauthia designavano proprio queste divinità solari.
Il Faraone Akhenaton scrisse proprio questo “Inno al Sole”:
“Oh quanto splendido appari,
Sole sorgente di vita, sulla luminosa montagna del cielo,
tu che sei stata la prima ad apparire di tutte le cose,
quando ti levi all’orizzonte orientale dei cieli,
riempi di bellezza tutto l’Universo”
Il solstizio è la celebrazione simbolica di ogni nascita. Per i Persiani, tale data rappresentava la nascita di Mithra mentre nell’Antico Egitto quella di Horus; a Roma era la celebrazione del “Natalis solis invicti” e la festa passò al Cristianesimo come giorno della nascita di Gesù Cristo che Papa Giulio I nel 390 d.C. pensò bene di spostare al 25 dicembre, proprio per evitare una sovrapposizione con i riti pagani. Il Solstizio è insomma una celebrazione dell’eterno ciclo di trasformazione attraverso la morte e la rinascita, con la sconfitta del male e delle tenebre che lo simboleggiano. Il Sole riporta la luce agli uomini.
LA SIMBOLOGIA ESOTERICA
Nel simbolismo ermetico i solstizi sono considerati porte di separazione spirituale tra il basso e l’alto, tra la Terra ed il Cielo. Per questo motivo si parla di “Porta degli uomini” e “Porta degli Dei”. Il solstizio d’Inverno rappresenta la porta aperta verso l’alto, quella che permette agli uomini di far passare l’auspicio di un ripristino del predominio della luce sulle tenebre, del caldo sul freddo, come inizio del risveglio di tutta la Natura, nello svolgimento del ciclo biologico vitale.
Renè Guenon nel suo “I simboli della Scienza Sacra” osserva che per quanto all’Estate si associno idee di luce, di bellezza e di calore e all’Inverno invece quelle di freddo di tristezza e di vecchiaia, i due Solstizi hanno un significato esattamente opposto. Infatti questo paradosso è solo apparente, dal momento che ciò che ha raggiunto un punto massimo può solo decadere, mentre ciò che ha raggiunto il suo minimo può solo crescere. Ciò spiega il simbolismo greco-latino delle porte solstiziali rappresentato dalle due facce di Giano. Non a caso la nascita di Cristo viene fatta coincidere con il Solstizio d’Inverno (come Luce destinata a sconfiggere le tenebre) e quella di San Giovanni Battista al solstizio d’Estate. La tradizione massonica celebra i due solstizi in concomitanza con le feste dedicate ai suoi due patroni: San Giovanni Battista per il Solstizio d’Estate e San Giovanni Evangelista per quello d’Inverno.
Per i Massoni il Solstizio d’Inverno è la celebrazione di una prossima rinascita spirituale e la festa è dedicata a San Giovanni Evangelista perché egli simboleggia la faccia di Giano rivolta verso l’Aurora che determina anche la forza vivificatrice della Parola. Tra i molti simboli che ornano una Loggia massonica manca però quello di Giano, un tempo era sempre presente ed al giorno d’oggi invece è stato dimenticato.
Nell’antico Egitto sulla riva destra del Nilo, dove il sole sorge, venivano costruite le città mentre sulla riva sinistra, dove il sole tramonta e regnano le tenebre, venivano edificate le piramidi, in cui il Faraone defunto veniva dotato di una “barca solare” con cui fare il viaggio nel profondo della Terra e da qui rinascere a nuova vita.
Questo è ciò che accade quando un profano varca la soglia del Gabinetto di Riflessione, dove è invitato a riflettere e confrontarsi con il grande mistero della morte mistica che prelude alla rinascita ad una nuova luce.
I riti solstiziali assumono quindi il significato di trasformazione, di rinnovamento e di rinascita. Ciò è vero in particolar modo per il solstizio d’inverno che celebra l’attesa del ritorno del sole come fonte di energia illuminante, come ordinatore del mondo e del tempo. I due San Giovanni, il Battista e l’Evangelista, sono i patroni della Massoneria e offrono a tutti gli iniziati i precetti delle virtù da perseguire, prime fra tutte la carità e la tolleranza. Ecco allora perché, nel momento più oscuro dell’anno, quello in cui il Sole si è ritirato nelle caverne del Settentrione, i Massoni si riuniscono in attesa che torni ad illuminarci, disperdendo le tenebre dell’ignoranza e della sopraffazione.
A.P.