Il simbolismo iniziatico in Hermann Hesse

Tutta l’opera di Hermann Hesse, autore prolifico e poliedrico, si basa su alcuni pilastri ricorrenti. Su tutti, il tema della ricerca e dell’emancipazione.
La ricerca è quel moto perenne in cui l’uomo buono, curioso e libero deve potersi costantemente ritrovare e riconoscere; l’emancipazione è la naturale conseguenza di questo cammino, da intendersi non come traguardo ben definito, giacché mai l’uomo potrà arrivare alla perfezione ideale, ma come una serie di passi, di gradini, che via via lo condurranno verso una piena coscienza di sé. Quindi emancipazione, anzitutto, dai propri limiti.
Sono moltissimi i personaggi e le storie che evocano questi princìpi; in ogni suo scritto, anche il più breve dei racconti, è presente almeno una traccia di questo desiderio irrefrenabile di crescita, libero peraltro da ogni sorta di infrastrutture o dogmi che possano condizionarne in qualsiasi modo gli esiti. Pensiamo all’Emil Sinclair nel Demian: egli è alla ricerca di Abraxas, divinità che racchiude in sé Dio e Demonio, che evoca il dualismo e il conflitto che da esso inevitabilmente sprigiona.
La risoluzione del dualismo che sottende a ogni esperienza di vita terrena soggetta alle leggi del Quaternario, però, non avviene attraverso una lotta serrata dalla quale uno dei due contendenti uscirà vincitore e l’altro sconfitto; ma, accettando che ciascuno contiene in sé una parte dell’altro, il tutto si risolve in una pacifica convivenza nella diversità.